Gli gnudi

 

 

 

Nella mia settimana vegetariana, il libro di Giulia Scarpaleggia si è rivelato veramente utile, soprattutto oggi che mia madre, un’esperta conoscitrice di erbe di campo, è tornata a casa con due borsoni pieni di queste foglie deliziose. Una faticaccia pulirle e lavarle e alla fine anche un po’ di delusione per il quantitativo ottenuto una volta cotte e strizzate: due pallette grandi poco più di due palle da tennis! Avremmo goduto davvero in pochi di questo cibo, ecco allora l’idea: provare una ricetta che da tempo mi ero ripromessa, gli gnudi, ancora un piatto povero della cucina Toscana. L’unione tra le erbe cotte e la ricotta è perfetta al palato, mentre altrettanto (ammetto la mia scarsa manualità) non si può dire della facilità nel formare queste “palline” essendo un impasto molto appiccicoso. Occorre pertanto una buona pazienza e al bando la paura di sporcarsi le mani. Il segreto sta nel dosare bene la farina per far si che gli gnudi si tengano insieme e allo stesso tempo non troppa per evitare che poi risultino troppo duri all’assaggio.Gnudi_01

Ingredienti per 6 persone:

  • 400 g di erbe di campo cotte
  • 250 g di ricotta di pecora
  • circa 200 g di farina 00
  • 40 g di parmigiano
  • 1 uovo
  • sale q.b.
  • scorza grattugiata di mezzo limone
  • burro
  • salvia

Procedimento:

Pulire, lavare e lessare le verdure. Una volta cotte, scolarle, farle raffreddare e strizzarle bene. Tritarle dunque in un cutter o robot da cucina. Unire la ricotta (meglio se l’avrete messa in un colino tutta la notte e posizionata in frigo in modo da togliere il maggior quantitativo di acqua), il parmigiano grattugiato, la scorza di limone grattugiata, metà della farina e l’uovo. Mescolare bene, quindi aggiustare di sale e se necessario aggiungere ancora farina, senza esagerare altrimenti cuocendo diventeranno troppo duri, ma in modo che asciughi un po’ l’impasto, tanto da renderlo lavorabile. Io ho proceduto in questo modo: con un cucchiaino ho prelevato un po’ di impasto e l’ho fatto cadere in un piatto in cui avevo messo un po’ di farina, quindi l’ho fatto rotolare nella mano formando una pallina, altrimenti non mi sarebbe stato possibile perchè è un impasto piuttosto appiccicoso. Man mano posizionarli su un vassoio ricoperto di carta forno. Quando saranno tutti pronti, immergerli in una pentola di acqua bollente salata e cuocerli finchè non verranno a galla.

Nel frattempo che cuociono, sciogliere il burro in una padella e farvi rosolare la salvia. Scolare gli gnocchi e rovesciarli in padella facendoli saltare velocemente.

Impiattare con un’abbondante grattugiata di parmigiano.

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Lunedì senza carne: crepes dolci con ricotta e marmellata di pere

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Ok! Non ho il pollice verde , né ho mai preteso o desiderato di averlo, però se c’è una cosa a cui non posso rinunciare in questo periodo è quella di avere almeno un vasetto con un po’ di basilico e uno con del prezzemolo. Si dice infatti ad una persona che è sempre in mezzo che è come il prezzemolo perché sta bene ovunque! D’inverno io sono solita comprarlo, lavarlo bene e pulirlo togliendo le foglie dai rametti. Quindi lo asciugo bene e lo metto negli appositi contenitori per verdure della Tupperware, che sono davvero miracolosi perché riescono a conservarlo fresco in frigo fino a 15 giorni! Non esagero! Provare per credere! Avere però la possibilità di raccoglierlo fresco è tutt’altra storia: il profumo è inimitabile!

Per quanto riguarda il basilico d’inverno ne uso davvero poco. Ho provato a congelarne qualche foglia negli anni scorsi, ma francamente poi è rimasto tutto l’inverno nel congelatore e non ho mai avuto l’idea di usarlo, mentre d’estate è meraviglioso in qualsiasi piatto. Addirittura io amo ancora di più le infiorescenze, che amo distribuire sul mio amatissimo pane e pomodoro.

Ma oggi non siamo qui a parlare di un piatto salato, bensì di un dolce: le crepes. Che dire che non si sia già detto? Ognuno di noi ha la sua ricetta perfetta, la mia è quella che leggerete sotto e da cui non mi discosto mai visto che “squadra che vince non si cambia”. Ovviamente per la versione salata non aggiungo zucchero.

Il bello delle crepes è che sono estremamente versatili: a parte che possono rientrare in portate salate che dolci, possono essere riempite davvero con qualsiasi cosa, possiamo dargli un’infinità di forme diverse e poi possono anche essere congelate per essere utilizzate all’occorrenza.

Crpese ricotta e pere

Ingredienti per le crepes (circa 18-20 da 18 cm):

  • 3 uova
  • 250 g di farina
  • 500 g di latte
  • 60 g di zucchero
  • un pizzico di sale
  • burro

Ingredienti per il ripieno di 4 crepes:

Procedimento:

Setacciare la farina in un recipiente e unire lo zucchero e il sale. Aggiungere il latte poco alla volta mescolando e cercando di non formare grumi. In un altro contenitore sbattere le uova, quindi unirle alla farina con il latte e mescolare bene. Porre in frigo per circa un’ora.

Scaldare una padellina dai bordi bassi e passarvi sopra del burro infilzato su di una forchetta (davvero pochissimo). Versarvi sopra una tazzina di pastella e con un rotatorio movimento del polso spanderla su tutta la padella. Rimettere immediatamente sul fuoco e appena cominceranno a staccarsi i bordi rigirare la crepes e cuocerla per altri due minuti. Procedere così ungendo leggermente la padellina tra una crepes e l’altra.

Impilare le crepes sopra un piatto fino a finire tutta la pastella.

In un piatto mescolare la ricotta con due cucchiai abbondanti di marmellata alla pera, il brandy e la cioccolata tritata grossolanamente con il coltello.

Stendere il composto su ogni crepes e arrotolarla. Mettere le crepes ripiene in una teglia e mettere su di ogni una dei fiocchetti di burro. Infornare con il grill acceso fintanto che non si saranno dorate. Servire.

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La stiaccia livornese di Pellegrino Artusi con modifica

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Arrivo un po’ tardi con questa ricetta e so che voi non farete in tempo a mettere in tavola questa stiacciata per il giorno di Pasqua, ma credetemi: l’ho appena sfornate anche io e non sono riuscita a pubblicarle prima!

Questa è la ricetta che ho preso direttamente dal libro di Pellegrino Artusi, un procedimento un po’ elaborato, che richiede molta pazienza e ben tre giorni di preparazione, ma da cui alla fine se ne ricava un’immensa soddisfazione. Dice infatti l’Artusi: ” Con questa ricetta, eseguita con accuratezza, le stiacciate alla livornese fatte in casa, se non avranno tutta la leggerezza di quelle del Burchi di Pisa, saranno in compenso più saporite e di ottimo gusto. Aldo Santini nel suo “La cucina livornese” utilizza le parole del rinomato pasticciere Mario Pellegrini: “Illudersi di riuscirci in casa seguendo a puntino la ricetta significa perdere tempo e denaro. Comunque divertitevi pure. L’apprezzerete di più. E Buona Pasqua!”.

Io ho voluto apportare la mia piccola modifica alla tradizione e spero che Pellegrino e Aldo non se la prendano, ma qualche giorno fa ho assaggiato una buonissima stiacciata con la ricotta e ho voluto provare a farla a casa. Vi dico la verità, io la preferisco perchè rimane più morbida ed umida. Purtroppo la superficie doveva essere liscia e invece mi si è crepata: ciò non toglie però niente al gusto!

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Ingredienti:

  • 12 uova
  • 1,8 kg di farina 00
  • 600 g di zucchero
  • 200 g di olio EVO
  • 70 g di burro
  • 30 g di lievito di birra
  • 150 ml di vin santo
  • 50 ml di marsala
  • 1 tuorlo
  • Acqua di fiori di arancio (io ho utilizzato una fialetta di aroma all’arancia)
  • 600 g di ricotta

Procedimento:

E’ importante pesare prima tutti gli ingredienti e da questi prelevare man mano le quantità necessarie.

La prima operazione da fare è quella di mescolare i due vini e di aggiungervi i semi di anice, quindi si comincia la sera con il primo impasto: sciogliere il lievito di birra in mezzo bicchiere di acqua tiepida. Unire la farina, prelevandola dal quantitativo totale, quel tanto che basta ad ottenere un panetto morbido ma non appiccicoso che porrete a lievitare in una ciotola in cui avrete messo della farina. Coprire con altra farina e quindi con un canovaccio umido. Far lievitare in un posto caldo lontano da correnti d’aria.

Secondo impasto: la mattina seguente prendere il panetto e porlo su una spianatoia. Allargarlo e mettere al centro un uovo, un cucchiaio di zucchero, un cucchiaio di olio, un cucchiaio di vino e impastare aggiungendo altra farina fino ad ottenere un altro panetto della giusta consistenza che metterete a lievitare come il precedente per circa 6-7 ore.

Terzo impasto: prendere di nuovo l’impasto, allargarlo sulla spianatoia e aggiungere adesso 3 uova, 3 cucchiai di zucchero, 3 cucchiai di olio e 3 cucchiai di vino. Impastare con quanta farina occorre sempre per ottenere un panetto della giusta consistenza. Mettere di nuovo a lievitare.

Quarto impasto: la sera del secondo giorno riprendere il panetto e impastarlo con 5 uova, 5 cucchiai di zucchero, 5 cucchiai di olio e 5 cucchiai di vino. Unire sempre la farina quanto basta per ottenere il solito pane morbido ma non appiccicoso e mettere a lievitare tutta la notte.

Quinto impasto e cottura: la mattina del terzo giorno, riprendere il pane e impastarlo con gli ingredienti rimasti (se non bastasse la farina, aggiungerne altra), il burro e con la ricotta.

Dividere l’impasto in tre parti e porre ognuna in una forma di carta da un Kg. Far lievitare fino a che l’impasto non raggiunge il bordo, sbattere il tuorlo con l’aroma di fiori d’arancio e spennellarlo su le stiacciate, quindi infornare a 180° C per 1 ora. Vista l’altezza e il tempo di cottura, se sulla superficie si coloreranno troppo copritela con un foglio di carta d’alluminio.

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Con questa ricetta ci tengo a farvi i miei migliori auguri di Buona Pasqua e a sottolineare l’importanza di abolire il consumo di agnello per il classico pranzo pasquale. Ristoworld ha inviato un comunicato in cui denuncia questa mattanza e ha deciso che nelle tavole dei loro ristoranti quest’anno non ci saranno piatti a base di agnello!

COMUNICAZIONE AI MEDIA

CONTRO LA MATTANZA DI AGNELLINI PER PASQUA DUE ALLEATI  DI ECCEZIONE: ENPA E GLI CHEF RISTOWORLD

Ogni anno in Italia vengono uccisi oltre due milioni di agnellini per dare seguito alla barbara tradizione Pasquale di cibarsi di questi esserini innocenti.

Due milioni di vite che piangono dal momento stesso in cui vengono strappati alle loro mamme fino all’ultimo respiro mentre vengono sgozzati.

Chiamarla tradizione Pasquale e ricondurla ad una festività Santa  che parla di Rinascita, di amore e di purezza è raccapricciante.

Noi di Enpa Catania preferiamo chiamarla per quello che è: ingordigia.

Abbiamo accolto con estremo piacere la volontà dell’associazione di ristoratori Ristoworld di mettere in discussione questa macabra usanza, convinti che il buon esempio debba partire dal monito degli stessi addetti ai lavori. La Ristoworld non metterà nelle proprie cucine agnellini e con loro ci auguriamo che presto li seguiranno, gli altri.

Catania, 28 marzo 2013

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Pere al vino con mousse di ricotta, gorgonzola e miele al limone bio

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Quest’oggi vi presento uno di quei dolci, o meglio, uno di quei fine pasto che ci aiutano nel caso avessimo ospiti improvvisi. Si perchè in genere per quanto riguarda le altre portate il problema è presto risolto: basta buttare giù un piatto di spaghetti con pochi ingredienti e magari fare due bruschette mentre si aspetta che la suddetta pasta cuocia! Col dolce è già più complicato, perchè il dolce in genere richiede pazienza, tempo e cura. Spesso la frutta ci viene in aiuto, come in questo caso: è bastato aggiungere qualche ingrediente dalla dispensa e dal frigo e abbiamo ottenuto un elegante piatto in pochi minuti che è piaciuto a tutti.

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Ingredienti per 4 persone:

Procedimento:

Sbucciare le pere (io però ho preferito tenerne la metà con la buccia perchè sono più coreografiche e tengono meglio la cottura) e tagliare la calotta. Con l’apposito toglitorsoli svuotare le pere lasciando però una parete di 1 cm tutta intorno. Metterle in una pentola e ricoprirle con il vino. Aggiungere lo zucchero di canna e gli anici. Accendere il fuoco e cuocere fintanto che la polpa delle pere si sarà ammorbidita. Per questa qualità di pere non sarà necessario una lunga cottura.

In un piatto mescolate la ricotta col gorgonzola e il miele schiacciando e rigirando con una forchetta.

Una volta che le pere si saranno freddate, inserite questa mousse nell’incavo ricavato nella pera, magari aiutandovi con una sac a poche.

Con il vino cotto potete ricavare una crema aggiungendo della maizena setacciata e facendole cuocere ancora un paio di minuti. Con questa potrete decorare il piatto.

Decorate il piatto con la crema di vino, con una spolverata di zucchero a velo, con delle foglie di menta o con delle gocce di cioccolato.

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Con questa ricetta partecipo al contest di Rigoni di Asiago “Il miele protagonista di ricette dolci e salate”:

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Paccheri ripieni di carciofi e patate con granella di pistacchio

 

Una ricetta per EXTRA PASTA, l’iniziativa che vede protagonista l’olio extra vergine d’oliva e che è successiva a EXTRA DOLCE, di cui è già uscita la pubblicazione. Entrambe fanno parte della collana EXTRA RICETTE.

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Quando fuori dal portone di casa tutto va di corsa e gli impegni si rincorrono, quando le amministrazioni ti fanno perdere un sacco di tempo a far file e a cambiar uffici, quando il traffico ti assilla, riuscire a ritagliarsi un po’ di tempo è una vera fortuna e per me il tempo speso meglio, escludendo quello dedicato ai miei figli, è quello trascorso in cucina. Comporre un piatto per me è come realizzare un progetto: ogni piatto ha la sua importanza. Combinare gli ingredienti e armonizzarli fra loro non è sempre facile, ma quando ci riesco è motivo di grande soddisfazione. E quando poi il piatto incontra il gusto (e anche la vista e l’olfatto) dei miei familiari, allora la soddisfazione si moltiplica all’infinito.

Questo è uno di quei piatti pensati e studiati a lungo, sfogliando riviste e visitando blog fino a quando non è giunta l’idea giusta e, dal dire al fare, in questi casi, non c’è di mezzo il mare a meno che, come spesso mi capita, l’idea non arrivi in piena notte e quindi a quell’ora non è possibile mettersi a spadellare. Si, perchè noi foodblogger (parlo al plurale perchè mi è già capitato di confrontarmi con altre “colleghe” a tal proposito) ci addormentiamo pensando ai nostri piatti, a quale sarà la prossima ricetta da pubblicare e a come realizzarla al meglio.

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Ingredienti per 3 persone:

  • 24 paccheri (7 a testa più qualcuno per l’assaggio cottura e qualcuno di riserva in caso di rotture)
  • 3 carciofi
  • 1 grossa patata
  • 2 cucchiai di granella di pistacchi di Bronte
  • 100 g di ricotta
  • 1 spicchio di aglio
  • olio EVO
  • 5 cucchiai di olio EVO
  • 40 g di farina di riso
  • 500 ml di latte di soia
  • succo di mezzo limone
  • sale
  • 1 foglia di porro
  • noce moscata

Procedimento:

Lessare la patata.

Mondare i carciofi e metterli a bagno in acqua acidulata con il limone. Tagliarli quindi a striscioline.

Mettere lo spicchio di aglio diviso a metà in una padella con due cucchiai di olio. Quindi unire i carciofi e portarli a cottura aggiungendo dell’acqua calda. Salare.

Nel frattempo cuocete i paccheri piuttosto al dente e scolateli.

Quando i carciofi saranno cotti, togliere l’aglio e riunirli in un recipiente dai bordi alti e stretto insieme alla patata sbucciata, alla ricotta e a due cucchiai di acqua calda. Frullare con un frullatore ad immersione. (La stessa operazione potrete effettuarla in un robot da cucina).

Riempire i paccheri con questo composto e posizionarne 7 in piedi sopra ogni terrina monoporzione che possa andare in forno.

Tagliare la foglia di porro a striscioline e scottatele leggermente in acqua bollente, poi con ognuna legare le porzioni di paccheri.

Preparare la besciamella: scaldare l’olio e aggiungere la farina, mescolando continuamente fino a quando i due ingredienti non si siano amalgamati. Unire il latte di soia poco alla volta e sempre mescolando per evitare la formazione di grumi. Salare e grattugiarvi la noce moscata. Continuare la cottura fino a quando la besciamella ha raggiunto la giusta consistenza.

Versare la besciamella sopra i paccheri e infornare per 10 minuti a 180° e poi ancora qualche minuto con il grill acceso per dare colore.

Distribuire sopra ogni porzione la granella di pistacchi e servire subito.

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Fusilli lunghi con radicchio all’arancia

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La vincita del contest Fior fiore Coop non solo mi ha dato la possibilità di visitare gli studi del Gambero Rosso e registrare la puntata della mia ricetta a fianco di Francesca Barberini e Max Mariola, ma pochissimi giorni prima di Natale mi è stato consegnato a casa un bellissimo cesto natalizio come ringraziamento contenente un sacco di specialità Fior Fiore Coop, dal culatello, all’olio extra vergine di oliva, alla cioccolata di Modica fino ai fusilli lunghi bucati di Gragnano che ho utilizzato per questa ricetta e che trovo si adatti perfettamente a questo condimento.

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L’occasione poi è propizia perchè il prossimo 26 gennaio come ogni anno l’Airc (Associazione Italiana per la ricerca contro il cancro) scende in piazza con le “Arance della Salute” e sarà possibile acquistare le famose arance rosse di Sicilia Igp (simbolo di un’alimentazione sana e protettiva contro il cancro) contribuendo alla ricerca. Recandosi dunque in una delle 2500 piazze italiane (qui la lista), oltre alle arance riceverete anche una piccola guida “Il cibo che allena il tuo corpo”, con consigli e ricette per una alimentazione sana perchè si sa che il cancro per il 30% si combatte anche a tavola.

Per questa occasione La Cucina Italiana si è resa portavoce e proporrà nel suo sito tante ricette a base di arance, ricette firmate dallo Chef Moreno Cedroni e dalle foodblogger che si sono rese disponibili. E io non potevo certo tirarmi indietro!

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Ingredienti per 4 persone:

  • 350 g di fusilli lunghi bucati di Gragnano Fior Fiore Coop
  • 1 arancia biologica(scorza e succo)
  • mezzo cespo di radicchio trevigiano
  • mezzo bicchiere di vino rosso piuttosto corposo
  • 200 g di ricotta
  • olio EVO Dante

Preparazione:

Questo tipo di pasta richiede una cottura un po’ più lunga rispetto ad altre paste lunghe (13-15 minuti) per cui vi consiglio di cominciare subito cuocendola in acqua bollente salata.

Togliete la scorza all’arancia (facendo attenzione a non prelevare la parte bianca che è amara) e tritarla con il coltello. Spremere dunque il succo e unirlo al vino.

Nel mentre questa cuoce, lavate il radicchio e tagliatelo in striscioline. In una padella mettete due cucchiai di olio EVO Dante e appena è caldo aggiungere il radicchio. Farlo stufare leggermente quindi sfumarlo col vino e il succo di arancia. Continuare la cottura fintanto che il condimento non si sarà addensato rimanendo però morbido.

In un recipiente dai bordi alti mettere 2/3 del condimento insieme alla ricotta e a qualche cucchiaio di acqua di cottura della pasta. Frullare con un mixer ad immersione quindi rimettere in padella.

Appena la pasta è cotta, scolarla e rovesciarla nella padella facendola saltare.

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Mousse di pere allo zenzero con ricotta e alici

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Qualcuno una volta ha detto: “Non far sapere al contadino quanto è buono il formaggio con le pere!” Non sapeva però quanto sono buone le acciughe con le pere!
Ancora una ricetta dal blog Poveri ma belli e buoni: sono stata contagiata dalla mania delle acciughe e vederle riproposte in tutti questi modi diversi mi ha entusiasmato!
Ve la ripropongo oggi perchè sarà uno dei piatti che metterò sulla mia tavola a Natale durante l’aperitivo… Si, perchè i programmi sono cambiati e anche quest’anno trascorreremo questa festa tra le calde mura domestiche, con le tradizioni che ormai sono entrate a far parte della nostra famiglia: preparemo il piatto con dolcetti e frutta secca per Babbo Natale (anche se ormai due terzi dei miei figli non credono più) e, la mattina ci alzeremo e scarteremo i doni che ci avrà lasciato dopo aver mangiato. Non mancherà la lettera che Babbo Natale lascerà ai miei figli con tante lodi e qualche ammonimento!
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Ingredienti per 4 porzioni finger food:

  • 1 grossa  pera abate
  • 120 gr di ricotta vaccina
  • 1 cucchiaino di polpa di zenzero grattugiata
  • una puntina di cannella in polvere
  • 1 cucchiaino di zucchero di canna
  • 1/2 cucchiaino di scorza grattugiata di limone
  • 8 acciughe fresche
  • 4-5 filetti di acciughe sott’olio
  • pangrattato
  • 1 cucchiaio di brandy o cognac
Procedimento:
Sbucciare la pera, tagliarla a tocchetti e cuocerla in un pentolino con il brandy, lo zucchero di canna, lo zenzero grattugiato e la cannella.  Appena le pere cominceranno a scaldarsi, sfumare col brandy. Far evaporare l’alcool e continuare a cuocere coperto e a fuoco dolce. Far raffreddare e frullare fino ad ottenere una mousse soda.
Lavorare la ricotta con le scorze di limone. Porre in frigorifero.
Pulire e sfilettare le acciughe mantenendo la codina. Ridurre in poltiglia le acciughe sott’olio, distribuirle sopra ai filetti di acciughe fresche distese su una placca da forno oliata o foderata con carta oleata, cospargere con pan grattato, irrorare con qualche goccia dell’olio di conserva delle acciughe. A questo punto potete decidere se arrotolare le acciughe fermandole con uno stecchino oppure passarle  così sotto il grill del forno a 180° per 5-6 min o finchè saranno ben dorate.
Preparare i bicchierini versando un po’ di mousse di pera a cucchiaiate, una piccola quenelle di ricotta al limone, e da ultimo posizionare le alici arrotolate lasciandole sospese sui bordi dei bicchierini (opzione che sceglierò la prossima volta) o tagliarle grossolanamente (cosa che nella fretta ho dimenticato di fare ma che è indispensabile per un finger food) e metterle sopra la ricotta.
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Mini quiche ai porri e ricotta

Mini quiche ai porri_01 Ci sono giorni che non avresti voglia di fare niente se non startene al pc a cliccare da un blog all’altro… Il tempo scorre via veloce e non ti accorgi che è già l’ora di cena: voglia di cucinare zero, fantasia dormiente e frigo semivuoto! Niente di pronto sui fornelli e qualcuno che continua a chiederti “Mamma cosa c’è per cena?” In questi giorni io vorrei essere da un’altra parte e posso anche chiedere su facebook qualche consiglio, ma ci sarà sempre qualcuno che risponde: “Casomai siamo noi a dover chiedere consiglio a te!” Ecco in queste occasioni vorrei far sapere ai miei amici che anche io sono umana e che la mia vita non si svolge totalmente in cucina! Ecco, comunque tutta questa premessa per dire che l’altra sera stavo proprio in questo stato e l’idea non voleva uscire fuori. Tre cose in frigo, anzi quattro con le uova che sono perennemente presenti e risolvono tanti problemi: ricotta, porro e pasta sfoglia (che per la verità dovevo sbrigarmi ad usare prima della scadenza). L’associazione pasta sfoglia-torta salata è ovviamente scontata, ma con i porri non l’avevo mai provata. Ottima davvero ed è piaciuta a tutti. Questo per dirvi che se anche a voi succede spesso quel che succede a me, cercate di avere nel frigo cose che possono essere utilizzate per molte preparazioni, che magari hanno una scadenza lunga quando le acquistate e sicuramente una verdura che vi piace particolarmente e che sia versatile come può essere il porro, ma anche il radicchio, gli zucchini, spinaci cotti… Non rimanete mai senza! Ovviamente attenzione: non consumate più di due uova a settimana o il vostro fegato dirà la sua! Mini quiche ai porri_03 Ingredienti per 4 miniquiche:

  • 1 rotolo di pasta sfoglia
  • 250 g di ricotta
  • 2 uova
  • 1 porro
  • sale
  • pepe
  • olio EVO

Procedimento: Se volete potete fare anche un’unica quiche. Io preferisco le mono porzioni, molto più pratiche. Lavare, pulire e tagliare a rondelle il porro. Farlo stufare in una pentola con pochissimo olio e al bisogno un po’ d’acqua. Salare. In un piatto sbattere le uova con la ricotta, salare e pepare. Quando i porri si saranno raffreddati, unirli alle uova e mescolare. Srotolare la pasta sfoglia e ricavarne quattro dischi da posizionare con la carta forno negli appositi stampini (tipo quelli da crostatina) in modo da formare un cestino dove verserete il composto di uova e porri. Cuocere in forno a 180° per 20-25 minuti. Lasciar riposare 5 minuti e servire. Mini quiche ai porri_02

La norma normale e la norma… scomposta!

Ora che ho superato la mia fobia per le melanzane (ancora non le mangio, ma almeno riesco a cucinarle!) posso finalmente dare sfogo alla fantasia e preparare tutti quei piatti che fino a questo momento mi erano preclusi! E devo dire che questo ortaggio è davvero versatile, quasi quanto le zucchine.

Ho apportato anche un’altra piccola modifica, per la quale sono sicura che riceverò molte critiche, ma non amo neanche la ricotta salata (che ce volete fare se ho un palato difficile da accontentare?) e quindi l’ho sostituita con la ricotta fresca, dal sapore più fresco e delicato.

Inoltre devo fare un mea culpa: questa mia avversione verso questo ortaggio è la causa per cui in casa nessuno lo apprezza, catalogandolo fra gli ingredienti sconosciuti e a cui, di conseguenza, si dovrà fare lentamente l’abitudine.

Oggi ho preso in esame la pasta alla norma e ho provato la versione classica e una versione scomposta, con un effetto molto più scenico.

E voi quale preferite?

Per la PASTA ALLA NORMA CLASSICA

Ingredienti:

Preparazione:

Tagliare la melanzana a cubetti, salarla e metterla in un colapasta con sopra un piatto che faccia da peso. Lasciarla così per circa un’ora: in questo modo verrà eliminata tutta l’acqua di vegetazione.

Mettere tre cucchiai di olio EVO Dante in una padella e quando sarà diventato caldo unirvi le melanzane, dopo averle sciacquate dal sale e asciugate con uno scottex.

In un’altra padella mettere altri due cucchiai di olio EVO Dante e l’aglio tritato; appena diventerà caldo, versarvi la passata di pomodoro  e un po’ di basilico spezzettato con le mani. Cuocere qualche minuto. Salare.

Setacciare la ricotta e unirla al pomodoro. Mescolare bene.

Cuocere nel frattempo i pennoni trafilati in bronzo Verrigni.

Aggiungere alla fine le melanzane al sugo di pomodoro e ricotta, quindi scolare la pasta e condirvela dentro.

Impiattare,  spolverizzare a piacere con il pepe dei Piaceri Tec-Al e decorare con delle foglie di basilico fresco!

Per la PASTA ALLA NORMA SCOMPOSTA

Ingredienti:

Procedimento:

Lavare e spuntare la melanzana. Tagliarla a cubetti e cuocerla a vapore o nel microonde per circa 20-25 minuti. Metterla in un robot da cucina con 1 cucchiaio di olio EVO Dante e un pizzico di sale. Frullare fino ad ottenere una crema piuttosto densa che metterete dentro ad una sac-a-poche.

In una padella mettere due cucchiai di olio EVO Dante con uno spicchio di aglio tritato. Accendere il fuoco e appena l’olio sarà caldo, versarvi il pomodoro, salare e cuocere qualche minuto, quindi aggiungere qualche foglia di basilico spezzettata con le mani.

Cuocere i pennoni Verrigni al dente. Scolarli e riempire ognuno con la crema di melanzane.

Lavorare la ricotta con un po’ di sale e con una grattugiata di pepe dei Piaceri Tec-Al.

Formare con la ricotta delle quenelle e disporre nei piatti da portata insieme ai pennoni ripieni. Cospargere questi ultimi con la salsa di pomodoro. Decorare il piatto con dei fiori e delle foglie di basilico.

Con questa ricetta partecipo al contest di Nella Cucina di Laura:

e al contest di Le Leccornie di Danita:

Cheesecake cocco e pesca

Svegliarsi improvvisamente una mattina e ricordarsi che a pranzo ci sarebbero stati degli ospiti  non ha prezzo e soprattutto se non hai il tempo di andare a fare la spesa. Fortuna che in frigo qualcosina c’è: il Philadelphia non manca mai (anche grazie al fatto che è a lunga scadenza), quasi come le uova! Zucchero, burro e farina, ci mancherebbe che non ce ne fossero. E non mancavano neanche i biscotti del caso. Per l’appunto mi era avanzata anche un po’ di crema di latte e della ricotta di una ricetta preparata il giorno prima.

Per chi un po’ si diletta in cucina è facile fare 2 + 2 e la prima cosa che viene in mente non può che essere un bel cheesecake.

Ma come farcire questo cheesecake? Fortuna che è estate e il nostro bell’albero di pesche è stracarico di frutti, ancora non proprio maturi al punto giusto, ma se mescolati alle pesche sciroppate sono perfetti perchè l’agro del frutto non ancora maturo viene mitigato dalla dolcezza di quello conservato.

E poi ci voleva quel tocco in più che per me è dato da un ingrediente che adoro: il cocco, da miscelare nella crema.

I tempi per la verità erano un po’ stretti: erano le 8 e il dolce sarebbe stato servito in tavola intorno alle 14.30. Motivo questo che mi ha spinto a scegliere un cheesecake con cottura, anzichè optare per quello con la gelatina: 6 ore di frigo non sarebbero bastate a farlo diventare della giusta consistenza.

Ingredienti:

  • 200 g di biscotti oro Saiwa
  • 80 g di burro
  • 250 g di Philadelphia
  • 200 g di ricotta
  • 100 ml di crema di latte
  • 100 g di zucchero
  • 2 uova
  • 1 tuorlo
  • il succo di mezzo limone
  • 50 g di farina di cocco
  • 1 barattolo di pesche sciroppate
  • 2 pesche
  • 40 g di mandorle in scaglie

Procedimento:

Sbriciolare i biscotti. Sciogliere il burro a bagnomaria oppure nel microonde per 1 minuto a 500W. Miscelare il burro con i biscotti. Coprire una teglia da forno con della carta forno (ideale è utilizzare uno stampo a cerniera). Distribuire sopra la carta il biscotto mescolato al burro, premendolo bene sul fondo e sui lati. Riporre in frigo per circa 20 minuti.

In un robot da cucina sbattere le uova e il tuorlo con lo zucchero. Unire anche il cocco sempre con il robot in funzione. Aggiungere ora il succo di limone, quindi diminuendo la velocità delle lame inserire la crema di latte, poi il Philadelphia e infine la ricotta.

Distribuire questo composto sopra la base del cheesecake, livellare e cuocere in forno per 50 minuti a 180°C.

Trascorso questo tempo, far raffreddare la torta, quindi guarnirla con le pesche tagliate a spicchi e distribuirvi sopra le mandorle in scaglie.

Riporre in frigorifero per almeno 3-4 ore.