Taieddhra classica, classicissima per l’MTchallenge

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Lo ammetto: quando ho visto chi aveva vinto L’MTC di aprile ho cominciato ad avere paura che qualche cosa fosse stato fatto sotto il mio naso e non mi fossi accorta di nulla. Qualche piccolo dubbio è rimasto fintanto che il nome della moglie del vincitore non è uscito fuori! Cristian ci ha sbarazzato tutte alla prima ed è stato davvero bravo ed originale con il suo chili e la “salsola” che, tra l’altro, non avrei mai potuto sapere cosa fosse se non grazie all’MTC. Sono contenta dunque di non essere io quella che d’ora in avanti deve guardarsi bene alle spalle (ma non è detto che presto non mi faccia qualche scherzetto pure il mio lui che di fantasia ne ha da vendere) e quindi sono ben lieta di partecipare questo mese con la ricetta che ci propone Cristian, una ricetta pugliese già provata da me tempo fa ma con scarso successo. O meglio, il sapore era buonissimo, ma il riso era venuto piuttosto scotto. Quindi questa volta mi sono attenuta pedissequamente alla ricetta di un vero pugliese ed ho scelto di utilizzare lo stesso riso che ha usato lui tradendo il mio fedelissimo (ma non troppo, in questo caso) Carnaroli. In casa poi sono la sola ad avere un amore profondo nei confronti delle cozze (quasi da farmi del male) però sono voluta rimanere fedele alla ricetta e non cambiare neanche il pesce: alla fine tutte le cozze sono finite nel mio piatto!, ma il riso con le verdure è piaciuto tanto e questa volta era cotto a puntino! La teglia, che per attenersi rigorosamente alle regole, dovrebbe essere di coccio. Io purtroppo non l’avevo (a buon intenditor poche parole) e così ne ho usata una in ceramica e… siccome non era molto grande, ne ho fatta un’altra in una teglia UltraPro della Tupperware rotonda. Ora, non avendo mai assaggiato altre tielle, devo dire che non mi sono accorta di differenze tra l’una e l’altra.

Ingredienti per 6 persone circa:

  • 300 g di riso Roma
  • 2 patate medie
  • 1 chilo e mezzo di cozze
  • mezza cipolla
  • 2 zucchine
  • 2 pomodori
  • 50 g di parmigiano grattugiato
  • olio extravergine d’oliva Dante
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Procedimento:
Pulire le cozze togliendo loro la barba e grattando con una spugnetta di acciaio le incrostazioni dai gusci. A vostro piacimento potrete aprire le cozze a crudo (per il procedimento vi rimando direttamente al post di Cristian che spiega dettagliatamente come fare) oppure mettendole in una padella con il coperchio sul fuoco (senza aggiungere acqua). Appena cominceranno ad aprirsi spegnere il fuoco. Sgusciare le cozze e filtrare il liquido rimasto in padella.
Lavare le zucchine e i pomodori e sbucciare le patate e le cipolle. Lavare le patate. Con una mandolina (e questa ricetta mi ha dato l’occasione per provare per la prima volta il fantastico Mandolino della Tupperware) tagliare a fettine sottili le patate, le zucchine e le cipolle. Metterle in una ciotola e condirle con olio e poco sale.
In un piatto mettere anche i pomodori tagliati a filetti.
Assemblare la teglia: mettere un filo di olio EVO Dante sul fondo e distribuirvi metà delle verdure (escluso i pomodori).
Distribuirvi sopra il riso, quindi le cozze e i filetti di pomodori e metà parmigiano. Ricoprire con il resto delle verdure e del parmigiano e irrorare con l’acqua delle cozze che deve arrivare a filo delle verdure, se non dovesse bastarvi quella delle cozze aggiungete ancora un po’ di acqua naturale per arrivare a livello.
Irrorare con un filo d’olio Dante e quindi infornare a 160° per circa un’ora (ma molto dipenderà dal riso che avrete usato, pertanto vi consiglio dopo circa 40 minuti di controllarne la cottura assaggiando).  Se necessario, nell’ultimo quarto d’ora accendere il grill per far dorare le verdure.
Trascorso il tempo di cottura, togliere dal forno e far riposare per circa 15 minuti, quindi servire!
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Con questa ricetta partecipo all’MTC di maggio:
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Alcune informazioni per evitare contaminazioni in cucina

Dopo aver frequentato il corso Haccp ho cominciato a riflettere meglio su come vengono conservati gli alimenti e sui comportamenti da tenere affinchè essi non vengano contaminati da virus e batteri. L’igiene in cucina è importante più che altrove e sebbene ognuno di noi cerchi di tenere il più possibile pulito e in ordine, può capitare di tralasciare alcuni aspetti fondamentali. Non meno importante è sapere come disporre gli alimenti nel frigorifero, perchè forse non tutti sanno che all’interno del nostro frigo non vi è un’unica temperatura. Dividere un alimento di origine vegetale da uno di origine animale è fondamentale, così come collocare separatamente gli alimenti cotti da quelli crudi.

Ecco che navigando nel web ho trovato questo interessantissimo post che mi fa piacere condividere con voi.

Quindi quest’oggi nessuna ricetta, ma vi lascio in compagnia di questa breve ma utilissima lettura.

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Microbi e batteri si insediano nei luoghi più improbabili, ecco un veloce vademecum sui luoghi e gli attrezzi che vengono trascurati nelle pulizie quotidiane della cucina. Le contaminazioni alimentari non avvengono solamente al ristorante o con il cibo take away. Anche nelle cucine di casa occorre prendere alcuni accorgimenti per scongiurare spiacevoli contaminazioni che possono provocare disturbi dell’apparato gastro-intestinale o intossicazione. NSF International, un’organizzazione indipendente che si occupa su scala globale di salute pubblica e ambiente ha compiuto un’approfondita indagine sull’igiene in cucina, per capire in quali sedi possono trovare terreno fertile batteri quali escherichia coli, salmonella, listeria e muffe. L’indagine ha scoperto che molti di questi luoghi e/o attrezzi che vengono regolarmente utilizzati possono essere la sede ideale per la proliferazione dei batteri. NSF ha così stilato una guida in nove punti per capire che cosa è bene fare e non fare per evitare spiacevoli problemi di salute, ve la proponiamo con qualche modifica e i necessari adattamenti alle abitudini domestiche italiane:

1)    Pulire il cassetto delle verdure del frigorifero ogni mese, con acqua calda, un detergente delicato o del bicarbonato di sodio. Dopo risciacquare e asciugare con un panno pulito. Tenere ben separate le verdure da carne, pollame e pesce e da tutti i cibi preparati.

2)    Pulire il cassetto delle carni mensilmente, intervenire subito se c’è sgocciolamento di sangue proveniente dalla carne.

3)    Pulire il frullatore con accuratezza dopo ogni utilizzo lavando guarnizioni, gruppo lama, il vaso e il coperchio.

4)    Lavare l’apriscatole per pulire eventuali residui di olii o cibi.

5)    Lavare posate e accessori di gomma, plastica e metallo in modo da rimuovere residui di cibo. Molto importante è pulire la grattugia dopo ogni utilizzo, poiché negli interstizi metallici potrebbero depositarsi residui di formaggio o altri alimenti facilmente deperibili che potrebbero cadere successivamente con il rischio di contaminazione dei cibi freschi. Stesso discorso per altri attrezzi come mattarelli, rotelle, mastelli e macchine per la pasta fatta in casa.

6)    Pulire i dispenser del ghiaccio o dell’acqua, caraffe e bollitori (questi ultimi con acqua e aceto) per evitare la proliferazione di germi o l’ingestione di particole calcaree.

7)    Pulire il filtro della lavastoviglie e compiere un lavaggio a vuoto della medesima ogni 5-6 settimane, permette di eliminare sporcizia e di impedire la formazione di calcare.

8)    Lavare il blocco coltelli, le cui fessure sono un nido ideale per i microbi. Dopo una lunga immersione in acqua bollente miscelata con candeggina operare un accurato risciacquo.

9)    Lavare i contenitori per alimenti in vetro e plastica, con particolare cura per i solchi in cui i coperchi aderiscono al contenitore. Attenzione alle alte temperature della lavastoviglie che potrebbero compromettere l’utilizzo quando non deformare in maniera irrimediabile le parti in plastica.

Fonte: NSF

Fonte:http://5minutiperlambiente.wordpress.com/2013/05/15/igiene-in-cucina-nove-regole-doro-per-combattere-microbi-e-contaminazioni/

Crostata alla crema di nocciole con doppia cottura

Oggi è il quattordicesimo giorno di dieta e ho messo a dura prova la mia forza di resistenza alle tentazioni con uno dei dolci più calorici che io conosca!

Per la verità volevo testare la nuova griglia per fare la crostata e ora posso dire che è un attrezzo davvero utile perchè finora era sempre stato un dramma per me fare la grata sopra le crostate. Purtroppo però, c’è stato un piccolo incidente nel momento in cui dovevo posizionare la griglia sulla nocciolata perchè metà si è ripiegata malamente su se stessa. Quella che vedete nella foto è la parte che sono riuscita a salvare. La prossima volta sarò più fortunata! In compenso mi hanno riferito che era buonissima. “Era” perchè se la son già pappata tutta e così (fortunatamente) a me non restano neanche le briciole.

Ho preferito usare per questo dolce la doppia cottura e non fare come si fa normalmente con le crostate con la confettura perchè secondo me la nocciolata in cottura si secca un po’, invece in questo modo è rimasta morbidissima.

La scelta della farina è ricaduta su quella di farro perchè trovo che sia una farina che dà quel che di rustico alle frolle. Ma andrà benissimo qualsiasi altra farina.

Infine la Nocciolata Rigoni di Asiago perchè è biologica e quindi preferibile a qualsiasi altra crema alla nocciola e cacao, soprattutto se destinata ai bambini. E’ più digeribile ed è senza glutine.

In questi mesi ho avuto modo di testare molti prodotti di questa ditta perchè mi hanno inviato la fornitura per una anno per la colazione in seguito alla vincita di un contest. Conoscevo già questi prodotti perchè ho sempre prediletto le marmellate senza zucchero e biologiche, ma grazie a questo invio ho potuto assaggiare marmellate e confetture dai gusti più insoliti.

Ingredienti:

Procedimento:

Mettete tutti gli ingredienti (escluso la nocciolata) nel Bimby e impastate per 30 sec. a vel. 4. Raccogliete il composto e componete una palla che avvolgerete nella pellicola trasparente e metterete in frigo per circa 20 minuti.

Togliete l’impasto dal frigo e dividetelo a metà. Stendete la prima metà sopra un foglio di carta forno e disponete questa sfoglia sulla griglia. Passate il mattarello e otterrete la griglia di frolla da mettere sopra la nocciolata, ma che nel frattempo riposizionerete in frigorifero. Unite gli avanzi di frolla alla metà del vostro panetto.

Ovviamente se non avete l’attrezzo apposito potrete sempre creare la vostra griglia manualmente.

Stendere la seconda metà dell’impasto e posizionarlo nello stampo da crostata (se necessario prima ungetelo col burro e infarinatelo). Bucherellare il fondo con una forchetta e ricoprirlo con un foglio di carta forno su cui posizionerete dei ceci. Questa operazione servirà a non farlo crescere in cottura.

Cuocete per 20 minuti a 180°C, quindi estraete la base dal forno, togliete i ceci e il foglio di carta e distribuite la nocciolata che con il calore sarà ancora più malleabile. Prendere la griglia dal frigo e posizionarla sopra la nocciolata. Infornare di nuovo a 180° per altri 15-20 minuti, o comunque finchè la griglia non comincerà a colorirsi, quindi sfornare e lasciar raffreddare nello stampo.

Se lo desiderate, prima di servirla, spolverizzatela con dello zucchero a velo.

Spaghetti alla chitarra 2, questa volta semplicemente…al ragù

 

Complice l’arrivo del frescolino autunnale la voglia di mettersi ai fornelli è finalmente tornata insieme alla voglia di preparare quei piatti che danno un senso di calore al cuore e che hanno bisogno di cura e dedizione.

Vi avevo già parlato degli spaghetti alla chitarra qui, ma questa volta ho scelto di farli in maniera più tradizionale, sia nell’impasto che nel condimento.

Sapete già che io sono molto affezionata alla mia chitarra perchè è stato un dono di mia suocera prima che ci lasciasse e perchè lei era bravissima a prepararli. Un piatto che per me è legato anche al ricordo di un’altra persona cara, mia zia Maria, che però usava tagliarli a mano con una precisione che aveva dell’incredibile! In questo caso assumevano il nome di manfrigoli, perchè mia zia era umbra.

Questa volta, come dicevo, ho deciso di condirli con un buon ragù, la cui ricetta la trovate qua, ma questo tipo di pasta lega veramente con ogni tipo di condimento: funghi e salsiccia, zucchini e gamberetti, pesto di rucola e pomodorini… sono solo alcuni esempi.

Se non avete questo strumento vi invito a cercarlo su internet, il costo si aggira sui venti euro ma secondo me sono soldi spesi bene perchè è una vera soddisfazione suonare questa chitarra.

Mi raccomando però alla cottura: rigorosamente al dente!

 

Ingredienti:

  • 4 uova grandi (1 a persona)
  • 400 g di semola di grano duro
  • 1 pizzico di sale
  • ragù

Procedimento:

Io ho preparato l’impasto direttamente tutti gli ingredienti nel Bimby e azionandolo per 2 minuti a Vel. Spiga. Se non avete un robot da cucina potete impastare a mano mettendo la farina su una spianatoia e rompendovi le uova al centro, aggiungere anche il pizzico di sale e impastare. Lavorare a lungo.

Formare una palla con l’impasto e farla riposare per circa un’ora sulla spianatoia coperta con un canovaccio.

Dividere il panetto in sei parti e tirare di ognuno una sfoglia che dovrà essere larga e lunga non più della vostra chitarra. Dovrete ottenere delle sfoglie non più alte di 2-3 mm.

Posizionare la prima sfoglia sulla chitarra e passarvi sopra il mattarello in modo da tagliare la pasta. Se gli spaghetti non cadono giù tutti, suonate la vostra chitarra e vedrete che scenderanno giù magicamente.

 

 

 

 

Continuate con il resto delle sfoglie e man mano mettete i vostri spaghetti su di un vassoio infarinato.

Mettere sul fuoco una pentola d’acqua con il sale. Quando bolle versarvi gli spaghetti e cuocerli al dente, basteranno circa due minuti.

Nel frattempo avrete scaldato il vostro ragù. Scolate gli spaghetti e versateli nel ragù. Fateli saltare e serviteli immediatamente, magari spolverizzandoli con una bella grattugiata di parmigiano.

Con questa ricetta partecipo al contest de “La Cultura del Frumento”:

Il ragù che mi ha insegnato a fare nonna Pina

Ebbene si: il ragù! Sembrerà strano pubblicare questa ricetta, perchè si da per scontato che tutte noi lo sappiamo fare, ma proprio l’altro giorno mi son trovata a parlare con una mia amica che di casalinga ha davvero poco (anche se bisogna dire che si impegna molto) la quale mi chiedeva dei consigli su come prepararlo perchè, nonostante ormai sia sposata da alcuni anni, ancora non ci si era ancora mai cimentata!

Io sono rimasta un po’ sbalordita perchè in casa mia un buon barattolo di ragù (anche congelato) non manca mai: sempre utile per condire un buon piatto di pasta quando non si ha altro a disposizione, e i bambini adorano le tagliatelle, che in casa nostra si chiamano proprio “Le tagliatelle di nonna Pina” in quanto la loro nonna si chiama realmente Pina e il ragù è un suo insegnamento!

Si, perchè la mia mamma mi ha messo ai fornelli molto presto (e ora non posso far altro che ringraziarla). Ho cominciato con i dolci (coi quali non era facile bruciarsi), poi ho cominciato a tagliare verdure per fare i minestroni e, prima di arrivare a fare l’arrosto, mi sono cimentata nel ragù che serviva, tra l’altro, a condire le lasagne della domenica (anche le sfoglie di pasta ovviamente erano fatte a mano e stese ad asciugare su dei bastoni sospesi tra due sedie).

Certo a dire ragù si fa presto, ma in effetti lo si cominciava a preparare sin dall’estate quando ci riunivamo tutti e cominciavamo a tagliare, cuocere e passare i pomodori. Ma questa è un’altra storia.

Il ragù mi ricorda molto l’inverno perchè noi in cucina avevamo una grossa stufa a legna ed era su questa che venivano preparati i cibi che avevano bisogno di una lunga cottura, ed il ragù non era da meno.

Adesso, non avendo una stufa a legna, l’unica cosa che differenzia il mio ragù da quello di mia mamma è che io lo preparo in una deliziosa pentola di pietra (regalo di nozze) adatta a cotture molto lunghe come appunto ragù o stufati!


E quindi eccoci agli ingredienti!

Ingredienti:

  • 2 salsicce
  • 300 g di buon macinato
  • 1 barattolo di concentrato di pomodoro
  • 1 bicchiere di vino bianco
  • 1 spicchio di aglio
  • mezza cipolla
  • prezzemolo
  • 1 peperoncino
  • 1 costa di sedano
  • mezza carota
  • qualche foglia di basilico
  • 800 g di passata di pomodoro
  • olio EVO
  • sale q.b.

Procedimento:

Tritare gli odori (sedano, carota, aglio, prezzemolo, cipolla) aiutandosi con una mezzaluna o con un frullatore. Fare quindi soffriggere in abbondante olio.

Aggiungere la carne macinata e la salsiccia cercando di sbriciolarle grossolanamente con un mestolo di legno. Salare (io uso il sale grosso) e mescolare bene fino a quando non si sarà bene insaporita. Sfumare col vino bianco.

Quando quest’ultimo sarà evaporato, aggiungere il concentrato di pomodoro e mescolare. Quando il tutto si sarà ben amalgamato, versare la passata di pomodoro. A questo punto non resta altro che fare che… aspettare! Il tempo di cottura minimo è 2 ore, ma più lo si farà cuocere e più sarà saporito. L’importante è che sobbollisca appena.

 

 

Crumble con gli zucchini

E finalmente ieri sera sono riuscita a preparare questo piatto che era un po’ che mi faceva l’occhiolino dal blog Alterkitchen della mia amica Giulia, la cui amicizia è nata da un’altra passione: quella per i libri, in particolare per i gialli, thriller e quant’altro, ma poi abbiamo scoperto di avere anche quest’altra cosa in comune e allora… eccoci qua!

Gli zucchini! Uno dei miei vegetali preferiti e che trovo che si prestino per una miriade di ricette. Ieri appunto le ho utilizzate in questo modo insolito, insolito soprattutto per un crumble essere salato, ma l’idea è davvero geniale!

Ingredienti:

  • 500 gr di zucchine
  • 150 g di feta
  • qualche fogliolina di menta
  • sale
  • olio EVO
  • 1 cucchiaio di semola
  • 150 g di farina 00
  • 80 g di burro
  • peperoncino

Preparazione:

La prima cosa da fare dopo aver lavato e spuntato le zucchine, è quella ingrata di grattugiarli. Fortuna che esistono degli attrezzi in grado di farci risparmiare tempo!

E così, col mio Saladino, in men che non si dica, le mie zucchine erano pronte per essere condite. Prima ho messo il cucchiaio di semola che serve per assorbire l’acqua di vegetazione e ho mescolato bene, poi  ho messo un po’ di sale, un po’ di olio, la menta tritata e la feta precedentemente schiacciata. Ho mescolato ancora e questo è il risultato:


Ho messo nella teglia precedentemente unta con un po’ di olio:

Adesso facciamo il crumble mettendo in un recipiente la farina con un po’ di sale, di peperoncino e il burro tagliato a tocchetti. Ho cominciato a lavorare il tutto con le punte delle dita in modo da formare delle briciole. Quando il risultato mi è sembrato ottimale l’ho versato sulle zucchine e l’ho livellato.

Adesso non rimane che infornare: a 180° C per 30 minuti. Io ho optato per la funzione ventilata per far in modo che asciugasse bene il sopra e verso la fine della cottura ho acceso anche un po’ il grill per fargli prendere un po’ di colore. Ma in questo ognuno deve regolarsi col proprio forno.

E’ pronto!

Come con tutte le preparazioni col burro, meglio lasciar raffreddare un pochino e poi si può servire: