Zuppa di farro e fagioli

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Gli ultimi scandali sulla carne di cavallo trovata in vari alimenti preconfezionati dove non doveva essere presente (le ultime notizie dicono di averla trovata anche nelle famose polpette Ikea) non fanno che rafforzare la mia convinzione riguardo al ridurre il consumo di carne nell’alimentazione della mia famiglia, E’ comunque sempre meglio non comprare prodotti pronti in cui vengono inseriti elementi non proprio salutari come conservanti e coloranti: io ci tengo a sapere cosa ingerisco per cui se voglio mangiare tortellini e ravioli preferisco sempre produrli partendo da ingredienti di cui conosco la provenienza. Certo, so che non è facile per molti perchè gli impegni di tutti i giorni non ci consentono di passare molto tempo in cucina e spesso un bel piatto pronto è proprio quello che ci risolve tanti problemi di cena. In questi casi vi consiglio di acquistare comunque prodotti biologici o, se potete, quando avete un po’ di tempo a disposizione, prepararne un buon quantitativo e congelarlo!

A tal proposito, come annunciato nel post precedente, anche oggi niente carne, ma una bella zuppa di farro e legumi (in questo caso fagioli) che sono comunque una buona fonte di proteine, Una zuppa poi con questo freddo non può che riscaldarci l’anima e il corpo.

Ho utilizzato fagioli Diavoli della Ecor che non avevo mai assaggiato ma che per il loro colore e per la loro grossezza mi intrigavano molto! Alla fine credo che si adattino perfettamente per l’utilizzo che ne ho fatto.

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Ingredienti:

Procedimento:

Dopo aver tenuto per una notte i fagioli in ammollo, lessateli mettendoli in una pentola (meglio se utilizzate il coccio o il vetro) insieme ad uno spicchio di aglio. Cuoceteli per circa 45 minuti dal momento che cominceranno a bollire e salateli solo 10 minuti prima di spegnere il fuoco.

In una padella mettere due cucchiai di olio EVO, la carota, il sedano e la cipolla puliti, lavati e tritati con il coltello. Fate soffriggere leggermente quindi unite 2/3 di fagioli passati con il passaverdure e il restante interi. Aggiungere due cucchiai di concentrato di pomodoro. Fate insaporire bene, quindi aggiungete l’acqua di cottura dei fagioli e se non basta anche dell’acqua o, meglio ancora, del brodo vegetale. Quando comincerà a bollire, unite il farro, salate e portate a cottura. Alla fine dovrete ottenere una zuppa non troppo densa ma neanche liquida, perciò vi consiglio di tenervi un po’ di acqua o di brodo bollente da parte in modo da poterlo aggiungere in caso di necessità.

Versate nei cocci e condite con un filo di olio a crudo.

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Bicchierini finger food tricolore

E poi una mattina ti alzi, vai a farti una bella camminata lungo mare, quando ancora in giro c’è pochissima gente e il cielo non promette niente di buono e la tua mente vaga e salta da un pensiero all’altro, per poi tornare sempre lì: quale sarà la prossima ricetta che inserirò nel mio blog? Cosa posso inventarmi di diverso dal solito? Cosa può ancora stupire? Beh, ora non voglio dire che la mia vita sia totalmente immersa nel mio blog e che sia la mia preoccupazione principale, però penso che per una foodblogger sia più che normale e che il tutto rientri nella sua vita quotidiana. Se è solo per me così, allora ditemelo che potrò prendere drastici provvedimenti!

Ma torniamo alla nostra bella passeggiata sul mare, a quando vengo folgorata dall’idea improvvisa che mi porta direttamente al supermercato, abbandonando il mio mare, per acquistare i prodotti che serviranno alla realizzazione del mio “progetto”. Di corsa a casa, e poi all’opera perchè l’ispirazione va colta al volo.

Tutto sommato mi è andata bene: pensate se l’ispirazione mi fosse venuta la notte!

Ed ecco allora che vi presento i miei bicchierini finger food, realizzati con una pappa al pomodoro (dove il pane è a base di farina di castagne per dare la giusta stagionalità al piatto), una mousse di merluzzo e uno strato di granella di pistacchi.

Un po’ elaborata, ma se vi organizzerete bene, sarà molto veloce.

Ingredienti:

– per la pappa al pomodoro:

  • 500 g di pomodori maturi
  • 1 cucchiaio di concentrato di pomodori
  • 150 g di pane di farina di castagne (potrete realizzarlo anche in casa mescolando 200 g di farina di castagne con 400 g di farina 0)
  • basilico
  • aglio
  • olio EVO Dante
  • brodo vegetale
  • sale

– per la crema di merluzzo:

  • 1 filetto di merluzzo
  • 200 g di panna liquida
  • 1 patata media
  • sale

– per finire:

  • 50 g di pistacchi di Bronte sgusciati

Procedimento:

Lavare i pomodori e incidere ognuno sul fondo. Scottarli per 30 secondi in acqua bollente, quindi scolarli e passarli sotto l’acqua fredda. Pelarli e tagliarli a pezzi togliendo i semi. Passarli al passaverdure o nel robot da cucina.

Mettere in tanto a preparare sul fuoco il brodo vegetale con una carota, una costa di sedano, una cipolla e far bollire una mezz’ora.

In una pentola mettere due cucchiai di olio EVO Dante con l’aglio sbucciato e tagliato a metà. Appena comincia a soffriggere aggiungere il passato di pomodoro e il basilico spezzettato con le mani. Far insaporire bene, quindi togliere l’aglio e unire il pane a pezzetti. Far insaporire, salare e ricoprire col brodo vegetale.

Far cuocere fintanto che il brodo non si sarà asciugato e schiacciate il pane con la forchetta.

Per la mousse di merluzzo: mettere il pesce in una padella antiaderente e ricoprirlo con la panna. Farlo cuocere finchè non si comincerà a spappolare, salare e schiacciare con la forchetta.

Lessare la patata, sbucciarla e schiacciarla. Unirla al merluzzo. Mescolare il tutto con una frusta finchè non si sarà ben amalgamato.

Assemblare il bicchierino mettendo un cucchiaio di pappa al pomodoro, un cucchiaio di mousse di merluzzo e ricoprire con la granella di pistacchi di Bronte.

Con questa ricetta partecipo al contest L’Autunno in un Boccone ideato da About Food e Cassandra.it – vendita di prodotti tipici di Alta Gastronomia

 

e al contest di Dolci Iblei:

Žgvacet, ovvero stracotto di manzo istriano

Istria? Mai stata, ma un forte desiderio di andarci. Per la verità già da qualche anno cerco di organizzarvi le vacanze, ma accade sempre qualcosa per cui devo spostare le mie mete.

In particolar modo un anno era tutto deciso per Pula, quando il piccolo di casa (tanto per cambiare) si ammala! Quindi, tutto rimandato… a data da destinarsi.

Beh, per chi ama cucinare, c’è sempre una consolazione: viaggiare degustando i piatti caratteristici delle città e dei paesi che desideriamo visitare, magari producendoseli in casa.

E’ il caso di questo Žgvacet, che poi non è altro che il nostro spezzatino. Un piatto semplice che ho avuto modo di riscoprire grazie al blog di Verde Cardamomo e al suo contest “I love Istra“. Io ho utilizzato della carne di manzo, ma in realtà la carne che più di sovente viene usata per questo piatto è quella di pollo. Fatto sta che alla fine della cottura (ed io ho utilizzato la mia stupenda pentola in pietra per brasati) sembrava di mangiare il burro tanto era tenera questa carne.

 

Ingredienti:

  • 500 g di spezzatino di manzo
  • 2 carote
  • 1 costa di sedano
  • 1 cipolla
  • 300 cc di vino rosso (io ho utilizzato un buon Chianti)
  • 2 cucchiai di concentrato di pomodoro
  • olio EVO
  • 1 spicchio di aglio
  • 5 patate medie

Preparazione:

Tritare finemente la carota, il sedano e la cipolla dopo averle pulite.

In una pentola (meglio quelle adatte per lunghe cotture) mettere un filo di olio EVO e uno spicchio di aglio diviso a metà. Farlo rosolare leggermente, quindi toglierlo e sostituirlo con il trito.

Quando comincerà a soffriggere, unire la carne e farla rosolare da tutti i lati. Salare. Coprire adesso con il vino e lasciare che si ritiri di una buona metà, quindi aggiungere il concentrato di pomodoro.

Lasciar cuocere a fuoco lento per 3-5 ore e se necessario aggiungere del brodo caldo: alla fine dovrà rimanere un sugo piuttosto denso.

Potete accompagnare questo piatto con purè, polenta o patate: io ho optato per queste ultime e per praticità ho preferito lessarle nel microonde.

Ho servito in una cocotte coprendo il tutto con il saporitissimo sughetto.


 

Panini rosa di kamut e pasta madre con patate

Ammetto di essermene dimenticata: avevo rinfrescato il lievito ben 10 giorni fa e poi presa dai vari impegni me lo son dimenticato in frigo. Pensavo di averlo ucciso! Immaginate che cosa si può provare dopo averlo curato per tutti questi mesi…

Invece era sempre lì bello bello che attendeva il momento di mangiare e così l’ho rinfrescato e ho deciso di utilizzarlo per fare questi panini.

La farina di kamut integrale ha attutito il colore rosa di questi panini, ma il sapore che gli ha dato il concentrato di pomodoro, unito alle patate, è davvero ottimo. Provare per credere!

Ingredienti:

  • 200 g di lievito madre rinfrescato
  • 250 g di acqua tiepida
  • 600 g di farina di kamut
  • 200 g di patate lessate
  • 2 cucchiai di concentrato di pomodoro
  • 1 cucchiaino di malto di mais (o zucchero)
  • 20 g di olio EVO
  • 10 g di sale

Procedimento:

Sciogliere il lievito con l’acqua e il malto. Aggiungere la farina, il concentrato di pomodoro, le patate passate nello schiacciapatate e il sale.

Impastare per almeno cinque minuti.

Lasciar lievitare per 5 ore.

Sgonfiare l’impasto e formare dei panini che posizionerete su una placca da forno con della carta.

Coprire e lasciar lievitare ancora 4 ore.

Cuocere in forno a 200°C per 40 minuti.

Fusilli carciofi e salmone e una nuova collaborazione

Qualche giorno fa mi è arrivato un meraviglioso pacco contenente diversi tipi di pasta. Me lo ha inviato la ditta Verrigni per iniziare la nostra nuova collaborazione.

Genuina, con un alto potere nutritivo questa pasta viene prodotta con i migliori grani duri e con l’acqua pura del Gran Sasso e viene essiccata a basse temperature. Tutto ciò garantisce tra l’altro un buon assorbimento dei condimenti.

Tutte paste di alta qualità trafilate in bronzo eccetto i fusilli, che invece sono trafilati in oro e sono proprio quelli che ho usato per inaugurare questa nuova collaborazione.

E che cosa ho scelto per condire questo piatto che, a onor del vero, sarebbe stato buonissimo anche solo con un filo d’olio ed una grattugiata di parmigiano?

Indovinate un po’!

Ancora carciofi! Si, perchè ormai siamo agli sgocciolie fra qualche giorno non li troveremo più sul banco del nostro ortolano di fiducia, quindi cerco di farne un bel carico per arrivare al prossimo anno!

Questa volta ho scelto di utilizzarli insieme al salmone e devo dire che l’accoppiata è vincente!

Ingredienti:

  • 500 g di fusilloro  Verrigni
  • 3 carciofi
  • 200 g di salmone affumicato
  • 100 ml di crema di latte
  • mezzo bicchiere di brandy
  • un cucchiaio di passata di pomodoro
  • olio EVO
  • sale

Procedimento:

Pulire i carciofi togliendo le foglie esterne più dure e dividendoli a metà. Io utilizzo anche i gambi togliendo loro la parte più esterna. Mettere a bagno con limone e ghiaccio. Quando li avrete puliti tutti tagliateli a fettine molto sottili.

Mettere una padella antiaderente sul fuoco con due cucchiai di olio e quando sarà caldo versarvi i carciofi. Cuocerli fintanto che non saranno diventati teneri aggiungendo dell’acqua calda man mano che si asciugheranno. Salare.

Tagliare il salmone a strisce e metterlo insieme ai carciofi. Mescolare bene, quindi sfumare col brandy fiammeggiando.

Unire la passata di pomodoro. Mescolare ancora e aggiungere in ultimo la crema di latte. Spegnere il fuoco.

Cuocere i Fusilloro Verrigni  in acqua bollente. Quando saranno al dente, scolarli e rovesciarli sul condimento di carciofi. Saltare la pasta e servirla con un filo di olio EVO.

 

 

Risottino nero al profumo di pompelmo

 

Questo è uno di quei piatti che è meglio non servire al nostro partner per una serata romantica onde evitare di trasformarla in una cena comica! Che poi tutto sommato potrebbe anche rientrare tra i piatti afrodisiaci, ma attenzione a non sorridere troppo!

Resta comunque il fatto che questo rimane uno dei miei risotti preferiti anche se, lo ammetto, sono totalmente incapace di pulire una seppia e tutte le volte devo fare gli occhi dolci al pescivendolo per convincerlo a fare lui questa operazione onde evitare di torturare un pesce già morto!

Ingredienti: 

  • 300 g di riso Vialone Nano
  • 1 seppia con la sacca del nero
  • 1 pompelmo (scorza e succo)
  • cipolla
  • prezzemolo
  • un cucchiaio di concentrato di pomodoro
  • 3 filetti di alici in salsa piccante Rizzoli Emanuelli
  • mezzo bicchiere di vino bianco
  • 750 g di brodo di pesce
  • olio EVO
  • sale

Procedimento:

Tagliare la seppia a listarelle molto piccole. Tritare una cipolla e metterla a rosolare con due cucchiai di olio EVO in una pentola piuttosto larga e coi bordi bassi.

Aggiungere le seppie.

Sfumare col vino bianco.

Far restringere il sughetto, quindi unire le alici in salsa piccante Rizzoli-Emanuelli e il concentrato di pomodoro. Amalgamare bene il tutto.

Versare il riso e farlo tostare insieme alle seppie, quindi sfumare col succo di mezzo pompelmo.

Coprire con il brodo bollente e cuocere il tutto per circa 20 minuti ancora. Versarvi ancora brodo caldo ogni volta che lo riterrete necessario.

Pochi minuti prima di spegnere, rompete la sacca di inchiostro in una tazzina e allungatela con poco poco brodo. Mescolatela e versatela sul riso.

Mescolare bene e portare a fine cottura.

Impiattare, spolverizzando con prezzemolo e scorza di pompelmo tritati.

 

 

Il ragù che mi ha insegnato a fare nonna Pina

Ebbene si: il ragù! Sembrerà strano pubblicare questa ricetta, perchè si da per scontato che tutte noi lo sappiamo fare, ma proprio l’altro giorno mi son trovata a parlare con una mia amica che di casalinga ha davvero poco (anche se bisogna dire che si impegna molto) la quale mi chiedeva dei consigli su come prepararlo perchè, nonostante ormai sia sposata da alcuni anni, ancora non ci si era ancora mai cimentata!

Io sono rimasta un po’ sbalordita perchè in casa mia un buon barattolo di ragù (anche congelato) non manca mai: sempre utile per condire un buon piatto di pasta quando non si ha altro a disposizione, e i bambini adorano le tagliatelle, che in casa nostra si chiamano proprio “Le tagliatelle di nonna Pina” in quanto la loro nonna si chiama realmente Pina e il ragù è un suo insegnamento!

Si, perchè la mia mamma mi ha messo ai fornelli molto presto (e ora non posso far altro che ringraziarla). Ho cominciato con i dolci (coi quali non era facile bruciarsi), poi ho cominciato a tagliare verdure per fare i minestroni e, prima di arrivare a fare l’arrosto, mi sono cimentata nel ragù che serviva, tra l’altro, a condire le lasagne della domenica (anche le sfoglie di pasta ovviamente erano fatte a mano e stese ad asciugare su dei bastoni sospesi tra due sedie).

Certo a dire ragù si fa presto, ma in effetti lo si cominciava a preparare sin dall’estate quando ci riunivamo tutti e cominciavamo a tagliare, cuocere e passare i pomodori. Ma questa è un’altra storia.

Il ragù mi ricorda molto l’inverno perchè noi in cucina avevamo una grossa stufa a legna ed era su questa che venivano preparati i cibi che avevano bisogno di una lunga cottura, ed il ragù non era da meno.

Adesso, non avendo una stufa a legna, l’unica cosa che differenzia il mio ragù da quello di mia mamma è che io lo preparo in una deliziosa pentola di pietra (regalo di nozze) adatta a cotture molto lunghe come appunto ragù o stufati!


E quindi eccoci agli ingredienti!

Ingredienti:

  • 2 salsicce
  • 300 g di buon macinato
  • 1 barattolo di concentrato di pomodoro
  • 1 bicchiere di vino bianco
  • 1 spicchio di aglio
  • mezza cipolla
  • prezzemolo
  • 1 peperoncino
  • 1 costa di sedano
  • mezza carota
  • qualche foglia di basilico
  • 800 g di passata di pomodoro
  • olio EVO
  • sale q.b.

Procedimento:

Tritare gli odori (sedano, carota, aglio, prezzemolo, cipolla) aiutandosi con una mezzaluna o con un frullatore. Fare quindi soffriggere in abbondante olio.

Aggiungere la carne macinata e la salsiccia cercando di sbriciolarle grossolanamente con un mestolo di legno. Salare (io uso il sale grosso) e mescolare bene fino a quando non si sarà bene insaporita. Sfumare col vino bianco.

Quando quest’ultimo sarà evaporato, aggiungere il concentrato di pomodoro e mescolare. Quando il tutto si sarà ben amalgamato, versare la passata di pomodoro. A questo punto non resta altro che fare che… aspettare! Il tempo di cottura minimo è 2 ore, ma più lo si farà cuocere e più sarà saporito. L’importante è che sobbollisca appena.

 

 

Croissant di alici e capperi

Una delle ricette che preparo con più assiduità per le feste e i buffet è proprio questa. Sebbene possa sembrare strana la somma della pasta sfoglia con la pasta per focaccia, alla fine il risultato è davvero ottimo perchè si associa la croccantezza della prima con la morbidezza della seconda.

Anche questa non è una mia ricetta ma di uno dei miei cuochi preferiti, ovvero Gianluca Nosari nonchè proprietario del ristorante Saint Tropez di Fregene, noto anche per la partecipazione a numerose trasmissioni televisive.

Ingredienti:

1 rotolo di pasta sfoglia
1 rotolo di pasta lievita per focaccia
1 manciata di capperi
100 gr di alici sott’olio
2 o 3 cucchiai di concentrato di pomodoro
1 uovo

Procedimento:

Srotolare i due rotoli e spennellare la superficie di ciascuno.
Sovrapporli mettendo a contatto le parti con l’uovo.
Stenderli con il mattarello in modo che si appiccichino.
Ritagliare da qui dei triangoli.
In una ciotola, mescolare i capperi (lavati dal sale) con le acciughe tagliate a piccoli pezzi e il concentrato di pomodoro.
Mettere un cucchiaino su ogni triangolo vicino al lato corto(base).
Arrotolare su se stesso, volendo ci si può aiutare utilizzando un bastoncino di pasta avanzata.
Spennellare i cornetti con l’uovo sbattuto e infornare a 180° per 15-20 minuti.