Bottoncini di vino e cipolle con sugarelli e il Pesce Dimenticato

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Se la matematica non è un’opinione, è proprio vero che 1+1 fa 2. E mai potrebbe essere più vero come nella somma di due prodotti di qualità: il buon pane con il buon pesce!

Ok, la storia è un po’ lunga ma ci tengo a farvi conoscere l’importanza del progetto a cui ho partecipato in qualità di spettatrice.

La Cooperativa di pescatori Santa Maria dell’Assunta di Livorno ha promosso un’iniziativa davvero interessante coofinanziata dall’Unione Europea. Dal 7 novembre è infatti possibile ordinare il pesce pulito (e volendo anche sfilettato) e farselo consegnare a casa propria con scooter idoneamente attrezzati.

Il progetto rientra nella campagna Il Pesce Dimenticato, ovvero cerca di promuovere l’acquisto e il consumo di quel pesce che da qualche anno a questa parte non viene più portato sulle nostre tavole perchè considerato meno pregiato, in particolare si parla dei pesci del nostro bellissimo Mar Tirreno.

Per promuovere questa iniziativa la Coop. SMA ha organizzato una serie di incontri per coinvolgere i consumatori. Durante questi incontri vengono spiegate le metodologie di pesca, si parla di stagionalità, di caratteristiche organolettiche dei vari pesci e si assiste ad una lezione di pulitura e sfilettatura dei pesci.

Proprio lunedì scorso, in compagnia delle mie colleghe foodblogger Cristina di Poverimabelliebuoni, Enrica di Una Cena con Enrica e Shamira di Lovely Cake (insieme alla sua dolcissima bambina), oltre alla responsabile del progetto Il Pesce Dimenticato Daniela e a Silvia, la bravissima chef del ristorante Bacco e la Volpe ci siamo ritrovate presso la pescheria della Cooperativa per assistere ad una di queste interessantissime lezioni, tenute dal “maestro” Andrea Catarsi il quale ci ha illustrato alcune tipologie di pesci, strategie di vendita, come scegliere il pesce, come pulirlo e ci ha consigliato anche come consumarle, preferibilmente crude (e con me sfonda una porta aperta!), ovviamente dopo preventiva congelazione di almeno 96 ore per scongiurare il rischio Anisakis. Ho conosciuto pesci, come la salpa e la boccaccia, di cui non avevo mai sentito parlare (me ignorante!) e mai avrei pensato che un giorno avrei potuto mangiare anche la tracina!!! Alla fine della lezione, oltre ad aver avuto la possibilità di assaggiare uno dei panini di Andrea, ci è stato anche donato del pesce per mettere in pratica quello che avevamo imparato.

Per le foto dell’incontro vi rimando ai post dei blog delle mie colleghe, molto più organizzate di me.

Quindi, con la mia borsina di sugarelli (pesce che a Livorno è andato in disuso perchè considerato il pesce che si dà ai gatti!), e dopo una bella cena con le mie amiche, son tornata a casa e alle 23,30 mi son messa a pulire il mio pesciolino per poi congelarlo immediatamente.

Inizialmente pensavo che lo avrei consumato tutto crudo, poi però ho cominciato a pensare ai panini di Andrea, davvero gustosi e saporiti e, visto il mio momento di infatuazione nei confronti di Luca Montersino, ho deciso che i suoi panini al vino rosso e cipolla pastorizzata avrebbero fatto al mio caso. E in effetti credo di non aver mai mangiato un pane così buono, leggerissimo e fragrante e al contempo saporito, che con la sua cipolla dona una nota di dolcezza al pesce sapido. Un pane non prodotto con il mio lievito madre ma con una quantità davvero irrisoria di lievito di birra, quindi estremamente digeribile. Ovviamente ho deciso di dare ai miei panini una forma mignon, quasi un finger food e, se vogliamo, uno street food.

L’insegnamento fondamentale recepito da questa lezione è che, seppur si viva in un periodo di crisi e seppur la nostra vita sia estremamente frenetica, si può sempre scegliere di mangiare bene ed a buon prezzo scegliendo prodotti a km 0 ed evitando quelli manipolati dall’uomo. In questo caso, evitiamo di acquistare pesci di allevamento, che costano si meno rispetto a quelli pescati ma che durante la loro vita hanno ingurgitato per esempio molti antibiotici, e prediligiamo pesci dei nostri mari, anche se meno pregiati ma che di sicuro sono più adatti al nostro consumo. Se non siete in grado di pulirlo e sfilettarlo, sicuramente il vostro pescivendolo di fiducia sarà felice di farlo per voi!

Vi lascio dunque alla ricetta.

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Per i panini

Ingredienti per circa 20-25 panini:

  • 80 g di biga (350 g di farina 0 con 5 g di lievito di birra e 175 g di acqua. Impastare, coprire con pellicola e lasciar lievitare tutta la notte. Ve ne avanzerà molta, ma potrete utilizzarla per farci il pane)
  • 200 g di farina 0
  • 6 g di lievito di birra
  • 80 g di vino rosso
  • 60 g di acqua
  • 60 g di cipolla pastorizzata (350 g di cipolle di Tropea, 150 g di vino rosso, 50 g di olio, 2 g di sale. Pulire la cipolla, tagliarla a dadini e metterla in un contenitore adatto per la cottura nel microonde. Aggiungere il vino, l’olio e il sale, mescolare, coprire e cuocere alla massima potenza per 8 minuti. Raffreddare e conservare in frigo.)
  • 4 g di sale

Procedimento:

Nel Bimby (o nella planetaria o a mano) mettere la biga con la farina, il lievito di birra, il vino e l’acqua e impastare per 5 minuti a Vel. Spiga. Unire il sale e impastare ancora due minuti. Rovesciate su un piano da lavoro e impastate ancora qualche minuto, quindi mettere in un recipiente leggermente unto con dell’olio, coprire con la pellicola trasparente e lasciar riposare per circa 30 minuti. Stendere l’impasto a 2 cm con il mattarello e dividerlo in 20-25 parti, ognuna del peso di circa 20 g . Prendete ogni pezzetto e lavoratelo fino ad ottenere una pallina. Mettete tutte le palline su una placca da forno ricoperta di carta e coprite con un canovaccio. Lasciate lievitare fino al raddoppio. Lasciate riposare ancora 10 minuti senza canovaccio (in questo modo si formerà una leggera crosticina). Cuocere in forno preriscaldato a 210° per 5-10 minuti.

Se non li utilizzerete subito, potete anche congelarli immediatamente dopo che si saranno raffreddati. Al momento dell’utilizzo basterà passarli pochi minuti in forno.

Per il pesce e la salsa

Ingredienti (le quantità sono un po’ ad occhio):

  • 5-6 sugarelli (o altro pesce dimenticato)
  • 1 spicchio di aglio
  • prezzemolo
  • olio EVO
  • 1 peperoncino secco
  • una manciata di pinoli
  • sale
  • mezzo bicchiere di vino bianco
  • 10 g di burro
  • 1 cucchiaio di farina 00

Procedimento:

Pulire e sfilettare i sugarelli (con la testa e le lische fate del consommè di pesce che vi servirà per la “besciamella” e per i vostri risotti o per allungare le vostre salse).

In una padella con dell’olio far soffriggere lo spicchio di aglio in camicia insieme al peperoncino. Togliere l’aglio. Unire i filetti di pesce e farli cuocere pochi minuti girando spesso e disfacendo un po’ le carni. Salare. Sfumare col vino bianco, aggiungere i pinoli tritati finemente e il prezzemolo. Saltare il tutto e spegnere il fuoco.

In un pentolino cuocere il burro con la farina (roux) per alcuni minuti mescolando continuamente. Unire un bicchiere di consommè di pesce e mescolare fino a raggiungere la densità desiderata. Aggiustare di sale.

Assemblaggio

Aprire i panini a metà, versare sulla base un cucchiaio di “besciamella” di pesce e uno di pesce. Chiudere con l’altra metà!

Uno tira l’altro, proprio come le ciliege!

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Castagnaccio salato

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C’è una nuova rivista di cucina in edicola, si chiama “QB, in cucina quanto basta”. Il sottotitolo descrive in poche parole quello che si trova sfogliando la rivista: per cucinare in modo semplice ma non banale. E infatti è così perchè vi si trovano molte ricette tradizionali o leggermente rivisitate (come nel caso della ricetta che io ho riprodotto). Ricette semplici dunque, e belle foto che ben descrivono i piatti proposti.

Il castagnaccio, da vera Toscana, mi vergogno a dire di non averlo mai fatto perchè vi confesso che non lo amo molto. Quando però ho trovato questa ricetta in versione salata, mi son subito detta che non sarebbe stato male provarla e non me ne sono pentita.

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Ingredienti:

  • 100 g di farina di castagne
  • 50 g di farina 00
  • 50 g di latte
  • 1 uovo
  • 150 g di macinato di maiale
  • 150 g di porro
  • vino bianco
  • zucchero
  • 1 cucchiaino di cannella
  • rosmarino
  • olio di oliva q.b.
  • sale
  • pepe

Procedimento:

Lavare e affettare finemente il porro. Saltarlo in poco olio EVO aggiungendo un po’ d’acqua per portarlo a cottura. Salare e unire un cucchiaino di zucchero. Mettere da parte.

Nella stessa padella rosolare anche il macinato insieme a due cucchiai di olio EVO. Sfumare con poco vino bianco e salare.

In una ciotola mescolare le farine con l’uovo, il sale, la cannella, il latte e 100 g di acqua. Ungere una teglia che abbia una base di 20 x 30 cm e versarvi l’impasto.

Sbriciolare la carne sopra l’impasto distribuendolo uniformemente e fare altrettanto con il porro. Pepare e distribuirvi sopra anche gli aghi di rosmarino.

Infornare a 190° per 30 minuti.

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Cucchiaini finger di crema di castagne e aringa affumicata

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Qualche domenica fa un nostro amico si è fermato col figlio a cena a casa nostra e ne è nata una cosa davvero interessante.

Avevo apparecchiato in veranda, ma appena arrivato ci siamo seduti in cucina per l’aperitivo e lì siamo rimasti. Tra una chiacchiera e un’altra abbiamo stuzzicato un po’ di quello e un po’ di quell’altro trascorrendo una serata davvero piacevole e, culinariamente parlando, anche molto intrigante.

In questi momenti è difficile e anche poco cortese assentarsi per fotografare i piatti (questo atteggiamento è comprensibile solo ai familiari delle foodblogger), però ci tenevo a farvi vedere almeno questo finger food che ha riscosso un notevole successo e che è stato costruito da tutti noi commensali perchè ognuno ha apportato il suo personale contributo.

Ecco come nascono le cose geniali e vi assicuro che il contrasto tra il dolce della castagna e il salato dell’aringa è piuttosto notevole ma piacevole per il palato.

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Ingredienti:

  • 200 g di castagne
  • 2 foglie di alloro
  • 1 litro circa di brodo vegetale (sedano, carota, cipolla)
  • sale
  • filetti di aringa affumicata
  • grok croccante ai cereali

Procedimento:

Mettere le castagne insieme alle foglie di alloro in una pentola e coprirle con l’acqua. Mettere sul fuoco e cuocere finchè le castagne non diventeranno tenere, quindi sbucciarle (se lo fate quando sono ancora calde è più facile!)

Mettere le castagne così sbucciate dentro ad un contenitore e coprirle col brodo vegetale, salare e frullare. Deve uscirne fuori una cremina abbastanza densa quindi non mettete troppo brodo all’inizio: sarete in tempo ad aggiungere dopo se necessario.

Riempire i cucchiai da finger o dei bicchierini con la crema di castagne. Adagiarvi sopra un piccolo pezzetto di aringa e un grok ai cereali.

Facile, veloce e gustoso!

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Flan di topinambur con verza saltata e noci

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I topinambur, questi sconosciuti! Si, altro ingrediente di cui avevo sentito solo parlare ma che non avevo mai assaggiato nè tantomeno cucinato. Ma quando compro le riviste di cucina e vedo delle belle foto e delle ricette che mi ispirano non posso resistere e così, di corsa al negozio bio a prendere una confezione di topinambur e un bel cavolo verza.

La ricetta in questione è tratta dal numero di Novembre di Cucina Naturale.

Il topinambur è un tubero molto simile alla patata, ma ricco di fibre e povero di calorie indicato per i diabetici perchè riduce l’assorbimento degli zuccheri da parte dell’intestino. Come sapore ricorda vagamente il carciofo e come il carciofo, una volta sbucciato occorre metterlo in acqua acidulata per evitare che annerisca.

Si può cucinare in molti modi, in purè, fritto, saltato in padella, nel risotto ma anche a crudo in pinzimonio.

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Ingredienti per 4 flan:

  • 500 g di topinambur
  • 1 cavolo verza piccolo
  • 30 g di gherigli di noci
  • 1 scalogno
  • 1 bicchiere e mezzo di latte di soia
  • mezzo limone
  • 2 cucchiaini di agar agar
  • olio EVO
  • sale
  • pepe

Procedimento:

Pelare i topinambur, lavarli e affettarli e immergerli man mano in acqua acidulata in modo che non anneriscano.

Tritare lo scalogno e rosolarlo in padella con un cucchiaio di olio EVO, quindi aggiungete i topinambur sgocciolati. Fateli stufare per circa 15 minuti aggiungendo dell’acqua se necessario per portarli a cottura. Salare.

Sciogliere l’agar agar nel latte di soia e portare a bollore, quindi unire i topinambur e frullare il tutto.

Rimettere il frullato sul fuoco e farlo sobbollire per circa 5 minuti ancora, quindi spegnere e far riposare per una decina di minuti prima di versarlo negli stampini. Fate raffreddare gli stampini e metteteli in frigo.

Al momento di servire i vostri flan, tirateli fuori dal frigo e immergeteli in una pentola di acqua calda (non bollente altrimenti l’agar agar si scioglie) per qualche minuto in modo da scaldarli un po’.

Affettare nel frattempo la verza finemente e saltarla in una padella con poco olio finchè si comincerà ad ammorbidire.

Sformare i flan in un piatto e guarnirli con la verza e le noci tagliate grossolanamente. Passare un filo di olio e pepare.

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Trovate questa ricetta anche sul Circolo dei BloGustai:

testata blogustai ridotto

Con questa ricetta  SALATA partecipo al contest Felici e Curiosi di Ravanello Curioso e Le delizie di Feli:

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Risotto con acciughe, castagne e speck

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Qualche giorno fa ho avuto l’occasione di incontrarmi con una foodblogger che da tempo ammiro, ma di cui non sapevo la provenienza. Ho piacevolmente scoperto che abitiamo a pochi km l’una dall’altra, e quando dico pochi intendo tre o quattro!!! Parlo di Cristina, titolare del blog Poveri ma belli e buoni dove si occupa di piatti a base di pesce azzurro e in particolar modo di acciughe e del blog Insalata mista dove troverete tutte le ricette che non possono entrare a far parte del primo blog!

Abbiamo fatto una bellissima chiacchierata sorseggiando tè e caffè ed ho scoperto un sacco di cose che non sapevo perchè Cristina è una persona che di buon cibo se ne intende, basta che visitiate i suoi blog per capirlo: tutte ricette innovative o classiche rielaborate o trasformate. Pochi ingredienti ma di qualità e ricercati e soprattutto, una fantasia che le invidio!

Alla fine mi ha fatto venire una gran voglia di… acciughe e di sperimentare un po’ di ricettine! Tra l’altro da febbraio ha aperto una raccolta proprio a base di questo ingrediente: un’acciuga al giorno…

Ecco che dunque, rientrata in casa dopo essere passata dalla pescheria, mi sono messa all’opera e ho voluto subito provare il risotto con alici castagne e speck dal momento che in casa avevo già gli altri ingredienti a disposizione.

Nessuna modifica a questa ricetta (solo le dosi per adattarla al numero di commensali) che è stata apprezzata da tutti: compreso il palato più difficile della famiglia avrebbe voluto fare il bis! Invece il più critico di casa, colui che mi spinge sempre a migliorare, ha voluto dire la sua pur leccandosi i baffi che non ha: secondo lui sarebbe da provare una versione con le alici fritte, per dare al palato una parte croccante in contrasto con il morbido della castagna. Da provare la prossima volta! Chissà… tu Cristina che mi dici?

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Ingredienti per 4 persone:

  • 280 g di riso carnaroli
  • 5-6 fette sottili di speck dell’Alto Adige
  • mezzo scalogno
  • 1 litro e mezzo circa di brodo vegetale
  • 200-250 g di alici pulite e sfilettate
  • 150-200 g di castagne
  • mezzo bicchiere di buon vin santo
  • una manciata di semi di finocchio
  • olio EVO e burro
  • sale

Procedimento:

Lessare le castagne in abbondante acqua salata insieme ad un cucchiaio raso di semi di finocchio. Quando saranno cotte, spellarle e tritarle grossolanamente con un coltello.

Tritare lo scalogno e metterlo in una pentola dai bordi bassi e piuttosto ampia insieme a due cucchiai di olio EVO e un pizzico di semi di finocchio. Unire lo speck tagliato a striscioline appena l’olio è caldo. Far rosolare leggermente, quindi aggiungere il riso. Farlo tostare e sfumarlo col vin santo. (Io non avevo il finocchietto selvatico in casa perciò non l’ho messo).

Proseguire la cottura aggiungendo poco per volta il brodo vegetale caldo e salare.

Poco prima del termine della cottura aggiungere i filetti di alici tagliati a trancetti e le castagne.

Ultimare la cottura, quindi spegnere il fuoco, aggiungere una noce di burro, coprire e far riposare un paio di minuti prima di servire.

La ricetta originale la trovate qui

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Una ricetta per “Ci scambiamo una ricetta?” I tagliolini alle castagne con porcini e tofu di Ghiotto di Salute

Da qualche tempo avrete notato che mi interesso sempre più di cucina naturale, intesa non solo come vegetariana e vegana, ma come una cucina indirizzata verso ingredienti di stagione e prodotti certificati e di qualità.

Il mio carrello della spesa al negozio biologico è sempre più pieno, mentre si sta svuotando quello del supermercato, prediligendo acquistare farine, legumi, cereali e qualche ortaggio più nel primo che non nel secondo. Non che prima amassi acquistare prodotti pronti o preconfezionati (odio profondamente le merendine), però adesso c’è una scelta ancora più attenta del prodotto primario ed una maggior attenzione alla lettura dell’etichetta, laddove ci sia.

Questa mia nuova “mania” è coincisa proprio con l’estrazione del gioco “Ci scambiamo una ricetta?” del blog “Il ricettario di Cinzia“, infatti sono capitata in coppia con il blog “Ghiotto di Salute” che mi ha aperto nuovi orizzonti culinari.

Ora mi perdonerà la legittima proprietaria del blog “Ghiotto di Salute”, ma ho cercato e ricercato nel suo blog il suo nome, ma sono riuscita a trovare quello di tutti i suoi familiari tranne il suo! L’importante però è sapere che questa ragazza è nientepopodimeno che una biologa nutrizionista e che quindi nel suo blog parla a ragion veduta.

Ho trascorso diverse ore sul suo blog alla ricerca della ricetta che avrei potuto riproporre ai miei esigenti commensali, ecco perchè è trascorso molto, troppo tempo e ancora una volta arrivo giusto in tempo per non essere esclusa dal prossimo sorteggio!!!

Alla fine comunque, ho optato per qualcosa che si adattasse bene alla stagione e avendo in dispensa della buona farina di castagne e nel congelatore dei porcini raccolti da mio padre qualche settimana fa, ho optato per i suoi tagliolini (senza uova n.d.r.) di castagne con porcini e provola affumicata.

Beh, per la verità dalla foto a me sembrano più tagliatelle e, comunque io ve le propongo in questa versione.

Non me ne vorrà Ghiotto di Salute se mi son permessa di apportare alcune modifiche per adattare meglio la ricetta alle nostre esigenze e, per esempio, anzichè usare la provola affumicata ho preferito cospargere la mia pasta con del tofu.

Ingredienti:

  • 300 g di farina di castagne
  • 180 g di farina per pasta
  • olio EVO Dante
  • mezzo cucchiaino di sale rosa dell’Hymalaya Tec-Al
  • acqua tiepida q.b. (circa 150 ml)
  • 2 porcini freschi o surgelati
  • 1 spicchio di aglio
  • prezzemolo
  • sale
  • pepe dei Piaceri Tec-Al
  • tofu
  • mezzo bicchiere di vino bianco
  • qualche caldarrosta (facoltative)
  • panna da cucina vegetale (facoltativa)

Procedimento:

Nel blog “Ghiotto di Salute” si impasta a mano, io preferisco usare il Bimby inizialmente per mescolare gli ingredienti per le tagliatelle. Nel boccale inserire le due farine e il sale e azionare il Bimby per pochi secondi a vel. 6-7. Portare lentamente a vel. 4-5 e aggiungere un cucchiaio di olio e poco alla volta l’acqua facendo attenzione alla consistenza. Quando l’impasto diventerà morbido ma non appiccicoso, rovesciarlo sulla spianatoia e lavorarlo ancora pochi minuti a mano fino ad ottenere un panetto liscio. Coprire con un canovaccio e lasciar riposare per una mezz’oretta, quindi passare l’impasto, suddiviso in piccole palline, nella sfogliatrice.

Quando avrete ottenute tutte le strisce cominciare a tagliarle cominciando dalla prima sfoglia stesa. Distribuire man mano su un vassoio infarinato le tagliatelle per farle asciugare.

Preparare il sugo ai funghi. Mettere in una padella due cucchiai di olio EVO Dante con lo spicchio di aglio tritato. Quando è caldo, unire i porcini puliti e tagliati a piccoli pezzi. Far insaporire bene, quindi sfumare col vino bianco. Quando l’alcol di quest’ultimo sarà evaporato, salare e coprire. Portare i funghi a cottura e eventualmente aggiungere un po’ di acqua calda.

A questo punto io ho fatto una piccola variante al procedimento di “Ghiotto di salute” perchè quando mangio la pasta coi funghi, soprattutto se pasta fresca, a me piace che rimanga cremosa, per cui ho preso una parte dei funghi e li ho frullati con un po’ di acqua calda e poi ho rimesso il tutto in padella. Se le gradite ancora un po’ più cremose potete aggiungere due cucchiai di panna da cucina, rigorosamente vegetale. Aggiustare di sale e aggiungere il pepe.

Cuocere le tagliatelle e condirle con il sugo di funghi.

Impiattare e cospargere le tagliatelle con del tofu tagliato a piccolissimi cubetti  e, se le avete, delle caldarroste tritate con il coltello (ultima mia piccola aggiunta!!!)

Sono buonissime, ma vi consiglio di preparare le tagliatelle con un giorno di anticipo per farle asciugare bene in modo che non si spezzettino.

Spaghetti finger alle vongole e crema di zucca di Hokkaido

Si capisce che ho appena acquistato un nuovo libro di ricette finger food? Beh, non potevo venire via dalla Città del Gusto del Gambero Rosso senza almeno un “ricordino” cartaceo! Vi parlerò in seguito della bellissima esperienza di Roma perchè ancora sono tante le emozioni e devo fare un po’ di ordine nelle mie idee, ma nel frattempo vi comunico che son tornata a casa bella carica di entusiasmo e di fantasia, perciò tenetevi forti…

Il libro di cui vi parlavo è di Viviana Lapertosa, volto tv di trasmissioni televisive di successo, ma non solo: organizza anche catering e corsi di cucina. Il titolo? Ma semplicemente “Finger Food”

 

Si possono trovare tantissime ricette, anche tradizionali rivisitate in versione finger, ma è un libro che ho trovato diverso dagli altri perchè in fondo ad ogni ricetta Viviana lascia un commento, con un consiglio o con un aneddoto spiritoso riferito alla ricetta stessa. Simpaticissimo!

Ma veniamo alla nostra ricetta che, per dirla tutta, non è tratta dal libro di Viviana Lapertosa ma che è un finger food improvvisato e, qui lo dico e qui lo nego, ma mi son guardata bene dal portare in tavola questa versione onde evitare il linciaggio da parte dei miei familiari che all’ora di pranzo hanno sempre un grande appetito. No, in tavola ho riempito delle belle scodelle, poi però mi piaceva l’idea di questa vongolINA nel piattINO con la forchettINA e due spaghettINI!!! E’ una simpaticissima idea per un pranzo in piedi, anche se, come dice anche Viviana, non è facile servire dei finger di pasta, perchè dobbiamo essere ben organizzati e veloci nel portarli in tavola: a chi piace la pasta scotta e che sembra colla?

A voi quindi la decisione: il gusto non cambia, cambiano solo le quantità!

Ingredienti:

  • 500 g di vongole veraci
  • 300 g di spaghetti
  • mezza zucca di Hokkaido (circa 400 g)
  • prezzemolo
  • olio EVO Dante
  • la punta di un cucchiaino di peperoncino
  • 1 spicchio di aglio

Procedimento:

Lavare le vongole e metterle a spurgare in acqua e sale per almeno un’ora. Quando le vongole non sono molte come in questo caso, io uso batterle una ad una sul lavello per assicurarmi che non ci sia la sabbia. E’ un piccolo accorgimento in più che può tornare utile. Quindi metterle in una padella con poca acqua, mettere il coperchio e accendere il fuoco finchè non si sono tutte aperte. Basterà davvero pochissimo tempo. Prenderle con una schiumarola  e metterle in un piatto e poi filtrare il liquido di apertura.

Tagliare la zucca in fettine piccole e sottili. Tritare l’aglio e metterlo in una padella con tre cucchiai di olio EVO Dante e il peperoncino. Aggiungere la zucca e portarla a cottura bagnando col liquido delle vongole. Prelevare quindi i due terzi di zucca e frullarla col  liquido rimanente.

Mettere le vongole nella padella insieme alla restante zucca, mescolare bene e salare leggermente.

Cuocere nel frattempo gli spaghetti, quindi scolarli e versarli nella padella insieme alla crema di zucca. Servire nei piatti o nei bicchierini da finger aggiungendo una goccia di olio e il prezzemolo tritati.

 

 

Risotto autunnale con zucca di Hokkaido e castagne

Se cercate nel mio blog vi accorgerete che non ci sono ricette che tra gli ingredienti contemplino le castagne: questa è la prima e… forse l’unica! La ragione? Qualcuno potrebbe pensare che le castagne non mi piacciono: niente di più falso! Io le A D O R O: è l’alimento che più mi piace in assoluto e che apprezzo al meglio in purezza, semplicemente arrostite. Dalle mie parti si chiamano ballotte o caldarroste e vi assicuro che quando le vedo in tavola riesco a mangiarne una quantità che spaventerebbe chiunque! Neanche Dukan è riuscito a tenermi lontana da questo alimento: poi ne ho pagate le conseguenze dovendo restringere la mia dieta a pochi alimenti per tre giorni, però non ho resistito!

Quindi ora capirete perchè non riesco a fare in modo di sacrificarle per altre ricette! Una volta addirittura, ho litigato con mio marito perchè me ne aveva “rubate” una certa quantità per farle sotto spirito: a me, che me le ero sbucciate con tanto amore per degustarmele con calma!

Come tutti gli anni mio padre (grande amante dei boschi), armato del suo secchiello, parte per il suo solito castagneto e non torna finchè non lo ha riempito di questi frutti prelibati e, ahimè, costosissimi.

Questa volta, per provare questa ricetta, ho dovuto far ricorso a tutta la mia forza di volontà e, credetemi, mentre le sbucciavo è stata davvero dura resistere e non portarmele alla bocca.

Fatta questa dovuta introduzione vi volevo anche parlare di questo particolare tipo di zucca, che è la prima volta che cucino.

Ancora una volta ero reduce dalla mia visita al negozio di prodotti biologici e la signora mi ha tentato con questo ortaggio. Sono andata a documentarmi un po’ ed ho scoperto che si utilizza nè più nè meno nelle stesse ricette della zucca tradizionale, l’unica diversità è che di questa zucca si cucina anche la buccia perchè non è molto coriacea e una volta cotta rimane molto morbida.

Questa zucca, detta anche Potimarron, ha una polpa un po’ più dolce rispetto alla classica ed ecco perchè si sposa bene con le castagne. A dispetto del nome, viene coltivata tranquillamente anche in Italia e, se volete, potrete farlo anche nel vostro orticello acquistando i semi che si chiamano Uchiki Kuri.

Le dimensioni sono piuttosto piccole (il peso si aggira tra gli 800 g e il chilo e 300 g) e quindi si prestano facilmente al consumo.

Ingredienti per 4 persone:

  • 300 g di riso carnaroli
  • mezza zucca di Hokkaido
  • 200 g di castagne
  • 1 scalogno
  • olio EVO Dante
  • rosmarino
  • brodo vegetale
  • sale
  • mezzo bicchiere di vino bianco (facoltativo)

Procedimento:

Preparare il brodo vegetale con una carota, una cipolla e il sedano.

Lavare la zucca e pulirla da eventuali imperfezioni. Tagliarla a metà, togliere i semi e i filamenti e ridurre una metà in piccoli pezzetti.

In una pentola mettere lo scalogno tritato con l’olio EVO e gli aghi di rosmarino tritati. Accendere il fuoco e far stufare lo scalogno, quindi aggiungere la zucca. Farla insaporire bene quindi aggiungere un po’ di brodo fintanto che si sarà un po’ ammorbidita. Prelevarne una buona metà insieme ad un po’ di liquido di cottura e frullarla con un frullatore ad immersione.

Nella pentola con la zucca rimasta versarvi il riso, farlo insaporire e tostare leggermente. Se preferite sfumate con il vino bianco quindi aggiungere il brodo e portare il riso a cottura salando.

Nel frattempo incidete le castagne e cuocetele nell’apposita padella forata. Sbucciatele e tritatele grossolanamente con un coltello.

Pochi minuti prima di spegnere il risotto, versatevi sopra la cremina ottenuta frullando una parte della zucca.

Impiattare il riso, cospargerlo con le castagne tritate e decorate con un rametto di rosmarino e un filo di olio EVO.

Con questa ricetta partecipo al contest Felici e Curiosi di Ravanello Curioso e Le delizie di Feli:

 

E al contest di Tuttofadado:

Cous cous invernale con ceci, verdure e curcuma

Il freddo sta sempre più inesorabilmente bussando alle nostre porte e ormai non ci resta che arrenderci al (per me) triste destino e affrontarlo come meglio si può! Invidio gli animali che possono andare in letargo, ma per noi umani ciò non è possibile e perciò tiriamo giù dall’armadio cappotti, sciarpe e guanti e, pieni di coraggio, affrontiamo anche le intemperie più impietose!

A proposito di cappotti, sciarpe e guanti mi sovviene un dolce ricordo della prima infanzia di mio figlio, quando pronunciava tutte le parole mettendogli come iniziale la “P” (escluso per il suo PaPà, perchè lo chiamava ‘a’à) e al momento di uscire di casa prendeva “le pappe, il pappello, e il pappotto”!

Ma tornando al nostro freddo novembre, noi cerchiamo di riscaldarci anche cucinando quelle pietanze che ci riscaldano anche internamente, come zuppe, minestre, polente… utilizzando gli ingredienti tipici di questa stagione molto generosa: castagne, funghi, cavoli, zucche…

Ripropongo perciò quest’oggi una ricetta che faccio spesso in questo periodo, aggiungendo a quella che già avevo pubblicato un po’ di curcuma che credo si sposi benissimo col cous cous. Un piatto molto prelibato che ho avuto la fortuna di assaggiare la prima volta in Tunisia, dove si sa che le spezie fanno da padrone e vengono vendute nei suk in un’esplosione di colori e di odori.

Ingredienti per 4 persone:

  • 250 g di cous cous bianco Ecor
  • mezzo peperone giallo
  • 100 g di verza
  • 1 grossa patata
  • 2 carote
  • 2 zucchine
  • 120 g di ceci lessati
  • 250 g di pomodori pelati e schiacciati
  • 1 scalogno
  • olio EVO Dante
  • 1 cucchiaio di curcuma
  • 1 peperoncino
  • sale

Preparazione:

Pulire e lavare le verdure. Tagliare le carote , le zucchine, le patate e il peperone in piccoli pezzi. Ridurre la verza a striscioline.

Tritare lo scalogno e metterlo in una pentola capace con tre cucchiai di olio EVO Dante e il peperoncino spezzetato.

Accendere la fiamma e appena lo scalogno comincia a soffriggere, unire le patate, le carote e i ceci. Far insaporire bene per 5-8 minuti, quindi unire la passata di pomodoro e mescolare bene. Cuocere ancora 10 minuti e aggiungere la verza e il peperone. Salare e mescolare ancora. Coprire le verdure con dell’acqua bollente, unire la curcuma e proseguire la cottura senza coperchio finchè le verdure saranno cotte e l’acqua si sarà assorbita.

Mettere il cous cous in un recipiente. Versarvi sopra due cucchiai di olio EVO Dante e mescolare bene. Mettere 250 g di acqua sul fuoco e appena bolle versarla nel cous cous. Mescolare appena. Chiudere con un coperichio e lasciar riposare 5 minuti. Al termine di questo tempo vedrete che il cous cous avrà “bevuto” tutta la vostra acqua. Ora con una forchetta sgranatelo bene.

Versare sopra il cous cous le verdure e servire ben caldo!

Trovate questa ricetta anche nel Circolo dei Blogustai:

testata blogustai ridotto

Con questa ricetta partecipo al contest Felici e Curiosi di Ravanello Curioso e Le delizie di Feli:

e al contest de La Cultura del Frumento

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Arancini di cavolfiore, pinoli e uvetta

Ancora Cavoletto di Bruxelles e questa volta proprio con una ricetta a base di cavolfiore. Ricetta sempre tratta dal libro di Sigrid Verbert “Easyfinger” che io ho leggermente modificato facendo una panatura diversa: ho utilizzato la farina e la farina di mais. Sigrid invece ci consiglia la doppia panatura nel pangrattato! A voi la scelta.

Ingredienti:

  • 200 g di riso carnaroli
  • 1 scalogno
  • brodo vegetale
  • 40 g di parmigiano reggiano
  • 20 g di burro
  • 150 g di cavolfiore
  • mezzo bicchiere di vino bianco
  • 2 cucchiai di pinoli
  • 2 cucchiai di uvetta
  • 1 uovo
  • farina di mais
  • farina 00
  • olio EVO
  • olio di semi di arachide

Procedimento:

Pulire e lavare il cavolfiore e ridurlo in cimette .

In una pentola realizzate il risotto facendo appassire lo scalogno tritato con l’olio EVO, quindi unire il riso e farlo tostare e sfumarlo col vino bianco. Quando l’alcol sarà evaporato aggiungere il cavolfiore e bagnare col brodo vegetale bollente. Salare. Portare il riso a cottura aggiungendo il brodo man mano che serve. A fine cottura aggiungere il parmigiano, il burro, i pinoli tostati in padella e l’uvetta. Far raffreddare.

Formare con il risotto delle polpette a forma conica, passarle nella farina, quindi nell’uovo sbattuto e infine nella farina di mais.

Mettere sul fuoco una padella con l’olio di semi di arachidi e portarlo a temperatura per la frittura. Friggere gli arancini e adagiarli su della carta assorbente dopo averli scolati!

Sono buonissimi caldi, ma anche freddi si gustano volentieri.