Silvia salad piccantina

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Il tanto atteso caldo è arrivato… In altre occasioni avrei aggiunto un bel “finalmente”, ma quest’anno mi sono resa conto a mie spese che per chi deve lavorare quest’afa non è proprio il massimo della goduria!

In casa le finestre sono tutte chiuse per cercare di chiudere fuori il caldo e l’idea di accendere il forno mi sconvolge.

Dove lavoro le insalate vanno alla grande e ce ne sono per tutti i gusti, ma a casa una delle mie preferite è quella che vi propongo oggi cogliendo l’occasione per partecipare all’Mtc di giugno proposto da Leo, una new entry dell’Mtc (n’artro marito per intenderci!) che ha pensato bene di tenerci leggeri per affrontare la tanto odiata prova costume.

Quindi, dalla famosa Ceasar Salad nella rivisitazione di Julia Child, alla versione di Leo con il pollo fino alla mia, che in realtà si discosta solo in parte da quella di Leo.

Devo essere sincera, il tempo qua stringe sempre più e certe volte è difficile riuscire anche a fare la spesa, perciò la mia insalata nasce da “quel che c’è in frigo”, in dispensa le olive non mancano mai e questa è una buona occasione per utilizzare quel buon pane cotto a legna (sciapo per noi toscani) che se rimane ancora un po’ nel contenitore del pane diventerà oggetto di studio per qualche paleontologo.

Silvia salad_01Ingredienti per due persone:

  • 200 g di insalatine (lattughino, songino, spinacino, tutto “ino” insomma)
  • 2 fette di pane
  • 2 fette di petto di pollo
  • 3 pomodori San Marzano
  • 1 cetriolo
  • una manciata di olive in salamoia
  • 2 cucchiai di succo di limone Polenghi
  • olio aromatizzato (io lo autoproduco mettendo del rosmarino, uno spicchio di aglio tritato, peperoncino frantumato, scorze di limone nell’oliera con dell’ottimo olio EVO)
  • 50 g di emmental
  • sale dell’Himalaya Tec-Al

Procedimento:

Tagliare il pane a cubetti. In una padella antiaderente versare due cucchiai di olio aromatizzato e quando è caldo unire i cubetti di pane. Farli arrostire e salarli con il sale dell’Himalaya.

Lavare le insalatine, il cetriolo e i pomodori.

Sbucciare il cetriolo e affettarlo.

Sulla griglia cuocere il petto di pollo, salarlo. Quando è cotto affettarlo.

Tagliare anche il formaggio a cubetti.

Assemblare l’insalata in una capiente insalatiera: mettere  le insalatine, le olive sgocciolate, i pomodori precedentemente tagliati, il cetriolo, il pollo e il pane.

In un piatto preparare una citronette con il succo di limone, l’olio e il sale e sbatterlo fino a quando si formerà una cremina che andrà versata nell’insalata.

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Con questa ricetta partecipo all’Mtchallenge di giugno:

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Bis di tartare di pesce povero

Tartare di palamita_01

Tartare di alici_01

Adoro il crudo, sia che sia di carne, che di pesce, che di verdure. E trovo che sia una delle preparazioni che più si prestano per una cenetta romantica come quella che ho organizzato per San Valentino. Certo, non devono essere grosse porzioni, perchè le piccole si degustano molto meglio.

Ve ne propongo due oggi (sono un po’ in ritardo, ma spero che riuscirete a prepararle una di queste sere) a base di pesce povero, con una sola ma importante raccomandazione: per questo tipo di preparazioni è molto importante tenere il pesce nel congelatore per almeno un paio di giorni, questo per scongiurare il pericolo di contaminazioni. Infatti, uno dei parassiti più pericolosi per l’uomo è l’Anisakis e può essere ucciso solo abbattendo il pesce (ovvero congelandolo). Quando poi deciderete di cucinarlo, basterà tirarlo fuori dal congelatore la sera prima e farlo scongelare in frigorifero, quindi prepararlo come meglio gradite.

La prima tartare è la più delicata ed è a base di palamita, un pesce dei nostri mari che oggi non viene cucinato molto, nonostante le sue carni assomiglino molto a quella del tonno (infatti attenzione alle frodi perchè la palamita costa davvero molto poco rispetto al tonno). In genere sono pesci di grossa pezzatura e possono anche essere venduti a trance. E’ un pesce che si sfiletta davvero molto facilmente, basterà avere un coltello molto affilato.

Io l’ho cucinato tenendolo in un guazzetto di salsa di soia e succo di arancia per un paio di ore.

La seconda tartare invece è fatta con le alici: è una tartare molto mediterranea perchè vi ho aggiunto pomodorini, capperi e olive. La ricetta è tratta dal libro di un noto ristoratore della mia zona: Luciano Zazzeri de La Pinetina di Marina di Bibbona. Il libro si chiama appunto la Baracca dello Zazzeri e, oltre a molte appetitose ricette a base di pesce (famosissimo il cacciucco dello Zazzeri) contiene anche numerosi aneddoti.

Ho modificato solo leggermente la ricetta aggiungendo qualche goccia di succo di limone.

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Tartare di palamita

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Ingredienti per due persone:

  • 300 g di palamita pulita
  • 1 arancia (succo e scorza)
  • 2 cucchiai di salsa di soia
  • olio EVO
  • sale
  • rosmarino
  • pepe

Procedimento:

Con il coltello tritare la palamita piuttosto finemente, quindi metterla a riposare in un guazzetto fatto spremendo l’arancia e aggiungendo la salsa di soia, poco sale (la salsa di soia è già piuttosto salata), pepe, il rosmarino tritato e due cucchiai di olio EVO. Far riposare un paio di ore quindi impiattare aiutandosi con un coppapasta. Guarnire il piatto con un ciuffetto di rosmarino e la scorza di arancia tritata.

Tartare di alici

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Ingredienti per 2 persone:

  • 300 g di acciughe
  • 1 cucchiaio di capperi sotto sale
  • 1 cucchiaio di olive taggiasche denocciolate
  • basilico
  • olio EVO
  • 8 pomodori ciliegini
  • poco succo di limone
  • sale
  • pepe

Preparazione:

Tritare finemente le acciughe con il coltello (ovviamente le avrete prima disliscate, pulite e tenute nel congelatore per un paio di giorni). Metterle in un piatto irrorandole con qualche goccia di succo di limone. Tritare nello stesso modo anche i capperi, le olive e i pomodorini. Unire tutti gli ingredienti compreso il basilico che avrete spezzettato a mano. Salare, pepare e aggiungere un filo di olio EVO. Mescolare bene e lasciar riposare un’ora. Impiattare aiutandosi con un coppapasta.

Pollo piccante al limone

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Dopo tutte le cene e i pranzi di questi giorni è un piacere ritrovarsi a tavola a mangiare qualcosa di poco elaborato e che non appesantisca. Ecco perchè oggi ho deciso di mettere sulla mia tavola questo piatto che, se ben cotto, con la sua pellicina croccante e saporita è davvero una delizia! E… vi dico un segreto, una volta finito il pollo i miei figli si litigano la teglia per farci la scarpetta: una cosa che quasi non si può guardare se non fossero bambini!

Ho scelto il galletto livornese, tipico appunto della mia zona, perchè ha delle carni davvero tenere.

Ingredienti:

Procedimento:

Strinare il pollo per togliere eventuali residui di piume e peli. Tagliare il pollo a piccoli pezzi e lavarlo bene sotto l’acqua corrente. Asciugarlo con della carta assorbente da cucina. Oliare leggermente ogni pezzo.

Mescolare in un piatto due cucchiai di insaporitore per carni arrosto e ai ferri Ariosto con un cucchiaio di aglio e peperoncino Ariosto e con questo condire i pezzi di pollo e posizionarli in un tegame da forno sul cui fondo avrete messo un cucchiaio di olio. Grattugiate la scorza del limone e distribuitela sopra il pollo, quindi spremervi anche il succo.

Coprire la teglia con della carta di alluminio e quindi infornare a 180-200° per circa mezz’ora, quindi togliere l’alluminio e rigirare i pezzi di pollo. Aggiungere le olive. Reinfornare per altri 30 minuti accendendo il grill. Dieci minuti prima di togliere dal forno, rigirare ancora e bagnare col vino bianco. Il pollo sarà cotto quando sarà ben rosolato.

Servire accompagnando con delle patate arrosto.

Pollo al limone piccante_01

 

 

Pane con le olive

Il sabato è il giorno che in genere dedico alla panificazione perchè ho più tempo e questa è un’arte a cui bisogna dedicarcisi con tutta la calma del mondo.

Ecco quindi che in genere rinfresco il mio lievito al venerdì sera, il sabato mattina impasto il mio pane e metto a lievitare e, subito dopo pranzo, sgonfio il mio impasto e dò la forma al mio pane facendolo rilievitare una seconda volta. Prima di cena lo cuocio e così prima di sedersi a tavola abbiamo il nostro pane bello caldo.

In genere utilizzo farine glutinose che però siano ben digeribili, come quella di farro e di Kamut, sempre perchè ho un bambino che, pur non essendo celiaco, deve stare attento a non ingerire troppi alimenti che contengano glutine poco digeribile come quello di grano.

Oggi però ho voluto sperimentare la farina per pizza dei Molini Rosignoli  che, seppur indicata per impasti a breve lievitazione, mi ha dato una grande soddisfazione anche per questo pane che invece di lievitazione ne richiede parecchia. Come potete vedere dalle foto, infatti, è lievitato benissimo e ha un’alveolatura che oserei definire perfetta! La crosta è croccante e l’interno è molto morbido. Ideale quindi da affettare per confezionare dei buonissimi panini con mortadella, prosciuto, salame…

 Ingredienti:

Procedimento:

Sciogliere il lievito nell’acqua e aggiungere il malto. Mescolare bene, quindi unire la farina e le olive. Impastare a mano o utilizzando un’impastatrice, aggiungendo il sale.

Mettere in una ciotola, coprire con uno strofinaccio umido e lasciar lievitare 4-5 ore.

Trascorso questo tempo, sgonfiare l’impasto, stenderlo e piegarlo in tre parti in senso verticale e poi in tre in senso orizzontale.

Posizionare il nostro panetto su di una placca da forno ricoperta di carta forno. Coprire ancora col solito strofinaccio umido e lasciar lievitare ancora per 4-5 ore.

Infornare per i primi 10 minuti a 200° C, quindi abbassare la temperatura a 180°C e far cuocere ancora 50 minuti, avendo cura per gli ultimi 15 minuti di posizionare il pane direttamente sulla griglia del forno senza la teglia e la carta.

Far raffreddare.

Ciambella rustica con pomodorini e olive di Nastro di Raso

E con grande dispiacere inauguro una nuova categoria, quella dei flop. E devo farlo proprio con una ricetta a cui tenevo molto perchè volevo partecipare al contest di Nastro di Raso. Purtroppo il mio ciambellone non è lievitato neanche un poco, vuoi perchè forse ho messo poco lievito (e probabilmente in questo caso è meglio utilizzare quello liofilizzato), vuoi perchè la ricetta prevede l’uso di molto burro e probabilmente è necessario un maggior tempo di lievitazione.

Ho deciso di pubblicare lo stesso questa ricetta perchè penso che, come in tutte le cose, anche per la cucina dagli errori si può imparare e molto.

Nonostante tutto però devo dire che il sapore è davvero eccezionale e che, appena me se ne presenterà l’occasione, la rifarò sicuramente aggiustando ovviamente i tempi. Mi impegno fin da ora ad aggiornare questo post con nuove foto della ciambella riuscita!

Noi ce la siamo mangiata comunque: un po’ duretta ma davvero niente male! Non oso immaginare come sarebbe stata dunque se fosse venuta bella soffice!

Ecco dunque la ricetta originale (in corsivo ho messo le modifiche secondo me da apportare per aiutare la lievitazione, ma ben vengano anche i vostri consigli).

Ingredienti: 

  • 350 gr di farina 00 (per questo tipo di impasti io prediligo la farina 0)
  • mezza bustina di lievito di birra disidratato (forse anche una intera)
  • 120 gr di burro morbido (da provare con 80 g di burro e 40 di olio di oliva)
  • 1 uovo
  • una presa di sale
  • mezzo bicchiere di vino bianco
  • 80 gr di pomodori secchi o semisecchi
  • circa 20 olive (io ho usato quelle di Gaeta in salamoia)
  • 25 gr di pinoli

Procedimento:
Far sciogliere 30 gr di burro nel latte, a fiamma molto bassa, e poi fate intiepidire.

Mettete a bagno i pomodorini, tagliati a pezzetti, nel vino bianco, quindi snocciolate le olive.

Mettere in una ciotola (abbastanza grande da contenere anche il prodotto che lieviterà) 60 gr di farina insieme al lievito. Se usate quello fresco fatelo sciogliere nel latte tiepido, ma non troppo caldo.
Sulla farina versate il latte col burro e mescolate bene, (La prossima volta proverò ad evitare di mettere il burro in questo primo passaggio, ma vorrei mescolare solo la farina con il latte e il lievito) coprite e mettete in caldo (nel forno spento o con una coperta/tovaglia sopra) quindi lasciate lievitare un’oretta. Passato questo tempo, aggiungete il restante burro, l’uovo, il sale e la restante farina. Impastate energicamente, quindi aggiungete i pomodorini (scolati) e le olive tagliati a pezzettini e i pinoli interi, amalgamando tutto.

Lasciate quindi lievitare per circa un’ora e mezza, poi spostate l’impasto nel contenitore per la cottura in forno (se non in silicone, ricordate di imburrarlo e infarinarlo). Servirà un contenitore coi bordi alti, come quello che ho usato io che è per i savarin, oppure quelli per i ciambelloni (ma anche senza il buco centrale). Nello stampo, fate lievitare ancora 30-40 minuti, quindi infornate a 180° per circa 45 minuti.

Edit del 22 gennaio 

“Chi la dura la vince”, e mai detto fu più veritiero perchè ieri ho provato nuovamente a fare questo lievitato ed è venuto perfetto. Ho apportato dei cambiamenti, ma davvero minimi:

  • ho utilizzato il lievito in polvere (una bustina intera),
  • ho praticamente raddoppiato i tempi di lievitazione,
  • ho utilizzato 90 g di burro (senza metterne nel lievitino) e 20 di olio di oliva con l’aggiunta di una tazzina di acqua perchè era risultato un pochino asciutto.

E ora vi delizierò con qualche foto:

Questo ciambellone è buonissimo come antipasto o per l’aperitivo: accompagnatelo con salumi, affettati e formaggi.

 

 

Cantuccioni salati all’arancio con pistacchi e olive

E mentre tutti sono impegnati a fare pacchi e pacchettini, io faccio un po’ di prove per il mio pranzo di Natale: non mi perdonerei se in tavola proprio quel giorno mettessi qualcosa di non commestibile!!!

E così uso le mie “cavie” personali e testo tutto con largo anticipo onde poi dovermi organizzare per bene!

Così è successo con questi cantuccioni che ieri sera ho portato a casa di amici e che hanno riscosso un notevole successo. In teoria dovevano avere la forma e la dimensione dei classici cantuccini (quelli dolci con le mandorle che in Toscana si inzuppano nel vin santo), però mi son venuti piuttosto grossi e così li ho ribattezzati!

Inoltre la ricetta deriva dal ricettario Bimby “Antipasti e stuzzichini”, da me leggermente modificata perchè ho notato che la quantità di ingredienti umidi era piuttosto scarsa rispetto a quella di quelli secchi ed infatti il salsicciotto non riusciva a compattarsi. Come sempre, se non avete il Bimby, potete usare un altro impastatore oppure… le vostre braccia e una bella ciotola!

Ingredienti:

  • 500 g di farina 00
  • 50 g di latte
  • 80 g di burro morbido
  • 20 g di olio EVO
  • 120 g di pistacchi salati sgusciati
  • 50 g di olive taggiasche snocciolate
  • 3 uova
  • 1 cucchiaino di lievito in polvere per torte salate
  • 1 cucchiaino di sale
  • 1 cucchiaio di semi di finocchio
  • la scorza di un’arancia

Preparazione:

Tritare la buccia dell’arancia: 10 sec. vel. 8 insieme ai pistacchi e le olive. Aggiungere la farina, il lievito, il burro, 2 uova, il latte, l’olio e i semi di finocchio. Impastare: 3 minuti vel. Spiga.

Togliere l’impasto e lavorarlo bene con le mani formando una pagnottella di circa 30 cm di lunghezza.

Disporre su una teglia ricoperta di carta forno leggermente unta di olio e lasciar riposare circa 40 minuti, quindi appiattire leggermente la superficie in modo di ottenere un’altezza di circa 4 cm e spennellare la pagnotta con un uovo sbattuto e salare.

Porre in forno preriscaldato a 180° C per circa 40 minuti, quindi far raffreddare una mezzoretta e tagliare obliquamente ottenendo delle fette di circa 1 cm di altezza. Rimettere sulla placca del forno coperta di carta e infornare a 150 °C per 20 minuti.

Far raffreddare.

Sono ottimi per l’aperitivo ma anche per un piccolo cadeau natalizio!

Il pulpo con le patate… da “Gli ingredienti dell’amore perfetto”

Io appartengo a quella categoria di persone che quando cominciano a leggere un libro, anche se non mi piace devo portarlo fino in fondo perchè penso che mi avrà lasciato sempre  e comunque qualcosa.

Questa volta stavo leggendo “Gli ingredienti dell’amore perfetto” di Kate Jacobs e l’effetto è stato proprio quello!

Da regina dei fornelli a star del piccolo schermo il passo è breve, soprattutto se la trasmissione più seguita dell’emittente tv Cooking Channel si registra nella cucina di casa tua. E così Augusta Simpson – più nota come Gus – da dodici anni è la signora indiscussa dei programmi culinari di maggior successo a New York. Sexy, trendy e famosa, Gus sembra non temere avversari. Fino a quando non arrivano – nell’ordine – il suo 50° compleanno a incrinarle l’autostima, problemi di budget a imporre un restyling del programma, volti nuovi e più giovani a farle concorrenza. La rivale numero uno è Carmen Vega: ex Miss Spagna e ora astro nascente di Cooking Channel, grazie a uno spot pubblicitario, un video su YouTube e – si vocifera – una relazione con il presidente del canale tv. Sostenuta da un gruppo strampalato di familiari e amici – le due figlie complici-nemiche, l’ex di una figlia che non si rassegna a essere stato mollato, un giovane produttore televisivo che le fa una corte spietata e una vicina di casa dal misterioso passato – Gus dovrà affilare i coltelli e trovare una nuova ricetta per il successo. E forse anche per la vita.

Certo è stato carino seguire le vicende di questa signora ormai cinquantenne con una bella carriera (un lavoro che ogni foodblogger vorrebbe fare) e due figlie da seguire e comprendere, però l’ho trovato molto banale.

Quindi pensavo a cosa mi poteva aver dato questo libro, quando mi sono ricordata che avrei sicuramente potuto riproporre qualche ricetta in esso nominata.

Allora perchè non riproporre proprio il polpo che è il protagonista di pag. 154, quando la nostra Gus presenta il piatto che preparerà durante la trasmissione e, convinta che sarebbe sta l’halibut, trova un bel polpo!

Ma attenzione: pUlpo e non pOlpo, perchè alla fine la protagonista spagnola aprirà un ristorante con questo nome!

Io lo preparo così!

Ingredienti:

  • 1 Kg di polpo fresco pulito (il mio era addirittura 1 Kg e 300 g)
  • 1 cipolla bianca
  • 2 coste di sedano
  • 1 carota
  • 2 cucchiai di aceto
  • sale
  • prezzemolo
  • aglio
  • 5 patate medi lessate
  • olive nere
  • 1 falda di peperone giallo
  • 1 falda di peperone rosso


Preparazione:

Cominciamo a preparare il polpo.

La cosa migliore, soprattutto se il polpo è molto fresco, è quella di tenerlo almeno una notte nel congelatore. In questo modo le carni risulteranno più tenere.

Quindi una volta scongelato, mettere in una pentola (possibilmente a pressione) dell’acqua (circa due litri) con mezza cipolla pulita, la carota sbucciata, 1 costa di sedano e l’aceto. Posizionare la pentola sul fuoco e quando bolle, salare l’acqua e, tenendo il polpo per la testa, immergerlo per 4-5 volte nell’acqua bollente in modo che i tentacoli si arriccino, infine lasciarlo andare nella pentola e coprire.

Cuocere il polpo per circa 30 minuti in pentola a pressione, 1 ora nel modo tradizionale.

Passato questo tempo lasciare il polpo nell’acqua finchè non si sarà raffreddato, quindi metterlo su un tagliere e tagliarlo a pezzi della grandezza che si desidera.

Metterlo quindi in una ciotola e condirlo con olio, sale, sedano tagliato a rondelle, peperoni tagliati a strisce, prezzemolo e aglio tritati.

Tagliare le patate lesse grossolanamente e condire anch’esse con olio, sale, prezzemolo e aglio tritati e olive. Posizionarle su un piatto da portata e al centro mettere il polpo.

Con questa ricetta partecipo al contest di Grembiule e Presine:

 

Polpettone (di tonno) all’uso zingaro di Pellegrino Artusi protagonista di “Odore di chiuso” di Marco Malvaldi

La mia seconda passione: la lettura, soprattutto di gialli, thriller, polizieschi ecc. Marco Malvaldi è un giovane autore che ha già pubblicato tre romanzi molto simpatici ambientati nella provincia pisana e con protagonisti dei vecchietti frequentatori del Bar Lume, il cui proprietario spesso deve tenere a freno.

Questa volta Malvaldi si è cimentato in un giallo ambientato alla fine dell’800 a Bolgheri con protagonista nientepopòdimenoche Pellegrino Artusi, colui che con il suo “La scienza in cucina e l’arte di mangiare bene” ha dato un ordine alla gastronomia italiana. Il nostro amico dunque si reca in un Castello invitato dal Barone Romualdo Bonaiuti. Durante il suo soggiorno avviene un omicidio e il Signor Artusi si troverà a sciogliere il bandolo della matassa e nel frattempo cercherà di carpire alla cuoca del Barone la ricetta del buonissimo polpettone al tonno assaggiato in quella stessa occasione!

Il polpettone all’uso zingaro lo ritroviamo dunque protagonista in vari momenti dello svolgimento della storia, ma Marco Malvaldi ce ne regala la ricetta proprio in fondo al libro!

Sarà per la simpatia che nutro per Marco Malvaldi, sarà per come viene descritto dall’autore Pellegrino Artusi, sarà per rendere omaggio a quest’ultimo o sarà semplicemente perchè mi è sembrato tutto sommato una ricetta fattibile, che mi è venuta una gran voglia di sperimentare la ricetta.

E, tra l’altro, ho appena scoperto che quest’anno ricorre il centenario dalla morte di questo personaggio, quindi potrà anche io dare il mio piccolo contributo!

Ingredienti (e mi attengo rigorosamente a quelli pubblicati nel romanzo):

    • 500 g di tonno sott’olio
    • 2 peperoni gialli
    • 300 g di pane del giorno avanti
    • 100 g di olive nere
    • 2 uova
    • 2 dl di latte
    • 3 cucchiaiate di olio
    • 20 g di burro
    • 40 g di pangrattato
    • 0,5 dl di panna della più fine
    • 3 costole di sedano lunghe un palmo
    • alcune foglioline di prezzemolo


Procedimento: (i miei commenti sono scritti in corsivo)

Avendo a disposizione olive taggiasche il piatto ne guadagnerebbe. Si, però vanno snocciolate e io invece in casa ho quelle nere già denocciolate!

Passare i peperoni sulla fiamma onde spellarli con facilità, soffregandoli nella carta gialla; mondarli, privarli dei semi e tagliarli a pezzetti. E qua il mio primo errore: ero sovrappensiero e ho tagliato i peperoni prima di arrostirli, ma ho rimediato mettendoli su una padella antiaderente infuocata.  Secondo me però, il metodo migliore per spellare i peperoni è quello di metterli in forno.

In una ampia padella, fare soffriggere il sedano a sottili fettine, e quando avrà preso il colore aggiungere il peperone e far cuocere il tempo di un saluto ad una bella dama.


Mettere nel frattempo il pane ad ammollare nel latte dopo avergli fatto alzare il bollore.

Aggiungere indi il tonno, dopo averlo sbriciolato con una forchetta, e lasciare che si ritiri. In successione, sempre girando, aggiungere olive snocciolate, il pane ammollato e strizzato, prezzemolo, sale e pepe. Lasciar quindi raffreddare.


In una ciotola riprendere il composto, intrìdendolo con le uova, e lavorandolo bene colle mani (un lavoraccio); poi legare con la detta panna.

Si unga quindi una teglia di rame stagnato e si spolverizzi con la metà del pangrattato e cuocerlo nel forno o nel forno da campagna. Ora, non saprei proprio dove trovarla una teglia di rame stagnato, per cui prendo una normalissima teglia da forno in ceramica.

Io l’ho cotto in forno a 200°C per 40 minuti.

mmmmm che profumino!

Questa dose potrà bastare per quattro persone; ed anche di più, se si accontentano.

Sicuramente Pellegrino Artusi si sarà rigirato nella tomba vedendo il mio secondogenito mangiare il suo polpettone intingendolo nel Ketchup!!!

E permettetemi un ringraziamento a Nicola per avermi montato un set fotografico dentro casa appena gli ho chiesto di fotografare il mio polpettone! Ma il risultato si vede!

Con questa ricetta partecipo al contest:

 

 

e al contest di Grembiule e Presine:

Empanadas


La cucina straniera mi incuriosisce sempre molto (soprattutto quella latino americana) sebbene non sempre sia possibile praticarla per la scarsa reperibilità degli ingredienti, ma è sempre comunque possibile italianizzarla.

Questa ricetta viene dall’Argentina ed è mia cugina, originaria di questo splendido Paese,  a propormela. Gli ingredienti sono tutti di facile reperibilità anche se il tipo di sfoglia da me usata non è esattamente quella che utilizzano loro.

Ingredienti:

1 rotolo di pasta sfoglia (ma può andare anche di pasta briseè o pasta al vino)
200 gr di carne macinata
2 cipolle
80 gr olive verdi snocciolate
2 uova sode
sale
olio EVO

Procedimento:

Mettere un po’ di olio in una padella e mettere a cuocere la cipolla tagliata a piccoli pezzi.
Dopo qualche minuto aggiungere la carne macinata e salare.
Cuocere per circa 10 minuti.
Tritare quindi questo composto insieme alle olive e alle uova.
Il tutto dovrà risultare piuttosto grossolano.
Stendere la pasta sfoglia e ritagliarne dei cerchi.
Mettere un po’ di composto al centro di ognuno di essi e richiudere a mezzaluna.
Schiacciare i lembi con i rebbi di una forchetta in modo che durante la cottura non si aprano.
Spennellare con uovo sbattuto e infornare a 200° per 15-20 minuti.

Il mio pane con il lievito madre

Allora è giunto il momento: il mio lievito è in frigo da quasi una settimana e ora non posso più aspettare! Devo rinfrescarlo e con l’occasione farò anche un po’ di pane!

Sono le 14.10


Comincio a rinfrescarlo pesando il lievito che ho tenuto dentro un barattolo di vetro! Sono circa 400 g.

Aggiungo circa 250 g di acqua tiepida e mescolo con un cucchiaio in modo da sciogliere il lievito.

Unisco 400 g di farina di segale integrale e mescolo bene il tutto.


A questo punto stendo della pellicola trasparente su un tavolo e ci rovescio sopra il tutto. Formo una palla, la chiudo bene con la pellicola e la metto a riposare dentro un recipiente coprendola con uno strofinaccio e la metto “a nanna” per qualche ora in un luogo caldo.

Sono indecisa se fare il pane alle noci e accontentare mio padre o fare quello alle olive e accontentare mio marito… Ho comunque tempo fino a stasera dopo cena per pensarci…

Ore 21.30

E’ ora di impastare il mio pane. Allora pensavo di fare metà pane alle olive e metà alle noci per accontentare tutti quanti, ma QUALCUNO è arrivato alle noci prima di me e il cestino l’ho trovato vuoto! Gioco forza farò quello alle olive e ne farò anche un po’ al rosmarino visto che nel mio giardino le piante aromatiche non mancano e crescono rigogliose!

Procedo prelevando 5 cucchiai di impasto e mettendolo nel solito barattolo che ripongo in frigo.

Peso il rimanente e mi accorgo che ce n’è un bel po’: 450 g. Abbastanza per fare due belle pagnotte.

Io in genere inizio l’impasto col mio affidabile Bimby, ma possiamo benissimo cominciare ad impastare in una ciottola mescolando ben bene. Quindi diluisco il lievito con 350 g di acqua tiepida e aggiungo 800 g di farina, tre cucchiai di olio e due di sale. Impasto bene (mi accorgo ahimè che il quantitativo è troppo per il Bimby) e quindi rovescio il tutto sulla tavola per impastare. Quando la farina è tutta ben assorbita, divido l’impasto a metà: in uno metto le olive (circa 100-150 g, ma questo è a gusto personale) e nell’altro il rosmarino tritato finemente col coltello. Se fossi stata più previdente, prima di mettere il rosmarino nel pane, l’avrei messo a macerare una decina di ore nell’olio che poi andava nell’impasto: in questo modo il pane sarebbe stato ancora più profumato.

Adesso formo due palle, le schiaccio un po’ e le posiziono in una placca da forno foderata di carta forno.

Adesso le incido e qui l’artista di casa prende il sopravvento e mette anche il suo zampino!!! In genere comunque l’incisione che si pratica è a croce!

Copro con un canovaccio e quindi con una coperta in modo che stia al calduccio per facilitare la lievitazione!

Ore 8.00

Mi alzo e la prima cosa che faccio è quella di accendere il forno a 200°C e posizionare un pentolino d’acqua all’interno in modo che formi la giusta umidità.

Appena il forno raggiunge la temperatura, scopro il mio pane e…

Miracolo! E’ praticamente triplicato! Fortuna che avevo alzato un po’ la carta da forno per dividerli!

Adesso posso infornare.  Lo cuocerò quindi per i primi 10 minuti a 200°C, poi abbasserò a 180°C per 40 minuti, di cui gli ultimi 15 mettendo il pane direttamente sulla griglia del forno senza carta. Mantengo comunque il pentolino.

Al termine, verifico la cottura col famigerato stecchino, ma ormai conosco il mio pane e il mio forno e so che sarà perfetto!

Vi presento il mio pane alle olive:

E il mio pane al rosmarino: