Miniburger di soia da Emporio Ecologico

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Tempo fa ho ricevuto un bellissimo pacco dono da Emporio Ecologico. Tanti buoni prodotti bio, alcuni prodotti che già conosco e utilizzo da tempo, altri di cui ignoravo l’esistenza. Tra questi ultimi, una confezione di Bioburger della Joannusmolen a base di soia, mandorle, nocciole e semi di girasole. Mi hanno subito incuriosito per la loro semplicità di esecuzione poichè basta aggiungere 250 ml di acqua alla polvere e dare la forma ai nostri burger.

Una foodblogger generalmente dovrebbe autoprodursi questi alimenti partendo magari da della soia in polvere e unendo via via gli altri ingredienti, ma quando una foodblogger è anche una mamma alle prese con cinque orari diversi di rientro a casa dei componenti della famiglia, avere a portata di mano questo tipo di alimenti ha un suo perchè.

Io li ho provati con dei panini bio (anch’essi già pronti, ahimè, ma potrete autoprodurli guardando anche qui, ricetta non vegana) e accostandoli con diverse verdure (insalata, pomodori e cicoria lessa) e con della maionese veg (che, sempre volendo, potrete autoprodurre frullando insieme 150 ml di olio di semi di girasole, 50 ml di latte di soia, 1 cucchiaino di aceto, 1 cucchiaino di senape, 2 cucchiai di succo di limone, mezzo cucchiaino di sale, 1 pizzico di curcuma). Nel frattempo vi consiglio di dare un’occhiata al negozio Emporio Ecologico, dove troverete tantissimi prodotti bio, sia per la tavola che per la vostra igiene personale.

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Ingredienti per 10 piccoli burger:

  • 1 confezione di bioburger da 200 g
  • 250 ml di acqua
  • olio evo
  • panini da hamburger
  • maionese di soia
  • pomodori
  • insalata…

Procedimento:

Rovesciare il contenuto di una busta di bioburger with nuts in un recipiente, aggiungere l’acqua e mescolare bene. Formare col composto ottenuto i burger (ne verranno circa 10 piccoli, o 4 grandi). Potrete cuocerli in forno o in una padella antiaderente. Non occorre aggiungere sale. Quando saranno cotti (circa 2 minuti per lato) metterli in mezzo ad i panini con un filo di olio, un cucchiaio di maionese, una fetta di pomodoro e qualche foglia di insalata.

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Happy birthday Ale! Lonza al caramello salato e salsa all’arancia e zenzero

 

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E’ trascorso ormai troppo, troppissimo tempo dal mio ultimo post! Abbiate ancora pazienza: sono alla ricerca di un mio equilibrio (e qualcosa di più!), mettiamola così! Ora però non potevo proprio tirarmi indietro: l’occasione è il compleanno della paladina dei foodblogger italiani, colei che difende i nostri diritti e, insieme ad altre meravigliose persone, ha permesso a tutte noi di riunirci in un’Associazione, l’Aifb, col fine di definire meglio la nostra figura. Lei è Alessandra Gennaro dell’MTChallenge e questo è il regalo che vogliamo farle tutte insieme: rifare una ricetta tratta dal suo blog An Old Fashioned Lady e pubblicare il post tutte insieme.

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Io ho scelto questa Lonza di maiale al caramello salato con salsa all’arancia e zenzero perchè trovo che la carne di suino si accosti molto bene con la frutta (vedi anche le numerose ricette con prugne e mele) e mi incuriosiva molto provare il caramello salato. Devo ammettere che mentre la preparavo ero un po’ scettica: la salsa non mi si addensava per niente (così alla fine ho optato per togliere il coperchio in modo che evaporasse, rischiando tra l’altro di rovinare la carne) e il caramello all’inizio mi si era leggermente bruciato (se andate a vedere il post di Alessandra, nelle note c’è scritto che è una cosa da evitare accuratamente), ma mi sono dovuta ricredere appena l’ho portato in tavola perchè il vassoio è stato preso d’assalto dai miei “lupi” e io ho potuto assaggiare solo una piccola fetta! Un successone insomma e, a dispetto di quello che dice Alessandra, la carne non era per niente stoppacciosa nonostante non lo abbia potuto servire immediatamente: d’obbligo le foto prima, croce e delizia di ogni amico e parente di foodblogger!

La ricetta originale la trovate sul bellissimo blog di Alessandra. Io l’ho fatta pari pari apportando solo un paio di modifiche perchè all’ultimo mi sono accorta di non avere il Gran Marnier (e l’unica cosa che il marito è riucito a rimediare nel negozietto sottostante è stato il Cointreau) e la farina di riso. Mi sono voluta mettere alla prova facendo la “versione porca figura” e questa volta la fortuna ha premiato gli audaci, anche perchè alla fine il retrogusto di bruciato non si sentiva per niente!

Per Ale tantissimi auguLi e ora non rabbrividire con le mie modifiche!

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Ingredienti per 6 persone:

  • 800 g di lonza
  • 1600 ml di acqua fredda (io consiglio un quantitativo sufficiente a ricoprire la carne)
  • 3 cucchiai di zucchero di canna
  • un cucchiaino raso di sale fino
  • sale grosso
    per la salsa all’arancia e zenzero
    versione porca figura:
  • 2 cucchiai di fondo di cottura della carne
  • 1 cucchiaino da caffé di zenzero
  • il succo filtrato di un’arancia
  • 2 cucchiai di Gran Marnier (per me Cointreau)
  • 1 cucchiaio raso di farina di riso (per me Amido di Mais)
  • sale
  • scorza di arancia non trattata

Per la versione for Dummies consultare la ricetta originale.

Procedimento:

Prendete una casseruola piuttosto ampia, che contenga la lonza per intero: versate sul fondo lo zucchero, accendete il fuoco  a fiamma bassa  e fate caramellare: quando lo zucchero ha preso il colore di un caramello biondo (cioè si è sciolto completamente), sistemate nella pentola la lonza e copritela con tutta l’acqua, fredda. Aggiungete il sale fino e portate a bollore, a fiamma media. Poi abbassate il fuoco, coprite (io consiglio comunque di lasciarla scoperta trascorsa la prima mezz’ora per far si che possa evaporare) e proseguite la cottura fino a quando l’acqua si sarà quasi completamente ridotta e la carne sarà avvolta da un velo di caramello.

Per la salsa all’arancia, dovete procedere durante la cottura della carne, nelle fasi finali: appena il liquido di cottura inizia ad addensarsi in un caramello vischioso, prelevatene una piccola quantità (all’incirca, due cucchiai): versatelo in una padella, assieme al succo d’arancia e allo zenzero, mescolate e fate cuocere per un minuto. Sfumate con il Grand Marnier (o il Cointreau) e, in ultimo, fate addensare con la farina di riso (o amido di mais): in una tazzina da caffè, fate sciogliere la farina di riso (o amido di mais) in un cucchiaino di salsa (o di succo d’arancia): mescolate bene, aggiungete il composto al resto,abbassate la fiamma e fate addensare.

Cospargete il pezzo di carne con un pizzico di sale grosso e accompagnate con la salsa al caramello all’arancia.

Per le tips e tricks, assolutamente da non tralasciare per una buona riuscita di questo facile piatto, vi rimando al post di Alessandra.

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Insalata di gamberetti croccanti al torrone

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Anche quest’anno Cremona ospiterà la tradizionale festa del torrone. L’appuntamento è fissato per il 16 novembre fino al 24 e tanti sono gli eventi in programma tra cui alcuni laboratori anche per bambini e degustazioni. Molti gli espositori e la possibilità di visitare i luoghi della città solitamente chiusi al pubblico.

Quest’anno il tema che legherà tutta la manifestazione è la multimedialità, con l’intento di abbracciare non solo i golosi del mondo del dolce ma tutti quelli appassionati che utilizzano il web e le moderne tecnologie per essere costantemente al passo con i tempi. Pertanto, il programma verrà integrato con un portafoglio di iniziative e di incontri, che racconteranno il tema nelle sue diverse espressioni, nelle sue varie esperienze, legandolo alle diverse forme artistiche. Ecco perchè questa volta saranno protagonisti anche i foodblogger che Sperlari ha invitato a partecipare con una ricetta che abbia tra gli ingredienti principali il torrone. Quale invito migliore per una foodblogger, dal momento che questo ingrediente solitamente relegato al Natale insieme a  pandoro e panettoni, si presta invece alla realizzazione di ricetta tutto l’anno, sia ricette dolci che salate. E vi garantisco che una volta cominciato a sperimentare, non è più possibile fermarsi. Io per esempio non mi sono fermata alla ricetta che vi propongo quest’oggi, ma a seguire ne arriverà una seconda. Una salata e una dolce, per non far torto a nessuno. E se ancora aveste qualche dubbio, vi invito a partecipare alla festa a Cremona, dove sono sicura troverete molti spunti interessanti per degustare il vostro torrone.

La ricetta di oggi dunque è un’insalata di gamberetti con panatura al torrone. A mio avviso la panatura dolce si sposa benissimo con il sapore amarognolo della rucola che ben lo contrasta, e con il succo di limone che, oltre a sgrassare, dona anche una nota di freschezza.

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Ingredienti per un’insalata per 5 persone:

  • 300 g di gamberetti
  • 150 g di farina bianca
  • 1 uovo
  • 1 torrone Classico alla Mandorla Sperlari da 150 g
  • mezzo avocado
  • 3 cucchiai di olio EVO
  • il succo di mezzo limone
  • rucola
  • sale
  • olio di semi di arachidi q.b.

Procedimento:

Se avete scelto dei gamberetti surgelati lasciateli scongelare in frigorifero prima di cominciare la ricetta. Se necessario sgusciateli.

Se invece avete scelto gamberi freschi, sgusciateli e togliete loro il filo nero sul dorso.

Mettete in un piatto la farina, in uno sbattete l’uovo con un pizzico di sale, in un’altra ciotola mettete il torrone che avrete ridotto in polvere utilizzando un robot da cucina.

Mettere in un tegame l’olio di semi di girasole in quantitativo sufficiente affinchè una volta messi i gamberi a cuocere possano rimanere immersi.

Infarinare i gamberi nella farina, quindi passarli nell’uovo e infine nella polvere di torrone.

Friggere ogni gambero nell’olio di semi: fare molta attenzione perchè questa panatura tende a bruciarsi facilmente essendo zuccherina, quindi occorrerà davvero pochi minuti affinchè siano pronti. Quando saranno pronti, scolateli e metteteli su un foglio di carta assorbente mentre finirete di cuocere gli altri.

Lavate la rucola e disponetela in un piatto.

Lavate e sbucciate l’avocado. Tagliatelo a cubetti e mettetelo sopra la rucola. Adagiate sopra anche i gamberi.

Emulsionate l’olio di oliva extravergine con il limone e un pizzico di sale, quindi condite l’insalata pochi minuti prima di servirla a tavola.

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Pomodorini ripieni di carne

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Ve lo avevo promesso: prima che l’estate finisca sarei tornata con una nuova ricetta con i pomodori, altrimenti non mi chiamo più Paneepomodoro!!!

E quindi, in extremis, ma eccomi. Infondo in questo periodo riusciamo ancora a trovare degli ottimi pomodorini che si prestano a meraviglia per questa ricetta, da gustare calda ma anche fredda (io li ho portati anche al mare), quasi un finger food a seconda dei pomodorini che userete. Io, per esempio, ho utilizzato dei Piccadilly che si mangiano in due bocconi, uno per le bocche più voraci!!!

Sono abbastanza veloci da preparare e potete congelarli e utilizzarli poi al momento semplicemente scaldandoli in forno.

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Ingredienti per circa 50 pomodorini:

  • 300 g di carne di manzo macinata
  • 1 uovo
  • 50 g di parmigiano grattugiato
  • la scorza di un limone
  • una manciata di prezzemolo
  • 1 spicchio di aglio
  • 50 pomodorini tipo Piccadilly
  • sale

Procedimento:

Tagliare la calotta a ogni pomodorino, svuotarlo dell’acqua e dei semi, salarlo leggermente internamente e metterlo a scolare a testa in giù per un’ora circa.

Preparare il ripieno mescolando la carne macinata con il formaggio, l’uovo, il prezzemolo e il sale. Amalgamare bene questo composto. Aggiungere anche la scorza di limone grattugiata. Mescolare ancora.

Riempire con questo composto ogni pomodorino e coprire ognuno con la calotta messa da parte.

Ungere con poco olio una teglia da forno e posizionare in piedi i pomodorini.

Infornare a 200°C per 20 minuti e, se necessario, a fine cottura accendere anche un po’ il grill per colorirli leggermente.

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I miei primi falafel

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Continuano i miei esperimenti vegan! Erano anni che volevo cimentarmi nella realizzazione di queste deliziose polpette di origine araba, ma l’idea di utilizzare i ceci a crudo mi ha sempre dissuasa dal mettermi all’opera, fino a quando non ho visto nel gruppo facebook di Aida Vittoria Eltanin le foto dei falafel realizzate da coloro che ne fanno parte e non ho potuto resistere!

Una volta assaggiate il mio scetticismo si è disciolto come neve al sole: non solo buonissime e sane, ma anche velocissime da preparare, se non si tiene conto dell’ammollo notturno dei ceci ovviamente!

Di ricette in rete se ne trovano moltissime e si assomigliano più o meno tutte, io ho preferito seguire quella del blog Vegan 3000 perchè mi intrigava il fatto che tra gli ingredienti ci fosse anche del bicarbonato che secondo me serve a dar loro maggior croccantezza esterna e farle gonfiare leggermente in cottura,

Tutte comunque concordano su un fatto: MAI utilizzare ceci cotti se non volete che le vostre polpette si sfaldino!

Le mie piccole modifiche a questa ricetta, consistono nel far riposare l’impasto in frigo per 24 ore anzichè poche ore (vi confesso che ho dovuto farlo perchè all’ultimo sono stata invitata a cena fuori e ho dovuto rimandare la cottura dei falafel al giorno dopo!!!) e nel rotolarne alcune nei semi di sesamo prima di friggerle! Sembra che comunque il riposo in frigo non sia strettamente necessario. Voi provate, poi mi saprete dire!

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Ingredienti per circa 20 falafel:

  • 500 g di ceci
  • 1 cipolla rossa di Tropea
  • 1 spicchio di aglio
  • 1 mazzetto di prezzemolo
  • 1 cucchiaino di semi di cumino (meglio se in polvere)
  • sale
  • pepe
  • mezzo cucchiaino di bicarbonato
  • olio di semi di arachidi per friggere
  • semi di sesamo (facoltativo)

Preparazione:

Mettere i ceci in ammollo per 18-24 ore, quindi scolarli e asciugarli con della carta assorbente.

Se, come me, non siete riusciti a trovare il cumino in polvere e avete invece quello in semi, cercate di ridurlo voi in polvere il più possibile (io ho utilizzato il Bimby per questa operazione). Una volta polverizzati i semi, unite la cipolla, l’aglio il prezzemolo e i ceci dentro al vostro robot da cucina e frullate il tutto. Aggiungete quindi anche il bicarbonato e il sale e il pepe a piacimento e  mescolate ancora. Se lo ritenete necessario perchè il vostro composto vi sembra molto umido, potete aggiungere un cucchiaio di farina di ceci che lo asciugherà bene. State attenti a non esagerare però. Mettete questo composto in un contenitore con chiusura ermetica, compattatelo bene con un cucchiaio e riponetelo in frigo per qualche ora.

Trascorso tale tempo, mettete l’olio per friggere in una padella e mentre raggiungerà la giusta temperatura, formate le vostre polpette che non dovranno essere più grosse di una noce, e schiacciatele leggermente al centro.

Se lo desiderate, passatele sopra ai semi di sesamo, quindi mettetele delicatamente nell’olio bollente. Fate cuocere un paio di minuti per parte, quindi scolatele sopra un foglio di carta assorbente.

Potete servirle con una salsa al cetriolo, tipo tzatziky.

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Mai più senza falafel!!!

Polpette di cefalo su letto di zucca con coriandoli di pancetta croccante

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Nel mio ultimo post vi raccontavo di quanto non amassi fare l’albero di Natale! In questo vi racconto la felicità nel disfarlo! Spazio finalmente! E un po’ più di ordine… almeno apparente. Ordine che ho deciso di fare anche nel mio congelatore che, con i suoi 12 anni di onorata carriera, ha bisogno per l’ennesima volta di essere sbrinato. Ecco che ho trovato dei filetti di cefalo che avevo acquistato un paio di settimane fa e avevo congelato dopo averlo pulito e sfilettato. Certo non era abbastanza per mangiarci in cinque e così ho pensato di farne uno stuzzichino trasformandolo in piccolissime polpette che, magia magia, sono piaciute tantissimo anche ai miei due figli più ostici… In effetti a me è toccato solo un piccolo assaggio!

Ho deciso di accompagnarle con una crema di zucca che gli regala una nota di morbidezza e dolcezza e contrasta benissimo con la pancetta croccante!

A dirla tutta, ho mangiato la prima volta queste polpettine accompagnate dalla vellutata di zucca al ristorante di Silvia Volpe, giovane chef e titolare del ristorante “Bacco & la Volpe” di Castelnuovo della Misericordia. La cucina di Silvia, che tra l’altro fa parte dell’Alleanza tra i cuochi e i Presìdi Slow Food, è semplice e include soprattutto prodotti del territorio e, appunto, i presìdi che Slow Food si è impegnato a proteggere.

Quindi il merito di essere riuscita a far mangiare il pesce ai miei figli va anche a lei. Io ho solo pensato di aggiungere il tocco in più: la pancetta croccante!

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Ingredienti per 3-4 persone:

  • 200 g di cefalo già sfilettato
  • 1 fetta di pane in cassetta
  • 1 uovo
  • prezzemolo
  • 1 spicchio di aglio
  • sale
  • farina q.b.
  • olio di semi di arachide q.b.
  • 200 g di zucca pulita
  • 1 rametto di rosmarino
  • 1 scalogno
  • 2 cucchiai di olio EVO
  • 4 fettine sottili di pancetta tesa

Se non avete la pazienza o la voglia di sfilettare il vostro pesce, potete prima lessarlo e poi pulirlo. Anche se poi la doppia cottura impoverisce un po’ le carni, vi faciliterà sicuramente il compito.

Tritate dunque la polpa di pesce con il coltello, unite il pane tritato insieme al rosmarino e all’aglio e mescolate. Aggiungete di seguito l’uovo aggiustando di sale e amalgamare bene.

Formate con questo impasto delle piccolissime polpette e rotolatele nella farina. Mettetele in un contenitore chiuse e mettetele un’oretta nel congelatore (opzionale) per ottenere una frittura più asciutta. Se desiderate una panatura più croccante, mescolate alla farina del pangrattato.

Nel frattempo preparate la crema di zucca, avendo avuto cura di tagliarla a cubetti. Per questa operazione io ho utilizzato il Bimby, ma potete cuocerla anche in pentola e poi frullarla con un mixer ad immersione.

Frullate lo scalogno col rosmarino e fatelo rosolare nell’olio EVO (3 min. 100° vel. 3), unite la zucca e cuocete (20 min. 100° vel. 2) aggiungendo un pizzico di sale e mezzo bicchiere d’acqua trascorsi i primi 5 minuti. Frullate (20 sec. Vel. Turbo).

Scaldate una padella antiaderente e rosolatevi la pancetta per pochi minuti su ambo i lati.

Scaldare l’olio di semi di arachide in un Wok e cuocere le polpettine tolte dal congelatore.

Impiattate mettendo sul fondo un cucchiaio di crema di zucca, sopra le polpette e quindi la pancetta tritata con il coltello.

Polpette di cefalo_04Con questa ricetta partecipo alla raccolta di Kitchen Pinching:

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Filetti di orata su vellutata di cannellini e salvia fritta

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Ogni tanto la voglia di mettermi in cucina per esprimermi mi assale, di solito succede nei giorni di maggior stress, quando i problemi di tutti i giorni diventano pesanti e sembrano ostacoli insormontabili anche se magari son piccolezze. Ognuno ha il suo metodo per scaricare lo stress (di sicuro il mio – purtroppo- non è quello di mettermi a pulire casa!!!): il mio è quello di tirar fuori pentole, padelle e ammenicoli vari e sporcare la cucina! Insomma, bisogna farmi arrabbiare per convincermi a mettermi a friggere! E se c’è un pesce da sfilettare, anche meglio!

Oggi era uno di quei giorni e così, armi alla mano, mi son rinchiusa (per modo di dire visto che la mia cucina non ha porte) in cucina e mi son messa a spadellare. E’ incredibile! Ma quando faccio così mi sento un po’ un’artista anche io perchè creare un piatto è un po’ come creare un quadro che vedi nascere su una tela. La mia tela in questo caso è proprio il piatto, i miei colori sono gli ingredienti e i miei pennelli sono i miei mestoli, le mie pentole e tutti gli altri attrezzi. In quei momenti voglio essere lasciata sola perchè, proprio come un’ artista, anche io ho bisogno di concentrazione.

Questo è un piatto genuino e profumatissimo, basti pensare alla presenza di aglio, rosmarino, salvia, pepe e peperoncino per capire che buon odore sprigioni.

Per friggere vi consiglio sicuramente l’olio di semi di arachidi perchè è l’olio con il punto di fumo più alto. Cosa vuol dire? Il punto di fumo è la temperatura a cui un grasso alimentare riscaldato comincia a sviluppare fumo, si decompone alterando la propria struttura molecolare e formando acroleina, una sostanza tossica e cancerogena. Potete leggere un interessante articolo a riguardo qui.

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Ingredienti per 2 persone:

Procedimento:

La sera prima mettete a bagno i fagioli e la mattina scolateli e metteteli a cuocere (possibilmente in un coccio o in una apposita legumiera) con del rosmarino e uno spicchio di aglio. Dovranno cuocere circa 30 minuti. Salare solo quando saranno trascorsi i primi 20 minuti. Una volta cotti scolarli leggermente ma tenendo da parte l’acqua (potrete aggiungerla per dare la giusta consistenza alla crema), togliere l’aglio, aggiungere un filo di olio EVO e del pepe macinato e frullare con un frullatore ad immersione. Aggiungere l’acqua di cottura se necessario.

La parte più difficile è ovviamente sfilettare l’orata, ma fortunatamente ci sono molte pescherie disponibili a fare per noi questa operazione. Nel caso vogliate cimentarvi voi, munitevi di un buon coltello per sfilettare: migliore è il filo della lama e più facile sarà effettuare questa operazione senza rischio di tagliarsi! Munitevi anche di una pinzetta apposita per togliere le lische della pancia, o in assenza di questa, possono andare bene anche delle pinzette da sopracciglia, ben pulite ovviamente!

Mettere abbondante olio per friggere in un wok e accendere il fuoco.

Preparare una pastella con un uovo, la farina e poca acqua frizzante fredda. Salare. Immergervi le foglie di salvia lavate, quindi passarle nell’olio bollente e farle cuocere da entrambi i lati finchè non si saranno leggermente dorate, quindi scolarle e adagiarle su un foglio di carta assorbente.

Ungere leggermente con dell’olio EVO una padella antiaderente e mettervi uno spicchio di aglio schiacciato e un peperoncino secco tritato. Mettere sul fuoco e appena è calda adagiarvi i filetti di pesce con la pelle a contatto della padella. Cuocere 2 minuti per lato e salare.

Comporre il piatto: mettere 2-3 cucchiai di crema di cannellini sul fondo di un piatto e adagiarvi sopra i filetti di pesce. Accompagnare con le foglie di salvia fritte.

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Il mio chili per l’MtC

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Questo mese la sfida per l’MTC la propone Anne direttamente dal Texas e io, nonostante abbia traccheggiato a lungo, non potevo tirarmi indietro perchè quando si dice Texas si dice anche un po’ Messico e se mi leggete da un po’ saprete che sono innamorata di questo paese, un luogo magico, ricco di storia, e con una grande tradizione culinaria.

Ma torniamo in Texas dove Anne ci propone un classico dei classici del luogo: il chili, con le sue mille varianti ma con dei punti fermissimi, uno fra tutti il peperoncino rigorosamente non in polvere. Ed è proprio questa regola che mi ha messo più in crisi perchè gli unici peperoncini che sono riuscita a trovare degni di questa preparazione sono dei pimento importati dal Cile (se non erro), molto somiglianti agli habanero (quasi velenosi) messicani, sia per forma che per piccantezza. Dopo averli trattati come spiega Anne, l’aria in casa era quasi irrespirabile e spero di non aver nuociuto ulteriormente alla bronchite di mio figlio n.3.

L’occasione per prepararlo non poteva essere migliore: figlio n.1 e n.2 spediti al campo scout e finalmente io e mio marito possiamo goderci una cenetta piccante come piace a noi! Per di più la giornata è proprio brutta ed è l’ideale per questo piatto che richiede una lunga cottura.

Io ne ho fatto un quantitativo molto ridotto rispetto a quanto propone Anne perchè essendo il mio primo chili preferisco andarci coi piedi di piombo e magari, la prossima volta, aggiustare le dosi (soprattutto di peperoncino).

E meno male che ci sono andata coi piedi di piombo: mio marito abituato a mangiare molto molto piccante ha dovuto affrontare una dura prova d’amore per mangiarlo! Fortunatamente i pomodori e i fagioli sono riusciti a smorzare un po’ l’effetto, ma credetemi: è stata davvero dura! La prossima volta dovrò trovare dei peperoncini più consoni.

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Ingredienti per due persone:

Per il chili:

  • 400 g di carne di manzo tagliata a cubetti
  • 4 peperoncini pimento
  • 1 cucchiaio di cacao in polvere amaro
  • sale
  • 2 cucchiai di olio EVO

Per il contorno:

  • 200 g di fagioli tabaccara
  • 10 pomodorini
  • 1 spicchio di aglio
  • olio EVO

Per le tortillas:

  • 120 g di farina 00
  • 40 g di farina di mais Fioretto
  • 80 g di acqua
  • sale
  • 1 cucchiaio di strutto

Procedimento:

Mettete i fagioli a bagno in acqua fredda per una notte, quindi scolarli e metterli in una pentola coprendoli con altra acqua fredda. Aggiungere uno spicchio di aglio e portare a ebollizione. Cuocere per circa 30 minuti e salare solo a fine cottura.

Utilizzando peperoncini freschi occorre prima essiccarli in forno quindi metterli in un sacchetto di carta per circa 15 minuti in modo da facilitare il compito successivo: quello di spellarli. Fate tutte queste operazioni arieggiando la stanza e utilizzando guanti di lattice. Quello che ricaverete, privato dei semi, metterlo in un  recipiente e ricopritelo con dell’acqua. Lasciare in ammollo per un paio di ore, quindi frullare tutto insieme.

In una pentola adatta per lunghe cotture mettere l’olio EVO e la carne con la polpa di peperoncino filtrata attraverso un colino a maglie strette. Protrarre la cottura per un paio di ore e mezz’ora prima di spegnere il fuoco unire anche il cacao.

Nel frattempo preparare le tortillas mescolando in un contenitore le farine con il lievito. Sciogliere lo strutto nell’acqua tiepida e unire anche questi nella ciotola. Impastare e salare leggermente. Dividere l’impasto in due palline. Lasciarle riposare dieci minuti.

Scolare i fagioli e saltarli in una padella con poco olio.

Tagliare i pomodori a spicchi e unirvi i fagioli e poco cicorino tagliato a listarelle. Condire a piacimento.

Poco prima di servire in tavola, stendere le tortillas con il mattarello dandogli forma rotonda. Scaldare una padella in ghisa e cuocere le tortillas pochi minuti per lato.

Posizionare al centro di ogni tortillas la carne e servire insieme al contorno di pomodori e fagioli.

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Con questa ricetta partecipo all’Mtc di aprile:

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Lunedì senza carne: polpette di spinaci

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Ultimamente sono poco presente qui sul blog, ma con l’arrivo della tanto attesa primavera si son ripresentati i soliti impegni come il cambio dell’armadio (per la verità in questi giorni addirittura il cambio della camera in toto), le pulizie di stagione e probabilmente un nuovo lavoro di cui vi parlerò in seguito.

E poi… come dicevo negli scorsi post la scorsa settimana ho festeggiato i miei primi 40 anni ed ho trascorso due giorni a festeggiare con amici che non vedevo da mesi, se non da anni. E’ stata una fantastica sorpresa che mi ha fatto il mio maritino, organizzando tutto nei minimi dettagli. Questa volta mi ha davvero sorpreso! Sebbene avessi cominciato a sospettare qualcosa vedendo movimenti strani nei giorni precedenti, non sarei mai riuscita ad indovinare che la sorpresa sarebbe stata una festa come quella che mi ha organizzato!

Quindi, come dicevo, il tempo è sempre tiranno, ma l’appuntamento con il “Lunedì senza carne” non può essere trascurato e perciò eccomi qua! Tra l’altro oggi è anche la giornata mondiale della terra e quindi con questo post abbraccio due cause, l’una correlata all’altra, perchè come sapete, ridurre il consumo di carne è utile soprattutto al nostro pianeta: sembra infatti che gli allevamenti intensivi siano la causa principale dell’inquinamento mondiale.

Questa volta vi posto la ricetta delle polpette agli spinaci, letta sul numero di aprile di Cucina Naturale. Praticamente è stata da me stravolta perchè non avevo il tofu in casa e ho voluto regalargli un po’ più di sapore con il parmigiano. Non era comunque una ricetta vegana perchè prevedeva anche l’uso delle uova.

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Ingredienti per circa 15-18 polpette:

  • 3 patate medie
  • 200 g di spinaci
  • 1 uovo
  • 30 g di parmigiano grattugiato
  • 1 spicchio di aglio
  • pangrattato
  • olio EVO
  • sale

Procedimento:

Cuocere al vapore o nel microonde le patate sbucciate e tagliate a dadini (nel micro 16 minuti alla massima potenza dentro al Microwave Tupperware). Schiacciarle con una forchetta.

In una padella con poco olio e uno spicchio di aglio schiacciato far appassire gli spinaci lavati e scolati. Quindi  togliere l’aglio e metterli in un colino strizzandoli per togliere il maggior quantitativo di acqua. Infine tritarli.

Unite gli spinaci alle patate, mescolare bene e salare. Far raffreddare quindi aggiungere l’uovo, il parmigiano e un paio di cucchiai di pangrattato o quel tanto che basta per portare l’impasto alla giusta consistenza per essere lavorato. Aggiustare di sale.

Formare le polpette grosse poco più di una noce e schiacciarle al centro.

In una padella antiaderente scaldare due cucchiai di olio e cuocervi le polpette. Cuocere tre minuti per lato o finchè non si saranno dorate quindi metterle su un foglio di carta assorbente per togliere l’unto in eccesso. Continuare la cottura delle altre polpette, cambiando di volta in volta l’olio.

Se le fate piccolissime possono diventare un’ottima idea finger food.

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Pesce spatola ai pistacchi e crema di cavolo e tanti auguri a me!!!

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Oggi è un grande giorno: compio i miei primi quarant’anni e inevitabilmente questa è una tappa in cui si devono fare un po’ di conti e resoconti perchè si entra negli “anta” e ci rimarremo finchè non festeggeremo il centesimo compleanno. Il tempo passa inesorabilmente e come tutti anche io ho dei rimpianti (per esempio avrei voluto viaggiare molto di più) ma facendo il conto tra ciò che ho avuto dalla vita e ciò che invece mi è stato negato mi devo assolutamente ritenere soddisfatta soprattutto perchè ho una bella famiglia e questa è la cosa più importante.

Certo il tempo è volato: mi sembra ieri di aver festeggiato il mio 18esimo compleanno e, anche se solo per prendermi in giro, ieri mio figlio mi ha chiesto cosa fossero quelle rughe intorno agli occhi! “Sono segni di espressione!” gli ho risposto, ma non sono sicura di averlo convinto e soprattutto non ho convinto me stessa!

Un regalo comunque me lo sono fatto ed è quello di essere arrivata a questo giorno, con estrema fatica, con il mio peso forma! E ora sono molto soddisfatta di me e così oggi potrò lasciarmi andare a festeggiamenti sfrenati, sempre che qualcuno mi abbia organizzato una festa! Chissà… domani vi dirò!

Nel frattempo, non si sa mai, vi lascio una ricettina veloce da preparare, per la quale devo ringraziare ancora una volta Cristina di Poveri ma belli e buoni che mi ha fatto venir voglia di assaggiare tanti bei pesciolini azzurri che fin’ora non avevo mai provato. L’altro giorno Cristina mi ha telefonato dal supermercato per dirmi di sbrigarmi perchè nel reparto pescheria c’era finalmente il raro pesce spatola che tanto avrei voluto assaggiare, così mi sono precipitata al supermercato e l’ho acquistato.

Il pesce spatola, o sciabola, è un pesce del nostro mare dal corpo sottile e senza squame e che può arrivare ad una lunghezza di 2 metri. Molto semplice da sfilettare e se ci sono riuscita io, potete essere tranquilli! Io ho modificato la ricetta di Cristina per adattarla agli ingredienti che avevo in casa e perchè…. mi sono resa conto che era tardi e che dovevo sbrigarmi a metter in tavola qualcosa!

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Ingredienti per 2 persone:

  • un trancio di pesce sciabola di circa 500 g
  • 4 cucchiai di pistacchi di Bronte tritati
  • 1 scalogno
  • succo di mezzo limone
  • 2 cucchiai di olio EVO
  • sale
  • 1 piccolo cavolfiore
  • fragole per decorare

Procedimento:

Lavare il cavolfiore e dividerlo in cimette che cuocerete a vapore per pochi minuti, quindi, con poca acqua utilizzata per creare il vapore frullate il cavolfiore con un mixer ad immersione fino a creare una crema densa. Salate e mettete da parte.

Lavate il pesce sciabola, pulitelo e sfilettatelo (oppure fatelo sfilettare al pescivendolo). Tagliate i filetti in quadrati.

Mettete in una padella sul fuoco due cucchiai di olio EVO con lo scalogno tritato. Appena quest’ultimo comincerà a sfrigolare ponete i filetti dalla parte della pelle e fateli cuocere due minuti per parte, salandoli. Spruzzate leggermente con succo di limone.

Servite i filetti nei piatti cospargendoli di pistacchi e accompagnandoli con la crema di cavolfiore e con una fragola tagliata a ventaglio.

E adesso non mi resta che dire…. CIN CIN a me!

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