Lo Sfratto di Pitigliano

Foto di Nicola Mauro Salza

Foto di Nicola Mauro Salza

Forse, e solo forse, mi son risvegliata dal mio torpore. Oggi è stata una giornata ricca di soddisfazioni culinarie ed è tornata la voglia di tornare a scrivere, soprattutto dopo tutte le vostre parole di incoraggiamento. Erano mesi che mi riproponevo di provare questo dolce, conoscevo gli ingredienti, ma non sapevo quali dosi utilizzare. Ho cercato un po’ in giro per il web e non ho trovato molto che mi soddisfacesse, così ho deciso di fare di testa mia e il risultato è stato molto soddisfacente. L’unica cosa su cui la prossima volta dovrò fare un po’ più attenzione è la forma: infatti il mio bastone era troppo schiacciato e poco tondeggiante, tanto che, una volta tagliato, sembrava di avere nel piatto dei cantuccini!!!

Foto di Nicola Mauro Salza

Foto di Nicola Mauro Salza

In una calda giornata di luglio, tornando da Roma dopo aver assistito al bellissimo matrimonio della nostra nipotina Jessica, ci siam fermati a visitare Pitigliano, un paesino molto suggestivo e con una ricca storia in provincia di Grosseto.

Foto di Nicola Mauro Salza

Foto di Nicola Mauro Salza

Nei primi anni del 1600 gli Ebrei che abitavano nel territorio di Pitigliano e Sorano furono costretti da un editto del Granduca di Toscana Cosimo II dei Medici a lasciare le proprie abitazioni e concentrarsi in una zona “Ghetto” a ridosso della Sinagoga. Lo sfratto fu intimato dall’Ufficiale Giudiziario e dal Messo Notificatore mediante il gesto rituale di picchiare sulla porta della casa ebrea con un bastone. Gli ebrei, 100 anni più tardi, vollero ricordare l’imposizione subita tramite la creazione di un dolce: lo Sfratto assunse così nome e forma a ricordo della triste vicenda.

Foto di Nicola Mauro Salza

Foto di Nicola Mauro Salza

Anche Aldo Santini, nel suo libro sulla Cucina Toscana parla di questo dolce proponendo una ricetta che però, a dire il vero, questa volta non mi convince molto perchè prevede l’uso di uova e lievito nell’impasto dell’involucro, mentre il dolce che ho assaggiato io al ristorante aveva una crosta molto secca, sottile e friabile. Inoltre nel ripieno non prevede l’uso di molte spezie e aromi, ma solo buccia di limone, mentre la prima sensazione che si ha assaggiandolo è quella del profumo che sprigiona, è molto aromatico insomma.

Foto di Nicola Mauro Salza

Foto di Nicola Mauro Salza

Ingredienti per 5 sfratti:

  • 300 g di farina tipo 1
  • 60 g di zucchero
  • 1 pizzico di sale
  • 100 g di vino bianco
  • 80 g di olio
  • 300 g di miele di fiori Mielbio Rigoni di Asiago
  • cannella in polvere
  • 300 g di gherigli di noce
  • scorza di mezza arancia
  • anice in semi oppure mezzo bicchierino di Sambuca
  • un pizzico noce moscata

Procedimento:

Mettere il miele in un pentolino e accendere il fuoco. Farlo cuocere per circa 20 minuti a fuoco molto lento e sul finire aggiungere tutti gli aromi (noce moscata, anice, cannella, scorza di arancia) e i gherigli di noce tritati grossolanamente. Spegnere il fuoco e far riposare.

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Nel frattempo nel Bimby (o a mano o nella planetaria) preparare la pasta al vino che farà da involucro al nostro Sfratto: mettere l’olio e il vino insieme e emulsionarli per 10 secondi a vel.6-7. Unire quindi la farina, il sale e lo zucchero e impastare a vel. Spiga per un minuto. Stendere questo impasto molto sottilmente e ricavarne dei rettangoli di circa 25 cm per 15 cm su cui adagerete il miele con le noci che nel frattempo si sarà raffreddato. Arrotolate il tutto ripiegando le estremità al di sotto e sigillando bene i bordi. Dovrete ottenere un rotolo di circa 5 cm di diamentro. Infornate a 180°C per 20-25 minuti.

Una volta cotti, lasciateli raffreddare e quindi tagliateli a fette spesse 2-3 cm.

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36 pensieri su “Lo Sfratto di Pitigliano

  1. Uhmm, che buono! Bravissima! Anche io conosco lo sfratto e la bella cittadina di Pitigliano ed effettivamente lo ricordo molto aromatico e mieloso, e sicuramente senza lievito!
    Grazie per questa ricetta e per le belle foto…mi hanno fatto ricordare un periodo della mia vita molto diverso da quello attuale e molto importante. Un abbraccio!
    Alice.

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    • Sono felice di averti procurato delle belle sensazioni. In effetti, nonostante la presenza del miele, non è poi troppo dolce come si potrebbe pensare, anche perchè nella sfoglia c’è pochissimo zucchero, che, volendo, si potrebbe ridurre ancora un po’!

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  2. Chi è stato a Pitigliano non può aver mancato questa piccola leccornia … accessibile pure a me 🙂
    In effetti mi aveva felicemente sorpreso, anche se a vederlo non gli avrei dato una lira. Però poi al primo morso scopri un mondo dentro, fantastico e non dolcissimo come si potrebbe pensare.
    Come nuova partenza direi che è stata ottima … e anche se non ti sono venuti uguali nel millimetro nella forma, ciò che importa è la sostanza, e secondo me quella c’è tutta!!!

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    • Ti posso assicurare che nel sapore erano identici a quelli mangiati al ristorante! Ma il mio piacere è soprattutto quello, attraverso il blog, di poter diffondere anche la cultura gastronomica della mia regione.

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  3. E’ proprio così! La Toscana è tutta quanta da scoprire ed ogni angolo ti regala scorci unici e caratteristici…. e questo bastoncino da tagliare poi a fettine sembra davvero una bontà, ma poi è più che naturale che quello che hai mangiato al ristorante fosse diverso, spesso capita:-( ma ritenta, sono certa che personalizzandolo col tuo tocco, verrà ancora più buono! CIAOO

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  4. ciao carissima e ben tornata, io conosco bene Pitigliano e mi piace molto, è un paese davvero bello con una grossa comunità ebraica, pensa da Pitigliano c’è sempre stato un autobus diretto per Roma parlo di tanti anni fa, era molto conosciuto, e da piccole ci portavano spesso, e tutte le cantine nelle grotte come sono? ammesso che ci siano ancora, il dolce poi è stupendo…ciao Silvia, un abbraccio

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  5. Ciao, ben tornata, non lo conoscevo, sono contenta ti sei tolata diverse soddisfazioni, visto che sei molto brava, complimenti per le belle foto e la deliziosa ricetta, grazie….un abbraccio……….

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  6. Vedi che ti è tornata presto la voglia di rimetterti ai fornelli????
    Questo dolce mi piace sai e mi ricorda un po’ la mia crescia sfojata o forse più la rocciata di Assisi…vado matta per quell’involucro così croccante!!!

    Bacioni
    Silvia

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  7. Come non fermarmi a commentare questo post, il cui protagonista è il paese dei miei nonni, mete di estati tra compiti, biciclette e giochi tra i vicoli, di vendemmie e raccolta di olive! Un po’ di tempo rifeci questo dolce con la mia nonnina, con la ricetta di famiglia, è un po’ diversa da quella che proponi tu e che proverò a ripetere 😉 La mia è qui (con una bassissima qualità di foto, mi dispiace) http://lallina87.wordpress.com/2010/01/05/lo-sfratto/
    A presto, Laura

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