Pane e Pomodoro è tornato! Festeggiamo con Mediterranea Belfiore: Ruote fritte al pomodoro dolce

Io non so come nè perchè ma la vita scorre via troppo in fretta e il tempo sfugge dalle mani sempre più. Il trasloco nella nuova casa doveva dare nuovo sprint alla mia passione per la cucina, alla voglia di provare nuovi sapori e abbinamenti. Di fatto invece, i lavori che inesorabilmente si sono aggiunti mi hanno portato lontano dai miei maggiori interessi facendomi trascurare alcune delle cose a cui tenevo di più, una delle quali questa mia “creatura”. Non è passato giorno in cui la mia mente non tornava almeno una volta qui, ma fare la foodblogger, molti di voi lo sapranno, non è impegno da poco: cucinare, impiattare, fotografare, essere presente con le persone che seguono il blog, tenersi informati e, non da ultimo, immaginare nuovi piatti porta sicuramente il suo bel daffare e richiede impegno, dedizione e, ahimè, tempo!

Ecco che allora ho deciso che era tempo di una pausa, che in quel momento avrei dovuto concentrarmi su altro ma che prima o poi sarei tornata.

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L’occasione si è presentata con l’apertura del nuovo contest della “Mediterranea Belfiore” per me diventato un appuntamento fisso ogni anno, al quale non posso rinunciare, vuoi perchè conosco i loro prodotti, vuoi per l’affetto che ormai mi lega con le sorelle Ciarlo. Quest’anno poi la sfida si presenta davvero interessante e, se ad un primo approccio può sembrare una sfida banale e semplice, leggendo il regolamento si capisce che invece è veramente difficile poichè gli ingredienti concessi sono ben pochi e ovviamente il pomodoro deve avere un ruolo principale. Il tema è Pomodoro e Pasta 2.0 Come fare dunque per non risultare banali e cercare di non andare fuori tema? L’unica cosa, ho pensato,  è giocare su consistenze e/o cotture. Ecco che, dopo giorni e giorni di elucubrazioni mentali (esagerata che sono!) ho avuto l’illuminazione ed ho ideato questo simpatico finger food, infondo la pasta non è detto che debba essere per forza un primo piatto!

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Ingredienti per 4 persone:

  • 250 g di polpa di pomodoro Freschissima Mediterranea Belfiore
  • 12 ruote di pasta (meglio però un po’ di più per l’assaggio e per sicurezza)
  • 2 cucchiai di farina di mais fioretto
  • olio di semi di arachidi q.b.
  • sale q.b.
  • 2 cucchiaini di zucchero
  • 2 cucchiai di olio EVO
  • 1 spicchio di aglio

Procedimento:

In un pentolino mettere l’olio EVO a scaldare con lo spicchio di aglio, quindi unire la polpa di pomodoro Freschissima Mediterranea Belfiore e salare leggermente. Quando comincerà a bollire, abbassare la fiamma e unire lo zucchero. Lasciar cuocere una decina di minuti.

Nel frattempo mettere sul fuoco una pentolino con dell’acqua. Quando bollirà salarla quanto basta e versarvi le ruote di pasta. Farle cuocere al dente, quindi, dopo averle scolate, passarle una ad una nella farina di mais fioretto. Scuoterle bene per togliere ogni eccesso e versarle nell’olio di semi di arachidi che nel frattempo avrete scaldato. Friggerle rigirandole spesso quindi scolarle dall’olio in eccesso e metterle su un foglio di carta assorbente. Infilzare tre ruote i ogni stecchino di legno, versare la polpa di pomodoro dolciastra in quattro piccoli recipienti e servire immediatamente ad ogni commensale….. Il fritto si sa: è buono finchè è caldo!

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Grazie a tutti per avermi aspettata e per essere di nuovo qui con me!

Miniburger di soia da Emporio Ecologico

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Tempo fa ho ricevuto un bellissimo pacco dono da Emporio Ecologico. Tanti buoni prodotti bio, alcuni prodotti che già conosco e utilizzo da tempo, altri di cui ignoravo l’esistenza. Tra questi ultimi, una confezione di Bioburger della Joannusmolen a base di soia, mandorle, nocciole e semi di girasole. Mi hanno subito incuriosito per la loro semplicità di esecuzione poichè basta aggiungere 250 ml di acqua alla polvere e dare la forma ai nostri burger.

Una foodblogger generalmente dovrebbe autoprodursi questi alimenti partendo magari da della soia in polvere e unendo via via gli altri ingredienti, ma quando una foodblogger è anche una mamma alle prese con cinque orari diversi di rientro a casa dei componenti della famiglia, avere a portata di mano questo tipo di alimenti ha un suo perchè.

Io li ho provati con dei panini bio (anch’essi già pronti, ahimè, ma potrete autoprodurli guardando anche qui, ricetta non vegana) e accostandoli con diverse verdure (insalata, pomodori e cicoria lessa) e con della maionese veg (che, sempre volendo, potrete autoprodurre frullando insieme 150 ml di olio di semi di girasole, 50 ml di latte di soia, 1 cucchiaino di aceto, 1 cucchiaino di senape, 2 cucchiai di succo di limone, mezzo cucchiaino di sale, 1 pizzico di curcuma). Nel frattempo vi consiglio di dare un’occhiata al negozio Emporio Ecologico, dove troverete tantissimi prodotti bio, sia per la tavola che per la vostra igiene personale.

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Ingredienti per 10 piccoli burger:

  • 1 confezione di bioburger da 200 g
  • 250 ml di acqua
  • olio evo
  • panini da hamburger
  • maionese di soia
  • pomodori
  • insalata…

Procedimento:

Rovesciare il contenuto di una busta di bioburger with nuts in un recipiente, aggiungere l’acqua e mescolare bene. Formare col composto ottenuto i burger (ne verranno circa 10 piccoli, o 4 grandi). Potrete cuocerli in forno o in una padella antiaderente. Non occorre aggiungere sale. Quando saranno cotti (circa 2 minuti per lato) metterli in mezzo ad i panini con un filo di olio, un cucchiaio di maionese, una fetta di pomodoro e qualche foglia di insalata.

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Torta cioccopere di Marco Bianchi

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Da quando sono tornata a vivere con mia madre, anche la televisione è tornata nella mia vita: prima difficilmente l’accendevo essendo un’amante del silenzio, adesso invece è praticamente sempre accesa e, fortuna, che oltre a qualche odiosissimo format televisivo e qualche necessario telegiornale, ogni tanto capita di vedere qualche trasmissione dedicata al cibo. So già che ora qualcuno avrà da ridire che “La Prova del Cuoco” non è il non plus ultra delle trasmissioni dedicate alla cucina e che qualcuno invece osanna la Clerici, io invece mi limito ad osservare e a prendere qualche buono spunto qua e là, soprattutto da quest’anno che anche Marco Bianchi fa parte della squadra. Sapete che la cucina vegana, vegetariana o comunque salutista mi interessa molto e quando ho visto questa torta ho pensato che faceva proprio al caso mio perchè i miei figli l’avrebbero adorata per tutto il cioccolato presente e io non avrei dovuto dire loro che non contiene uova, burro ecc. ma anzi tutti ingredienti fondamentali per la nostra salute, compreso il cioccolato!!! Si fanno già abbastanza male da soli comprando merendine e succhi di frutta che ogni tanto bisogna che intervengo in maniera adeguata!

Questa torta Marco Bianchi l’ha preparata il giorno del suo compleanno e ora capisco perchè. Certo non è il caso di ricoprirla di panna montata, ma perchè non dividerla a metà, riempirla di marmellata e magari glassarla con altro cioccolato? Sarà la vostra sacher vegan!

Io invece ho applicato piccole varianti, diminuendo di 50 g il cioccolato fondente, utilizzando delle pere non sciroppate, motivo che mi ha portato anche ad aumentare lo zucchero di 30 g e diminuendo la cottura: 40 minuti sono sufficienti, almeno nel mio forno, 1 ora sarebbe stato troppo. E poi, non me ne voglia Marco, per esigenze fotografiche e solo per quelle, ho spolverizzato leggermente di zucchero a velo la torta.

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Ingredienti per uno stampo di 24 cm di diametro:

  • 250 g di farina integrale
  • 80 g di mandorle tritate
  • 100 g di zucchero di canna (io ho utilizzato Moscobado)
  • 90 g di amido di frumento (frumina)
  • 1 bustina di lievito
  • 300 g di cioccolato amaro al 70%
  • 600 ml di latte di mandorle
  • 2 pere

Procedimento:

In una ciotola mescolare gli ingredienti secchi: farina, lievito, zucchero, frumina e mandorle tritate. Versare 1/4 di latte di mandorla.

Nel frattempo mettere a sciogliere il cioccolato tagliato a pezzetti in un pentolino sul fuoco insieme a 3/4 del latte di mandorla fino a completo scioglimento. Mescolare bene. Versare nella ciotola e mescolare molto bene. Sbucciare e tagliare a piccoli pezzi anche le pere. Unire anch’esse al resto e mescolare ancora.

Ricoprire uno stampo da dolci con della carta forno bagnata e strizzata e versarvi il composto. Cuocere in forno a 190°-200°C per circa 40 minuti. La prova stecchino è sempre valida anche se Marco ci dice che questo dolce è ancora più buono se all’interno rimane umido.

Niente da invidiare a quella tradizionale!

I miei primi falafel

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Continuano i miei esperimenti vegan! Erano anni che volevo cimentarmi nella realizzazione di queste deliziose polpette di origine araba, ma l’idea di utilizzare i ceci a crudo mi ha sempre dissuasa dal mettermi all’opera, fino a quando non ho visto nel gruppo facebook di Aida Vittoria Eltanin le foto dei falafel realizzate da coloro che ne fanno parte e non ho potuto resistere!

Una volta assaggiate il mio scetticismo si è disciolto come neve al sole: non solo buonissime e sane, ma anche velocissime da preparare, se non si tiene conto dell’ammollo notturno dei ceci ovviamente!

Di ricette in rete se ne trovano moltissime e si assomigliano più o meno tutte, io ho preferito seguire quella del blog Vegan 3000 perchè mi intrigava il fatto che tra gli ingredienti ci fosse anche del bicarbonato che secondo me serve a dar loro maggior croccantezza esterna e farle gonfiare leggermente in cottura,

Tutte comunque concordano su un fatto: MAI utilizzare ceci cotti se non volete che le vostre polpette si sfaldino!

Le mie piccole modifiche a questa ricetta, consistono nel far riposare l’impasto in frigo per 24 ore anzichè poche ore (vi confesso che ho dovuto farlo perchè all’ultimo sono stata invitata a cena fuori e ho dovuto rimandare la cottura dei falafel al giorno dopo!!!) e nel rotolarne alcune nei semi di sesamo prima di friggerle! Sembra che comunque il riposo in frigo non sia strettamente necessario. Voi provate, poi mi saprete dire!

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Ingredienti per circa 20 falafel:

  • 500 g di ceci
  • 1 cipolla rossa di Tropea
  • 1 spicchio di aglio
  • 1 mazzetto di prezzemolo
  • 1 cucchiaino di semi di cumino (meglio se in polvere)
  • sale
  • pepe
  • mezzo cucchiaino di bicarbonato
  • olio di semi di arachidi per friggere
  • semi di sesamo (facoltativo)

Preparazione:

Mettere i ceci in ammollo per 18-24 ore, quindi scolarli e asciugarli con della carta assorbente.

Se, come me, non siete riusciti a trovare il cumino in polvere e avete invece quello in semi, cercate di ridurlo voi in polvere il più possibile (io ho utilizzato il Bimby per questa operazione). Una volta polverizzati i semi, unite la cipolla, l’aglio il prezzemolo e i ceci dentro al vostro robot da cucina e frullate il tutto. Aggiungete quindi anche il bicarbonato e il sale e il pepe a piacimento e  mescolate ancora. Se lo ritenete necessario perchè il vostro composto vi sembra molto umido, potete aggiungere un cucchiaio di farina di ceci che lo asciugherà bene. State attenti a non esagerare però. Mettete questo composto in un contenitore con chiusura ermetica, compattatelo bene con un cucchiaio e riponetelo in frigo per qualche ora.

Trascorso tale tempo, mettete l’olio per friggere in una padella e mentre raggiungerà la giusta temperatura, formate le vostre polpette che non dovranno essere più grosse di una noce, e schiacciatele leggermente al centro.

Se lo desiderate, passatele sopra ai semi di sesamo, quindi mettetele delicatamente nell’olio bollente. Fate cuocere un paio di minuti per parte, quindi scolatele sopra un foglio di carta assorbente.

Potete servirle con una salsa al cetriolo, tipo tzatziky.

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Mai più senza falafel!!!

Orecchiette alle cime di rapa

Da una settimana non ci sei più, ci hai lasciati in punta di piedi così come è stata la tua esistenza, lasciando un grande vuoto. Ero combattuta se comunicare questa notizia qua, poi ho pensato che questo è lo spazio più adatto perchè la mia alimentazione è stata da sempre influenzata dall’esempio che tu ci hai dato.

Un uomo di poche parole con un grande amore per la terra, che amava anche andar per boschi e portare a casa le prelibatezze che la natura ci regala. Funghi, asparagi, castagne… il nostro territorio per te non aveva segreti e sapevi sempre dove andare a cercare. E poi l’orto, da cui riuscivi sempre ad ottenere una gran quantità di prodotti che distribuivi a tutta la famiglia: fave (le mie preferite), zucchine, ravanelli, pomodori di ogni qualità, insalata… E con che orgoglio arrivavi a casa portando un bel mazzo di carciofi!

Ogni anno la raccolta delle olive era per te un periodo di felicità, da condividere con gli amici, ma anche duro lavoro che però sopportavi con gioia perchè sapevi che il frutto del tuo lavoro sarebbe andato sulla tavola dei tuoi cari.

Questa ricetta la dedico a te Babbo perchè, nonostante non sia caratteristica della nostra zona, le cime di rapa sono un prodotto della terra, la terra che tu hai sempre rispettato e amato.

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Ingredienti per 4 persone:

  • 2 mazzi di cime di rapa
  • 4 filetti di acciughe dissalate
  • 300 g di orecchiette fresche
  • 3 cucchiai di olio EVO
  • Peperoncino (facoltativo)
  • 1 spicchio di aglio

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Procedimento:

Pulire accuratamente le cime di rapa, dividendo le foglie dalle cimette. Lavarle.

Mettere sul fuoco una pentola con abbondante acqua.

Aspettando che l’acqua spicchi il bollore, in una padella mettere l’olio con l’aglio schiacciato e il peperoncino. Accendere il fuoco e appena caldo aggiungere i filetti di acciuga. Proseguire la cottura finchè i filetti non si siano sfaldati. Togliere lo spicchio di aglio.

Quando l’acqua spicca il bollore, salarla e unire le foglie e le orecchiete. Due minuti prima di scolare la pasta aggiungere anche le cimette.

A cottura ultimata, scolare la pasta e versarla in padella. Saltare il tutto e se necessario aggiungere qualche cucchiaio di acqua di cottura della pasta. Servire ben caldo.

Orecchiette_03Ciao Babbo!

 

Crema pastorizzata al mascarpone con cantuccini al cioccolato

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Nell’ultima ricetta pubblicata (ormai da troppo tempo) vi ho proposto un piatto ispirato ad uno simile assaggiato al ristorante “Bacco & La Volpe“, non vi ho detto però che quella era una serata particolare perchè si gettavano le basi per un evento davvero speciale che avrà luogo presso lo stesso ristorante il prossimo 31 gennaio e che avrà come tema “Il Pesce in Maschera“. Durante questa serata saranno protagonisti quattro foodblogger capitanati dalla padrona di casa Silvia Volpe che porteranno in tavola le loro interpretazioni di Carnevale. Quindi oltre a me in cucina ci saranno Cristina Galliti di Poveri ma belli e buoni, Shamira Gatta di Lovely Cake e Fabio Campetti di Visioni dalla cucina in là… Ogni piatto sarà abbinato ad un vino dell’Azienda Fralluca di Suvereto che con l’occasione presenterà un’anteprima assoluta. Una giuria giudicherà i piatti e decreterà la migliore interpretazione del tema. Siete tutti invitati, per info e prenotazioni 05867744323  o 3929685385.

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Ma veniamo alla ricetta di oggi.

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Questa vita mi sfugge: io corro, corro ma alla fine della giornata non riesco mai a concludere niente (o almeno così sembra). I pomeriggi poi volano: mi trasformo in autista per accompagnare i vari figli ai loro vari impegni extrascolastici e arriva sera che spesso, devo essere sincera, voglia di cucinare pari a ZERO! Però il fine settimana è dedicato al relax (non sempre), e si ha più tempo da dedicare alla cucina e per creare quelle che io chiamo “le coccole”. Una di queste è proprio la ricetta che vi propongo oggi, una coccola un po’ calorosa per scaldare questo inverno, che per la verità non è molto freddo, ma che comunque ci regala giornate troppo corte (tanto per tornare a bomba!).

La crema al mascarpone è deliziosa e, oltre ad essere la base del tiramisù, si accompagna perfettamente anche alla pasticceria secca, soprattutto con i nostri cantuccini, l’importante è però saperla preparare nel modo giusto per evitare contaminazioni da salmonella. Le uova in questa ricetta spesso vengono utilizzate da crude, ignorandone i pericoli. Io ho dovuto sbatterci il “muso”, come si suol dire, per capire l’importanza di questa attenzione: purtroppo tempo fa uno dei miei figli è stato contagiato dalla salmonella (anche se molto più probabilmente a causa di carne cruda, o comunque cotta poco) e ho capito quanto questo microrganismo patogeno sia davvero devastante. Se presa in tempo è sicuramente una malattia da cui si guarisce, ma non ci sono medicine ed occorre davvero molto tempo per ripristinare la flora batterica.

Perciò io oggi sono qui soprattutto a sottolineare l’importanza di pastorizzare le uova. Che cosa vuol dire? Pastorizzare un alimento vuol dire portarlo ad una temperatura tra i 60 e i 95° C. Il calore distruggerà gran parte dei microrganismi eventualmente presenti senza compromettere il risultato finale, anzi, il dolce risulterà più denso e cremoso.

Crema al mascarpone_02Ingredienti per 6-7 persone:

  • 90 g di tuorli (circa 4 uova)
  • 170 g di zucchero semolato
  • 50 g di acqua
  • 250 g di mascarpone
  • cantuccini al cioccolato

Procedimento:

Per pastorizzare le uova è essenziale avere un termometro a sonda. Oggi ne esistono di varie tipologie, e il loro prezzo varia molto, ma potete trovarne anche di economici. Io l’ho pagato 15 euro e funziona perfettamente. Potete anche utilizzare il procedimento della “pallina”, come insegna Montersino: in pratica lo zucchero raggiunge la giusta temperatura quando, dopo esservi bagnate le dita con dell’acqua fresca provate a prelevarne una piccola quantità e si forma una pallina. Ovviamente dovete stare molto attenti a non ustionarvi.

Comunque il procedimento consiste nel mettere in un pentolino lo zucchero con l’acqua. Mettere sul fuoco e non girare mai (importantissimo perchè lo zucchero non deve caramellizzare): il tutto deve raggiungere la temperatura di 121°C. Nel frattempo sbattere i tuorli fino a quando non si saranno sbianchiti, quindi, continuando a sbattere, versare lo zucchero liquido a filo.

Lavorare il mascarpone con una forchetta e unirlo alle uova che nel frattempo si saranno completamente raffreddate.

Mettere in frigo per almeno un paio di ore, quindi servire nelle coppe con i cantuccini e volendo con un giro di cioccolato fuso.

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Intreccio di carpaccio di zucchine

Carpaccio di zucchine_03Che emozione! Riabbracciare (metaforicamente ovviamente) il mio blog e ritrovarvi ancora tutti non ha prezzo! Quanto mi è mancato stare lontana da tutto ciò: non è trascorso giorno che il mio pensiero finisse inevitabilmente qua! Il lavoro mi ha tenuta lontano da tutto ciò ma l’esperienza è stata molto interessante e sono sicura che da questo anche il blog trarrà i suoi benefici. Non solo, ancora di più adesso apprezzo le donne che lavorano e con fatica tutti i giorni portano avanti la casa e la famiglia. Per me non è stato facile ma ho la fortuna di avere accanto un uomo meraviglioso che ha saputo prendersi cura dei bambini ed una mamma stupenda che non si è mai tirata indietro ad ogni mia richiesta. I miei figli hanno sopportato stoicamente ogni mia assenza senza mai lamentarsi e questo mi ha permesso di portare a termine il mio impegno.

Adesso mi sto riappropriando piano piano del mio ruolo e della mia casa che ha bisogno di una nuova riorganizzazione, ma soprattutto di una bella pulizia prima che venga la ASL a mettermi i sigilli! Però non potevo prima non passare di qua a salutare tutti ed a lasciarvi una fresca ricetta con le ultime zucchine dell’orto, una ricetta semplice e veloce che potete arricchire e abbellire con un’infinità di ingredienti diversi.

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Ingredienti per 4 persone:

  • 3 zucchine
  • 2 cucchiai di succo di limone Polenghi
  • sale
  • pepe dei Piaceri Tec-Al
  • qualche foglia di menta
  • qualche fiorellino edule (io ho utilizzato il gelsomino)
  • una manciata di pinoli
  • olio EVO Dante

Procedimento:

Lavare molto bene le zucchine, spuntarle e tagliarle a fettine sottili per il senso della lunghezza: per un risultato ottimale vi consiglio di usare una mandolina.

Fare un’emulsione con olio, sale e limone e ricoprirvi le fette, lasciandole marinare per un paio di ore.

Quindi intrecciare le zucchine su un piatto e finire di condirle con il pepe in grani, i pinoli e i fiorellini.

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Involtini di melanzane con fontina DOP

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Ora che ho scoperto le melanzane non mi ferma più nessuno! Io continuo a non mangiarle però mi diverto da matti a cucinarle perchè sono un ingrediente davvero versatile.

Nella nostra cucina, abbinamenti tipici delle melanzane sono la mozzarella nella parmigiana o la ricotta salata nella pasta alla norma. Io ho voluto provarle con la fontina, un formaggio tipico valdostano, cercando di unire in qualche modo il nord con il sud (dove le melanzane crescono rigogliose grazie al clima).

L’origine della fontina sembra risalire addirittura al 1270, ma solo nel 1996ottiene dall’Unione Europea la Denominazione di Origine Protetta (DOP), che sancisce inequivocabilmente come la sua produzione esclusiva debba avvenire in Valle d’Aosta, zona dalle particolari condizioni geografiche, pedologiche, climatiche, agronomiche e culturali, a tutela dai tentativi d’imitazione.

Cito Wikipedia:

“Formaggio grasso a pasta semicruda, ad acidità naturale di fermentazione, fabbricato con latte intero di vacca proveniente da una sola mungitura e munto da non oltre 2 ore. Il latte non deve aver subito, prima della coagulazione, riscaldamento ad una temperatura superiore ai 36 °C.

Viene prodotta esclusivamente con latte intero crudo di bovine di razza valdostana alimentate prevalentemente con foraggio verde nel periodo estivo e con fieno locale nel resto dell’anno.”

E’ una ricetta semplice e veloce con la quale partecipo al contest organizzato dal Circolo dei Buongustai in collaborazione con l’Onaf (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggio).

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Involtini di melanzane_02Ingredienti per 4 persone (3 involtini a persona):

  • 1 grossa melanzana
  • 150 g di fontina DOP
  • olio EVO
  • 150 g di passata di pomodoro
  • 1 spicchio di aglio
  • sale
  • parmigiano (o della ricotta salata)
  • qualche foglia di basilico

Procedimento:

Lavare la melanzana e togliere le estremità. Ricavare dalla melanzana 12 fette sottili in senso verticale.

Mettere le fette in un colapasta, salarle e lasciarle spurgare il loro liquido di vegetazione (ci vorrà circa un’ora di tempo). Tamponarle con un foglio di carta assorbente.

Scaldare una piastra e grigliarvi le melanzane da entrambe le parti. Metterle in un piatto, salarle ancora leggermente e lasciarle raffreddare.

Tagliare la fontina a fettine e da queste ricavarne dei bastoncini che posizionerete sopra le fette di melanzane. Arrotolate quindi le melanzane e posizionatele dentro una teglia da forno leggermente unta di olio.

In una padella scaldare due cucchiai di olio EVO insieme allo spicchio di aglio in camicia. Versarvi il pomodoro, salare, unire il basilico spezzettandolo con le mani e cuocere ancora 10 minuti.

Distribuire la salsa di pomodoro sopra gli involtini, grattugiarvi sopra del parmigiano o della ricotta salata (giusto poca per creare uno strato leggermente croccante) e infornare sotto il grill fino a che la fontina non comincerà a sciogliersi.

Servire caldi.

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Lunedì senza carne: il marito in cucina crea un piatto estemporaneo

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Quest’oggi per il lunedì senza carne ho dato libero accesso in cucina al mio creativissimo marito per fare scempio di quelle che io reputo le fave sacre! Detto così, sembra un po’ una cosa truce, anche perchè in realtà da queste parti le fave sono chiamate baccelli ed io ne vado pazza sin da piccolissima! Dovete sapere infatti che mio padre ha sempre avuto un suo orto e questo era ovviamente uno dei periodi più ricchi: baccelli (appunto), ravanelli (altrimenti chiamati radici qua da noi), cipolline fresche, carciofi e pisellini. Ecco per me questo legume è strettamente legato al 25 aprile e al 1° maggio e fin’ora l’ho sempre mangiato crudo con pane e pecorino o pane e prosciutto. Cuocerlo per me è stato fin’ora un sacrilegio. Pure mio nonno, ricordo vagamente, la pensava come me!

Invece quest’oggi l’uomo in cucina non solo ha cotto le fave ma le ha utilizzate addirittura intere con tutta la loro buccia! Lui si difende dicendo che è un piatto prelibato che ha degustato la prima volta in Spagna! Mah!, sarà vero o è solo un modo per convincermi?

Fatto sta che vedo che comincia ad aprire il frigo e a tirar fuori ogni bendidio. Poco per la verità perchè non ho avuto nè voglia, nè tempo di andare a fare la spesa! E così, gli son bastate poche fave, una carota, mezzo limone e mezza cipolla per fare un antipastino davvero niente male! Ha tagliato tutti questi ortaggi sottilmente e li ha fritti in olio di semi di arachidi dentro al Wok per pochi secondi, cioè quel tanto che bastava per rendere le verdure croccanti.

Ovviamente poi ripulire è toccato a me, ma ne è valsa sicuramente la pena (non diciamolo troppo forte però!) anche perchè oggi è lunedì e ormai lo sappiamo, il lunedì è rigorosamente senza carne!

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Parmigiana monoporzione

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Per chi non avesse letto i post pubblicati lo scorso anno, lo ripeto qua: IO ODIO LE MELANZANE!!! Vi giuro che mi sono impegnata: ho provato ad assaggiarle e cucinarle in tutti i modi, ma è un ortaggio che proprio non vuole entrare nelle mie grazie! Negli anni, soprattutto dopo essere diventata foodblogger, ho imparato ad essere meno schizzinosa, ad assaggiare tutto e anche ad apprezzare molti alimenti che prima non mi piacevano. Le melanzane al momento risultano essere il mio grave handicap perchè da questo periodo dell’anno fino ad autunno inoltrato comincerò a vedere sul web ed in tv le più variopinte ricette con questo ortaggio e io mi mangerò le mani perchè so già che non le sperimenterò a causa della mia avversione! Si, perchè quando un alimento non piace, è difficile anche cucinarlo come si deve.

Però, quando una cara amica viene a trovarti e ti fa dono dei frutti dell’orto del padre, come si fa a rifiutare? Di buttare via proprio non se ne parla, e così, visto che comunque il marito adora le melanzane, visto che comunque è lunedì e io devo, e soprattutto VOGLIO pubblicare il post per la rubrica del “lunedì senza carne” ho deciso che avrei fatto un classico per eccellenza per quanto riguarda le melanzane, cercando però di renderlo più leggero, meno elaborato e più veloce, ma sempre molto saporito. In questa versione monoporzione a me piace presentarlo come antipasto. Una ricetta che certo ci ricorda l’estate che tanto aspettiamo. Quest’anno si sta facendo attendere, ma i primi caldi sono già cominciati ed io ho già provveduto a togliere i piumini pesanti dai letti e a sostituirli con quelli leggeri. Solo questo pensiero a me fa stare allegra. E’ un lento risveglio ma sempre piacevole! Del resto lo scorso anno abbiamo tutti sofferto per la siccità ed è quindi meglio che continui a piovere un po’ adesso piuttosto che lasciare a secco i nostri campi! Voi che ne pensate?

Per tornare al “Lunedì senza carne”, dopo oramai quattro settimane, posso ben dire che questa esperienza mi ha accresciuto notevolmente, portandomi a leggere e a documentarmi sempre più. Per quanto mi riguarda, per la mia famiglia ormai non si parla più di lunedì, anzi, potrei adesso proporre un nuovo libro: “Il mercoledì e il sabato con la carne”, si perchè ormai acquisto carne o pesce non più di due-tre volte a settimana e sto sempre molto attenta alla qualità. E’ stato un cambiamento naturale, che finora non ha comportato sacrifici, ma che anzi ci ha portato a scoprire nuovi ingredienti. Mi ripeto, ma penso che non sia mai abbastanza farlo, è una scelta che tutti noi dovremmo fare per il nostro bene, per quello del pianeta e per quello degli animali. Non si chiede di diventare vegetariani, ma di ridurre il consumo di carne. Tra l’altro, mi sto accorgendo, che anche il mio portafoglio ci sta guadagnando.

Permettetemi di fare solo una piccola riflessione (provocazione) a questo punto, che potrete pure criticare o commentare come meglio credete o che può essere solamente uno spunto di riflessione, ma l’altro giorno sono stata al negozio bio dove mi rifornisco e la titolare mi ha raccontato che i loro prodotti freschi sono tutti biologici e che è il meglio che c’è sul mercato mondiale, quindi spesso sono prodotti che vengono importati o che comunque arrivano da posti lontani. Ecco, a questo punto mi sono chiesta il senso di tutto ciò: che senso ha acquistare un ananas che viene dall’Ecuador perchè bio? Allora non è meglio farne a meno e comprare magari delle arance a km 0 anche se non sono bio?

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Ingredienti per 6 persone:

  • 1 melanzana tonda
  • 1 barattolo di passata di pomodoro (io ho utilizzato quella al basilico di Mediterranea Belfiore)
  • 1 mozzarella fiordilatte
  • olio EVO
  • sale
  • pepe
  • pecorino romano
  • basilico

Procedimento:

Lavare la melanzana e tagliarla a fette. Salarle e lasciarle per un’ora dentro uno scolapasta per fargli perdere l’eventuale acqua di vegetazione. Mettere sul fuoco una gratella antiaderente dal fondo spesso e quando sarà molto calda, posizionarvi sopra le fette di melanzane. Arrostirle per pochi minuti da entrambi i lati.

In una pirofila da forno formare le nostre parmigiane alternando le melanzane con la passata di pomodoro (che andrà precedentemente condita con sale e olio), il pecorino grattugiato e le fette di mozzarella. Terminare con il basilico sopra la mozzarella e spolverare con del pepe tritato al momento. Un filo di olio per completare.

Infornare a 200° C fintanto che la mozzarella non si sarà squagliata e il tutto comincerà a prendere colore.

Servire caldo.

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