Quante soddisfazioni mi da il mio lievito madre: i suoi figli sono sparsi per tutta la provincia di Livorno ed è un piacere vederlo crescere. Ha un profumo buonissimo, non è più acido come un tempo e quando ce l’ho fra le mani mi dà veramente un senso di pace e di riconnessione col mondo. Lo metto a riposare nel suo barattolo e dopo qualche ora lo vedo lì, esuberante come non mai, uscire fuori e strabordare, ricco di bolle e di voglia di vivere. E’ un figlio da accudire, ma ti dà sicuramente molti meno pensieri! Però, c’è un però…
Mi capita di frequentare molti gruppi facebook di panificazione e necessariamente scorgo la differenza tra la mia panificazione e quella di altre blogger: quello a cui ambisco io è un pane ricco di alveolature, che, nonostante i miei vari tentativi, ancora non sono riuscita ad ottenere. Vi giuro che non me ne faccio una ragione perchè ritengo che il mio lievito sia bello attivo e non capisco perchè non voglia darmi questa soddisfazione.
Questa volta ho provato a seguire i consigli di Barbara di Bread & Companatico: secondo lei può dipendere dall’idratazione, dal lievito o dal tipo di farina! Allora non mi resta che andare per esclusione: il lievito mi sembra in perfetto stato, la farina è di ottima qualità, non mi resta che modificare l’idratazione! Decido quindi di prelevare una parte del mio lievito e di idratarlo al 100%, quindi opto per una idratazione del mio pane all’85%. A questo punto l’impasto era molto liquido, impossibile pensare di lavorarlo e dargli una forma. Decido quindi di aggiungere altra farina e arrivare quindi ad una idratazione del 50% (500 g di acqua su 1 Kg di farina). A questo punto ottengo un buon impasto e mi sembra che sia perfetto per dargli la forma decisa questo mese per l’école de boulangerie del gruppo facebook panissimo, il pain fendu, di cui potete vedere una esauriente spiegazione qui.
Alla fine non ho ottenuto le tanto sospirate bolle (semmai quelle possono essere venute a me a forza di insistere), ma il pane era davvero buono e profumato.
Ingredienti per due pain fendu:
- lievito madre (100 g di lievito rinfrescato con 100 g di acqua e 80 g di farina tipo 1)
- 1 Kg di farina bio ai tre cereali (grano tenero, farro e segale)
- 450 g di acqua + 50 g
- 1 cucchiaino di malto di mais
- 10 g di sale
Procedimento:
Quando il lievito madre sarà pronto per l’utilizzo, mettetelo nell’impastatrice con il malto e i 450 g di acqua tiepida. Azionare l’impastatrice (nel mio caso il Bimby a vel.5 per 20 secondi) per far sciogliere il lievito. Aggiungere la farina e impastare per un paio di minuti. Nel frattempo scaldare i restanti 50 g di acqua e sciogliervi il sale. Unire all’impasto con il lievito.
Continuare ad impastare a mano per altri 5 minuti, quindi mettere l’impasto a lievitare fino al raddoppio, coprendolo con un canovaccio e mettendolo al riparo da correnti di aria.
Quando l’impasto sarà pronto, metterlo sul piano di lavoro, dividerlo a metà e dare forma ai due pani con un mattarello come nel video linkato più su. Posizionare su una teglia da forno coperta di carta, coprire e lasciar lievitare ancora 1 ora e mezzo.
Cuocere in forno preriscaldato a 210°C per i primi 10 minuti, quindi abbassare a 180° e cuocere ancora per 30 minuti.
A cottura ultimata, far raffreddare su una griglia.
Inutile che vi dica quanto questo pane sia buono con l’olio novo appena franto che mi ha portato mio padre!