Pomodori ripieni di riso

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No, non sono sparita e dimostrazione è che ora sono qua! Il fatto è che negli ultimi mesi la mia vita è stata completamente rivoluzionata da un evento, oserei dire, quasi miracoloso di questi tempi e successivamente è entrato il caos. Tranquillizzo tutti gli amici, i parenti e i conoscenti che non sono in attesa del quarto figlio! Ho dovuto però abbandonare alcuni miei interessi per dedicare il mio tempo ad altre cose più urgenti e mi sono detta che il blog avrebbe potuto aspettare fino a settembre. Ma che foodblogger sarei se non sentissi la mancanza del mio “bambino”? Non ho resistito e mi son detta che una ricettina (magari anche due) prima di partire per le meritate ferie me la sarei potuta concedere, per me e per tutti coloro che mi seguono.
Inoltre, questa ricetta è rigorosamente estiva e non potevo proporvela a ottobre, tempo semmai di castagne.
Perciò eccomi qui, con una ricetta della tradizione romana, i pomodori ripieni di riso, una ricetta semplicissima e con pochissimi ingredienti ma… c’è sempre un ma… la vera difficoltà sta nell’indovinare la giusta cottura del riso. Il problema si potrebbe risolvere scegliendo un riso parboiled che tiene la cottura, ma i puristi potrebbero non essere daccordo. Io ho scelto un riso originario ed è venuto cotto piuttosto bene utilizzando alcuni accorgimenti di cui vi parlerò nel procedimento.
Questo piatto è uno dei preferiti di mio marito, romano doc; mia suocera glieli preparava ogni volta che lo andava a trovare sapendo quanto li adorasse e devo dire che buoni come quelli che preparava lei non li abbiamo mai mangiati… Fortuna ha voluto che mi ha tramandato la ricetta e ora voglio condividerla con voi.

Pomodori col riso_02

Ingredienti per 4 persone:

  • 200 g di riso originario (circa un cucchiaio per pomodoro)
  • 8 pomodori tondi maturi
  • 1 spicchio di aglio
  • prezzemolo
  • sale
  • olio EVO

Procedimento:

Questa ricetta necessita di alcune ore di riposo affinchè si riesca ad ottenere una cottura ottimale, quindi almeno 3/4 ore prima della cottura (ma va benissimo anche la sera prima) lavare i pomodori, tagliare la calotta ad ognuno e svuotarli dalla polpa e dai semi che raccoglierete in una ciotola. Salate internamente i pomodori e metteteli a scolare a testa in giù. Prendete la polpa e i semi ottenuta dallo svuotamento e frullateli insieme all’aglio, la menta e il prezzemolo. Aggiungete anche l’olio e il riso e salate. Mettete in frigorifero  riposare per il tempo necessario ad ammorbidire il riso.

Prendete dunque i pomodori e riempiteli con il riso preparato. Considerate che il riso tende a gonfiarsi in cottura e quindi è meglio non riempirli troppo per evitare che si rompano. Mettete sopra ad ognuno la sua calotta. Ungete una teglia e se vi è avanzato un po’ di riso distribuitevelo dopo aver posizionato i pomodori. Cuocete in forno a 200° per circa 30 minuti cercando di tenere idratato il riso con il liquido di cottura o eventualmente aggiungendo qualche cucchiaio di brodo vegetale. Controllate comunque la cottura dopo i primi 20 minuti perchè ogni riso ha i suoi tempi.

Fate raffreddare leggermente oppure mangiateli freddi. Il giorno dopo saranno ancora più buoni, ideali da mangiarseli sotto l’ombrellone.

Il piatto originale prevede che questi pomodori siano accompagnati da delle patate cotte direttamente nella teglia con loro.

Pomodori col riso_04Tornerò presto con una seconda ricetta di pomodori ripieni.

Stay tuned!!!

Tre cereali con le fragole e limone aromatizzati alla birra allo zafferano

Tre cereali e fragole_01

Anche oggi è lunedì e io sono puntuale al classico appuntamento del “Meat Free Monday” a cui mi sembra stiano aderendo sempre più persone.

A tale proposito quest’oggi vorrei riportarvi un piccolo passo del libro di Paul McCartney:

“(…) mangiare meno carne è anche una scelta compassionevole. Per rispondere alla domanda mondiale di hamburger, salsicce, bistecche e bocconcini circa 60 miliardi di animali sono allevati e macellati ogni anno. La stragrande maggioranza viene allevata in modo intensivo in “fattorie fabbriche”, nelle quali sono stipati in recinti o gabbie piccole, sporche e sovraffollate, La vita di un animale da allevamento è breve e infelice, e termina con una fine cruenta al mattatoio”.

Vi lascio queste poche frasi su cui riflettere insieme alla ricetta di oggi per confermare ancora una volta che è possibile servire in tavola piatti genuini e raffinati anche utilizzando soltanto i prodotti della nostra terra a patto che siano prodotti freschi e di stagione e possibilmente a Km 0.

Lo scorso anno ricordo che nei blog, compreso il mio, proliferavano le ricette di riso alle fragole. Quest’anno invece noto che questo piatto sia stato un po’ messo da parte ecco perchè mi è venuta voglia di riproporlo anche se con qualche modifica. Le modifiche sono essenzialmente dovute, devo ammetterlo, al fatto che l’ho dovuto proporre con quello che avevo in casa, quindi birra homemade by husband e miscela di tre cereali (riso, orzo e farro) perchè aprendo la dispensa mi son resa conto che di riso non ce n’era più!!! Sono proprio una casalinga disperata.

L’insieme però devo dire che non era per niente male, anzi, forse da preferire al classico per la sua particolarità.

Tre cereali e fragole_02

Ingredienti per 4 persone:

  • 350 g di mix ai tre cereali (riso, orzo e farro in egual proporzioni)
  • 3 cucchiai di olio EVO
  • 1 scalogno
  • 1/2 litro di birra blanche (la mia era aromatizzata allo zafferano)
  • Brodo vegetale q.b.
  • 10 fragoloni
  • la scorza di mezzo limone bio
  • prezzemolo tritato
  • sale

Preparazione:

Versare 2 dei 3 cucchiai di olio EVO in una larga pentola dai bordi bassi e unire lo scalogno tritato. Non appena comincerà a sfrigolare unire anche il mix di cereali e tostarli leggermente. Annaffiare con la birra e continuare la cottura aggiungendo man mano che occorre il brodo vegetale preparato precedentemente con carota, cipolla e sedano. Salare.

Poco prima che il mix abbia raggiunto la cottura unire le fragole tagliate dapprima a metà e poi a fettine, il prezzemolo e la scorza di limone tritati.

Appena cotto, lasciar riposare 3-4 minuti coperto. Irrorare con un altro cucchiaio di olio e servire.

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Con questa ricetta partecipo alla raccolta di maggio di Salutiamoci ospitata dal blog Ricetteveg:

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e alla Raccolta della Cucina della Capra:

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Taieddhra classica, classicissima per l’MTchallenge

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Lo ammetto: quando ho visto chi aveva vinto L’MTC di aprile ho cominciato ad avere paura che qualche cosa fosse stato fatto sotto il mio naso e non mi fossi accorta di nulla. Qualche piccolo dubbio è rimasto fintanto che il nome della moglie del vincitore non è uscito fuori! Cristian ci ha sbarazzato tutte alla prima ed è stato davvero bravo ed originale con il suo chili e la “salsola” che, tra l’altro, non avrei mai potuto sapere cosa fosse se non grazie all’MTC. Sono contenta dunque di non essere io quella che d’ora in avanti deve guardarsi bene alle spalle (ma non è detto che presto non mi faccia qualche scherzetto pure il mio lui che di fantasia ne ha da vendere) e quindi sono ben lieta di partecipare questo mese con la ricetta che ci propone Cristian, una ricetta pugliese già provata da me tempo fa ma con scarso successo. O meglio, il sapore era buonissimo, ma il riso era venuto piuttosto scotto. Quindi questa volta mi sono attenuta pedissequamente alla ricetta di un vero pugliese ed ho scelto di utilizzare lo stesso riso che ha usato lui tradendo il mio fedelissimo (ma non troppo, in questo caso) Carnaroli. In casa poi sono la sola ad avere un amore profondo nei confronti delle cozze (quasi da farmi del male) però sono voluta rimanere fedele alla ricetta e non cambiare neanche il pesce: alla fine tutte le cozze sono finite nel mio piatto!, ma il riso con le verdure è piaciuto tanto e questa volta era cotto a puntino! La teglia, che per attenersi rigorosamente alle regole, dovrebbe essere di coccio. Io purtroppo non l’avevo (a buon intenditor poche parole) e così ne ho usata una in ceramica e… siccome non era molto grande, ne ho fatta un’altra in una teglia UltraPro della Tupperware rotonda. Ora, non avendo mai assaggiato altre tielle, devo dire che non mi sono accorta di differenze tra l’una e l’altra.

Ingredienti per 6 persone circa:

  • 300 g di riso Roma
  • 2 patate medie
  • 1 chilo e mezzo di cozze
  • mezza cipolla
  • 2 zucchine
  • 2 pomodori
  • 50 g di parmigiano grattugiato
  • olio extravergine d’oliva Dante
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Procedimento:
Pulire le cozze togliendo loro la barba e grattando con una spugnetta di acciaio le incrostazioni dai gusci. A vostro piacimento potrete aprire le cozze a crudo (per il procedimento vi rimando direttamente al post di Cristian che spiega dettagliatamente come fare) oppure mettendole in una padella con il coperchio sul fuoco (senza aggiungere acqua). Appena cominceranno ad aprirsi spegnere il fuoco. Sgusciare le cozze e filtrare il liquido rimasto in padella.
Lavare le zucchine e i pomodori e sbucciare le patate e le cipolle. Lavare le patate. Con una mandolina (e questa ricetta mi ha dato l’occasione per provare per la prima volta il fantastico Mandolino della Tupperware) tagliare a fettine sottili le patate, le zucchine e le cipolle. Metterle in una ciotola e condirle con olio e poco sale.
In un piatto mettere anche i pomodori tagliati a filetti.
Assemblare la teglia: mettere un filo di olio EVO Dante sul fondo e distribuirvi metà delle verdure (escluso i pomodori).
Distribuirvi sopra il riso, quindi le cozze e i filetti di pomodori e metà parmigiano. Ricoprire con il resto delle verdure e del parmigiano e irrorare con l’acqua delle cozze che deve arrivare a filo delle verdure, se non dovesse bastarvi quella delle cozze aggiungete ancora un po’ di acqua naturale per arrivare a livello.
Irrorare con un filo d’olio Dante e quindi infornare a 160° per circa un’ora (ma molto dipenderà dal riso che avrete usato, pertanto vi consiglio dopo circa 40 minuti di controllarne la cottura assaggiando).  Se necessario, nell’ultimo quarto d’ora accendere il grill per far dorare le verdure.
Trascorso il tempo di cottura, togliere dal forno e far riposare per circa 15 minuti, quindi servire!
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Con questa ricetta partecipo all’MTC di maggio:
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Risotto con acciughe, castagne e speck

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Qualche giorno fa ho avuto l’occasione di incontrarmi con una foodblogger che da tempo ammiro, ma di cui non sapevo la provenienza. Ho piacevolmente scoperto che abitiamo a pochi km l’una dall’altra, e quando dico pochi intendo tre o quattro!!! Parlo di Cristina, titolare del blog Poveri ma belli e buoni dove si occupa di piatti a base di pesce azzurro e in particolar modo di acciughe e del blog Insalata mista dove troverete tutte le ricette che non possono entrare a far parte del primo blog!

Abbiamo fatto una bellissima chiacchierata sorseggiando tè e caffè ed ho scoperto un sacco di cose che non sapevo perchè Cristina è una persona che di buon cibo se ne intende, basta che visitiate i suoi blog per capirlo: tutte ricette innovative o classiche rielaborate o trasformate. Pochi ingredienti ma di qualità e ricercati e soprattutto, una fantasia che le invidio!

Alla fine mi ha fatto venire una gran voglia di… acciughe e di sperimentare un po’ di ricettine! Tra l’altro da febbraio ha aperto una raccolta proprio a base di questo ingrediente: un’acciuga al giorno…

Ecco che dunque, rientrata in casa dopo essere passata dalla pescheria, mi sono messa all’opera e ho voluto subito provare il risotto con alici castagne e speck dal momento che in casa avevo già gli altri ingredienti a disposizione.

Nessuna modifica a questa ricetta (solo le dosi per adattarla al numero di commensali) che è stata apprezzata da tutti: compreso il palato più difficile della famiglia avrebbe voluto fare il bis! Invece il più critico di casa, colui che mi spinge sempre a migliorare, ha voluto dire la sua pur leccandosi i baffi che non ha: secondo lui sarebbe da provare una versione con le alici fritte, per dare al palato una parte croccante in contrasto con il morbido della castagna. Da provare la prossima volta! Chissà… tu Cristina che mi dici?

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Ingredienti per 4 persone:

  • 280 g di riso carnaroli
  • 5-6 fette sottili di speck dell’Alto Adige
  • mezzo scalogno
  • 1 litro e mezzo circa di brodo vegetale
  • 200-250 g di alici pulite e sfilettate
  • 150-200 g di castagne
  • mezzo bicchiere di buon vin santo
  • una manciata di semi di finocchio
  • olio EVO e burro
  • sale

Procedimento:

Lessare le castagne in abbondante acqua salata insieme ad un cucchiaio raso di semi di finocchio. Quando saranno cotte, spellarle e tritarle grossolanamente con un coltello.

Tritare lo scalogno e metterlo in una pentola dai bordi bassi e piuttosto ampia insieme a due cucchiai di olio EVO e un pizzico di semi di finocchio. Unire lo speck tagliato a striscioline appena l’olio è caldo. Far rosolare leggermente, quindi aggiungere il riso. Farlo tostare e sfumarlo col vin santo. (Io non avevo il finocchietto selvatico in casa perciò non l’ho messo).

Proseguire la cottura aggiungendo poco per volta il brodo vegetale caldo e salare.

Poco prima del termine della cottura aggiungere i filetti di alici tagliati a trancetti e le castagne.

Ultimare la cottura, quindi spegnere il fuoco, aggiungere una noce di burro, coprire e far riposare un paio di minuti prima di servire.

La ricetta originale la trovate qui

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Risotto autunnale con zucca di Hokkaido e castagne

Se cercate nel mio blog vi accorgerete che non ci sono ricette che tra gli ingredienti contemplino le castagne: questa è la prima e… forse l’unica! La ragione? Qualcuno potrebbe pensare che le castagne non mi piacciono: niente di più falso! Io le A D O R O: è l’alimento che più mi piace in assoluto e che apprezzo al meglio in purezza, semplicemente arrostite. Dalle mie parti si chiamano ballotte o caldarroste e vi assicuro che quando le vedo in tavola riesco a mangiarne una quantità che spaventerebbe chiunque! Neanche Dukan è riuscito a tenermi lontana da questo alimento: poi ne ho pagate le conseguenze dovendo restringere la mia dieta a pochi alimenti per tre giorni, però non ho resistito!

Quindi ora capirete perchè non riesco a fare in modo di sacrificarle per altre ricette! Una volta addirittura, ho litigato con mio marito perchè me ne aveva “rubate” una certa quantità per farle sotto spirito: a me, che me le ero sbucciate con tanto amore per degustarmele con calma!

Come tutti gli anni mio padre (grande amante dei boschi), armato del suo secchiello, parte per il suo solito castagneto e non torna finchè non lo ha riempito di questi frutti prelibati e, ahimè, costosissimi.

Questa volta, per provare questa ricetta, ho dovuto far ricorso a tutta la mia forza di volontà e, credetemi, mentre le sbucciavo è stata davvero dura resistere e non portarmele alla bocca.

Fatta questa dovuta introduzione vi volevo anche parlare di questo particolare tipo di zucca, che è la prima volta che cucino.

Ancora una volta ero reduce dalla mia visita al negozio di prodotti biologici e la signora mi ha tentato con questo ortaggio. Sono andata a documentarmi un po’ ed ho scoperto che si utilizza nè più nè meno nelle stesse ricette della zucca tradizionale, l’unica diversità è che di questa zucca si cucina anche la buccia perchè non è molto coriacea e una volta cotta rimane molto morbida.

Questa zucca, detta anche Potimarron, ha una polpa un po’ più dolce rispetto alla classica ed ecco perchè si sposa bene con le castagne. A dispetto del nome, viene coltivata tranquillamente anche in Italia e, se volete, potrete farlo anche nel vostro orticello acquistando i semi che si chiamano Uchiki Kuri.

Le dimensioni sono piuttosto piccole (il peso si aggira tra gli 800 g e il chilo e 300 g) e quindi si prestano facilmente al consumo.

Ingredienti per 4 persone:

  • 300 g di riso carnaroli
  • mezza zucca di Hokkaido
  • 200 g di castagne
  • 1 scalogno
  • olio EVO Dante
  • rosmarino
  • brodo vegetale
  • sale
  • mezzo bicchiere di vino bianco (facoltativo)

Procedimento:

Preparare il brodo vegetale con una carota, una cipolla e il sedano.

Lavare la zucca e pulirla da eventuali imperfezioni. Tagliarla a metà, togliere i semi e i filamenti e ridurre una metà in piccoli pezzetti.

In una pentola mettere lo scalogno tritato con l’olio EVO e gli aghi di rosmarino tritati. Accendere il fuoco e far stufare lo scalogno, quindi aggiungere la zucca. Farla insaporire bene quindi aggiungere un po’ di brodo fintanto che si sarà un po’ ammorbidita. Prelevarne una buona metà insieme ad un po’ di liquido di cottura e frullarla con un frullatore ad immersione.

Nella pentola con la zucca rimasta versarvi il riso, farlo insaporire e tostare leggermente. Se preferite sfumate con il vino bianco quindi aggiungere il brodo e portare il riso a cottura salando.

Nel frattempo incidete le castagne e cuocetele nell’apposita padella forata. Sbucciatele e tritatele grossolanamente con un coltello.

Pochi minuti prima di spegnere il risotto, versatevi sopra la cremina ottenuta frullando una parte della zucca.

Impiattare il riso, cospargerlo con le castagne tritate e decorate con un rametto di rosmarino e un filo di olio EVO.

Con questa ricetta partecipo al contest Felici e Curiosi di Ravanello Curioso e Le delizie di Feli:

 

E al contest di Tuttofadado:

Arancini di cavolfiore, pinoli e uvetta

Ancora Cavoletto di Bruxelles e questa volta proprio con una ricetta a base di cavolfiore. Ricetta sempre tratta dal libro di Sigrid Verbert “Easyfinger” che io ho leggermente modificato facendo una panatura diversa: ho utilizzato la farina e la farina di mais. Sigrid invece ci consiglia la doppia panatura nel pangrattato! A voi la scelta.

Ingredienti:

  • 200 g di riso carnaroli
  • 1 scalogno
  • brodo vegetale
  • 40 g di parmigiano reggiano
  • 20 g di burro
  • 150 g di cavolfiore
  • mezzo bicchiere di vino bianco
  • 2 cucchiai di pinoli
  • 2 cucchiai di uvetta
  • 1 uovo
  • farina di mais
  • farina 00
  • olio EVO
  • olio di semi di arachide

Procedimento:

Pulire e lavare il cavolfiore e ridurlo in cimette .

In una pentola realizzate il risotto facendo appassire lo scalogno tritato con l’olio EVO, quindi unire il riso e farlo tostare e sfumarlo col vino bianco. Quando l’alcol sarà evaporato aggiungere il cavolfiore e bagnare col brodo vegetale bollente. Salare. Portare il riso a cottura aggiungendo il brodo man mano che serve. A fine cottura aggiungere il parmigiano, il burro, i pinoli tostati in padella e l’uvetta. Far raffreddare.

Formare con il risotto delle polpette a forma conica, passarle nella farina, quindi nell’uovo sbattuto e infine nella farina di mais.

Mettere sul fuoco una padella con l’olio di semi di arachidi e portarlo a temperatura per la frittura. Friggere gli arancini e adagiarli su della carta assorbente dopo averli scolati!

Sono buonissimi caldi, ma anche freddi si gustano volentieri.

 

 

Involtini di foglie di vite

Libano, Grecia (Dolmadakia Yialantzì o Dolmades), Romania (Sarmale in foi de vita)… insomma non c’è un paese natale vero e proprio per questi involtini, ma la zona è quella e se c’è un paese che vorrei tanto visitare quello è proprio la Grecia. Al momento, ahimè, questo non è possibile ed ecco che la cucina viene in mio aiuto anche in questi casi: assaggiare il cibo del paese dove vorremmo andare ci fa avvicinare un po’ più ad esso e se è un paese dove già siamo stati, i piatti tipici con i loro sapori ci riportano là con la mente e con il cuore. L’importante è avere a disposizione delle foglie di vite non trattate oppure recarsi in un negozio di prodotti bio o specializzato in prodotti esotici e troverete le foglie in barattolo. Se poi avrete la possibilità e questa ricetta sarà di vostro gradimento, potrete sempre farne una bella scorta da congelare. Consiglio comunque di raccogliere le foglie in primavera quando sono più tenere e non in autunno quando sono più coriacee. In pratica, non fate come ho fatto io! Gli involtini verranno buoni ugualmente, ma non tutti mangeranno… la foglia! Ingredienti:

  • 10-12 foglie di vite
  • 350 g di carne di manzo macinata
  • 200 g di riso
  • 2 piccole cipolle bionde
  • olio EVO Dante
  • una decina di foglioline di menta
  • 1 limone e mezzo
  • tsatziki (facoltativo)

Procedimento: Lavare le foglie di vite accuratamente. Mettere sul fuoco una pentola di acqua e quando bolle immergervi le foglie per 1 minuto, quindi scolarle e immergerle in acqua fredda. Scolarle nuovamente e stenderle su un canovaccio. Se occorre, tagliare loro i gambi. Tritare la cipolla con il coltello e metterla in una pentola con tre cucchiai di olio EVO Dante. Appena comincerà a rosolare aggiungete la carne macinata, mescolate bene e unite quindi anche il riso. Salare e cuocere per 4-5 minuti. Quindi spegnere il fuoco, sbriciolarvi sopra la menta e disporre un cucchiaio di questo preparato su ogni foglia di vite. Chiudere le foglie sopra il riso cominciando dai laterali e arrotolando l’involtino sulla parte superiore. Distribuire ogni involtino in una pentola dal fondo largo e dai bordi bassi facendo in modo che stiano stretti l’uno con l’altro. Ricoprire gli involtini con succo di limone e acqua. Posizionarvi sopra un piatto fondo girato a pancia in giù (questo servirà a tenere fermi gli involtini durante la cottura in modo che non si aprano) e chiudere con il coperchio della pentola. Cuocere per circa 50 minuti a fiamma bassa. La tradizione vuole che questi involtini siano serviti freddi e con accompagnamento dello tsatziki o dello yogurt greco. Noi abbiamo preferito mangiarli leggermente tiepidi.

Approfitto di questo post per informarVi che da oggi è possibile acquistare l’Olio Dante anche on line grazie al nuovo “Dante Store”, l’innovativo sito e-commerce degli Oleifici Mataluni pensato per una esperienza di acquisto virtuale.

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Con questa ricetta partecipo al contest di Divertirsi Mangiando:

Risotto allo zafferano con vongole

Ho sudato sette camice per riuscire a trovare un po’ di pistilli di zafferano e alla fine il mio problema lo ha risolto Tec-Al, il mio fornitore ufficiale di spezie, sali, aromi e lieviti.

Certo è che questi fili rosso vivo che regalano un bellissimo color giallo ai nostri piatti, hanno un costo piuttosto elevato, ma se andate a leggervi qualcosa a riguardo capirete con quanta cura vengono coltivati questi bellissimi fiori e con quanta pazienza vengono raccolti i pistilli. E poi ne bastano davvero pochi per arricchire i nostri piatti e dargli quel tocco di “zing”, come lo chiama Fiammetta Fadda, nota critica culinaria.

In questo caso poi, io ho preferito utilizzare lo zafferano in polvere nel mio piatto e lasciare il compito di decorarlo ai pistilli.

Per la cottura di questo riso ho utilizzato il metodo appreso qualche sera fa alla terza lezione di cucina di Spazio QB (di cui presto leggerete più ampiamente). Paola Cattabriga, milanese Doc, infatti ci insegna un metodo nuovo di far tostare il riso evitando così di farlo nell’olio. Il metodo devo dire che funziona perfettamente e sarà adottato nella mia cucina anche per i successivi risotti.

Ingredienti:

  • 500 g di vongole veraci
  • 350 g di riso Carnaroli
  • 700 g circa di fumetto di pesce (o di Brotec Fish Tec-Al)
  • prezzemolo
  • 4 cucchiai di olio EVO Dante
  • 1 bustina di zafferano in polvere
  • 1 bicchiere di vino bianco secco
  • 1 spicchio di aglio
  • 1 peperoncino secco
  • qualche pomodorino per guarnire
  • fili di zafferano Tec-Al per guarnire

Procedimento:

Lavare le vongole e farle spurgare un paio d’ore in acqua leggermente salata. Farle aprire sul fuoco con poca acqua e un cucchiaio di olio EVO Dante.

In una pentola antiaderente dal fondo largo mettere il riso. Accendere il fuoco e continuare a smuoverlo fintanto che non comincerete a sentire un leggero odore di pop-corn: a quel punto il vostro riso sarà tostato.

Sfumate il riso col vino bianco. Lasciar evaporare tutto l’alcool.

Unire adesso il fumetto di pesce (se avete poco tempo sciogliete due cucchiaini di Brotec fish Tec-Al in 700 g di acqua bollente), poco alla volta, lasciandolo comunque sempre coperto dal liquido.

Aggiustare di sale.

Scaldare il liquido di apertura delle vongole dopo averlo filtrato e sciogliervi la bustina di zafferano. Unire anche questo liquido al riso.

Pochi minuti prima della fine della cottura, aggiungere le vongole al riso. Mescolare.

In un pentolino scaldare l’olio EVO Dante con l’aglio e il peperoncino tritati.

Quando il riso sarà cotto, versarvi l’olio aromatizzato, coprire il riso con un coperchio e saltarlo facendo l’onda.

Lasciar riposare qualche minuto, quindi servire decorando il piatto con dei pomodorini, il prezzemolo tritato e i pistilli di zafferano di Sardegna Tec-Al.

Con questa ricetta partecipo al contest di : In punta di coltello , Il mio saper fareDolci e delizie di Giusy ,Miel&ricotta

e al contest di Rice Italy:

Risotto ai due meloni con speck croccante

 

Una ricetta semplice e veloce di fine estate, quando ancora si trovano dei buoni meloni gialli e si cominciano a trovare i primi meloni invernali.

Si tratta di fare semplicemente un risotto bianco, tostare lo speck e assemblare il tutto. Chiunque ne sarebbe capace, anche se qualcuno mi verrà a dire che fare un buon risotto non è la cosa più semplice al mondo! Beh, ma io che ci sto a fare qua? Già ve lo avevo spiegato in un’altra ricetta (quella del risotto blu, per intenderci), ma visto che alla lezione di cucina di Spazio QB la mia insegnante (di origini milanese) insiste nel dire che il soffritto non è più di moda e che il vero risotto si cuoce in altro modo, ci tengo a ribadirlo!

Io poi ho deciso di servire questo risotto nei calici da vino (mi sembrava un’idea originale), ma voi fatelo solo se come me desiderate mangiarlo a temperatura quasi ambiente (infondo fa ancora molto caldo) altrimenti rischierete di veder esplodere il vostro bel servito!

 

Ingredienti:

  • 300 g di riso Carnaroli
  • 2 fette di melone estivo
  • 2 fette di melone invernale
  • 80 g di speck a fette
  • 30 g di olio EVO
  • 1 scalogno
  • basilico (io ho usato quello greco)
  • mezzo bicchiere di vino bianco
  • brodo vegetale q.b. (o acqua e dado)

Procedimento:

Pulire le fette di melone dalla scorza e dai semi. Tagliarli a piccoli cubetti (bronoise) e mettere da parte.

Tagliare lo speck a striscioline, mettere una padella antiaderente sul fuoco e adagiarvi lo speck fintanto che non sarà diventato croccante.

In una pentola larga e dai bordi bassi mettere il riso e mettere sul fuoco mescolando di tanto in tanto, finchè non comincerete a sentire un lieve odore di popcorn. E’ il momento di sfumare il riso con il vino (mi raccomando che sia a temperatura ambiente). Far evaporare tutto l’acool quindi introdurre il brodo bollente e continuare la cottura.

Salare.

Continuare ad aggiungere il brodo man mano che esso si ritira e fino a portare il riso a cottura.

Nel frattempo mettere l’olio in una padella con lo scalogno sbucciato e tagliato a metà. Accendere il fuoco e far insaporire l’olio.  Spegnere e versare l’olio (senza lo scalogno) nel riso che nel frattempo avrete tolto dal fuoco. Mescolare, coprire e lasciar riposare 4-5 minuti.

Se lo volete mangiare caldo, introducete il melone e lo speck nel riso, mescolate e servite. Altrimenti aspettate che si raffreddi prima anche di mescolare gli ingredienti e poi servite, a piacere, nei calici.

 

Con questa ricetta partecipo al contest di Nella cucina di Laura:

 

Risotto blu in un mare di pesci

Lo ammetto: è stata davvero difficile questa sfida! Di cosa parlo? Ma del gioco indetto da Paola sul suo blog Nastro di Raso:

Perchè difficile? Perchè in sorte mi è toccato il colore blu e dovendo usare un colorante naturale l’unica cosa che mi è venuta in mente è stato il Curaçao che, citando testualmente Wikipedia, è un liquore a base di scorze di laraha, un tipo di arancia dal caratteristico sapore amaro che cresce nell’isola di Curaçao, dipendenza dei Paesi Bassi. Tale pianta è una varietà di arancia amare non nativa dell’isola Curaçao, ma importata dagli spagnoli. Il suolo povero di nutrienti e il clima arido di Curaçao hanno cambiato il gusto iniziale del frutto, creando questa varietà (laraha).

Per fabbricare il liquore vengono fatte essiccare le scorze d’arancia, in modo da far sprigionare i dolci oli essenziali. Successivamente vengono fatte macerare in alcool, zucchero e acqua per diversi giorni per poi filtrare il tutto e aggiungendo alcune spezie.

Il liquore ha un deciso gusto di arancia con gradazione alcolica e amarezza del gusto variabili a seconda del produttore. Il colore è generalmente trasparente, ma vengono spesso commercializzate versioni colorate di verde, rosso, arancione e, spessissimo, blu.

E quindi che cosa preparare col Curaçao? Pensavo inizialmente ad una panna cotta o a delle meringhe, poi ho optato più semplicemente per un semplice risotto dopo averne trovati diversi sul web. Poco originale? Forse, ma questa è la mia personalissima versione, e tenete presente che trovare un po’ di Curaçao è stata davvero un’impresa: ho dovuto supplicare il mio barista di fiducia per farmene dare un po’!

Il pezzo forte è stato quando l’ho portato in tavola e i miei figli mi hanno chiesto: “Mamma, ma cos’è? Il risotto dei puffi?” Mio malgrado mi è scappato detto: “Si, ne ho presi tre o quattro e li ho tritati dentro!” Chissà perchè ma si sono azzittiti subito!

Ingredienti:

  • 300 g di riso Carnaroli
  • Olio EVO Dante
  • mezza bottiglia di spumante
  • 50 cc di blu Curaçao
  • 3 totani
  • 6 scampi
  • 300 g tra vongole veraci e cozze
  • 2 peperoncini rossi freschi
  • qualche alga
  • 7-8 pomodorini
  • prezzemolo
  • aglio
  • mezzo bicchiere di vino
  • fumetto di pesce (o brodo di dado di pesce)

Preparazione:

Pulire i totani, far spurgare le vongole, pulire le cozze, lavare gli scampi e tagliarli sulla schiena.

Aprire le vongole e le cozze in una padella con poca acqua e due cucchiai di olio EVO Dante.

Lavare i pomodorini, togliere i semi e tagliarli a pezzettini.

In una pentola dal fondo antiaderente mettere altri due cucchiai di olio EVO Dante e l’aglio tritato. Appena comincia a soffriggere unire i totani a cui avrete lasciato i tentacoli interi e avrete tagliato il resto ad anelli. Dopo una decina di minuti, sfumare col vino bianco e quando l’alcool sarà evaporato, aggiungere i pomodori. Far cuocere per altri 30 minuti, aggiungendo del fumetto (o del brodo di pesce) qualora fosse necessario!

Pochi minuti prima di spegnere il fuoco aggiungere anche gli scampi e le cozze e le vongole.

Tagliare le punte dei peperoncini a forma di stella e metterle a bagno in acqua e ghiaccio in modo che si arriccino.

Cominciare a cuocere il riso: farlo tostare in una padella antiaderente finchè non comincerete a sentire un lieve odore di pop-corn. Sfumare con lo spumante. Far evaporare l’alcool, quindi aggiungere il fumetto di pesce fino a portare il riso quasi a cottura.

In un pentolino scaldare due cucchiai di olio EVO Dante con uno spicchio di aglio schiacciato. Prima che cominci a soffriggere, spegnere il fuoco e togliere l’aglio.

Pochi minuti prima di spegnere il riso, versare il Curaçao e continuare a cuocere finchè non si sarà ristretto, quindi spegnere il fuoco e versare l’olio sul riso, mescolare e coprire. Lasciar riposare cinque minuti.

Riempire una cocotte con il riso e sformarla su un piatto (oppure servirsi di un coppapasta).

Decorare quindi il piatto a piacere con i pesci, il peperoncino a stella, le alghe, e tutto quello che vi dirà la vostra fantasia… esclusi i puffi!!!