Patè di acciughe con gelatina di arancia tratto da “E’ scoccata l’ora del paTE'”

1466239_207894032728652_1302257691_nPate_01Una serie di coincidenze mi ha permesso di sperimentare la prima ricetta tratta dal libro dell’MTC “L’ora del PAtè” (di cui vi avevo parlato qua), nonchè il mio primo patè, lo ammetto. Infatti, mentre molte delle foodblogger erano impegnate a Genova per la presentazione del libro (e anche mio marito che si trovava a passare di lì per altre faccende), io ero alle prese con un contenitore di acciughe tolto dal congelatore poche ore prima (ne ho sempre uno in frigo per le emergenze e per quelle volte in cui mi prende voglia di crudo – vedi Anisakis) e mi chiedevo che cosa mai avrei potuto farci, quando gli occhi mi cadono sul libro in questione e vengo illuminata dalla giusta idea. Per l’appunto, e vi giuro che è assolutamente casuale, la ricetta è proprio quella della mia amica Cristina di Poverimabelliebuoni e, ancora casualmente, gli ingredienti erano tutti in casa, escluso qualche spezia e la robiola che ho sapientemente sostituito con il Philadelphia.

Quale migliore ricetta per festeggiare l’onomastico di mio marito, il nostro anniversario e un acquisto importante? D’ora in avanti, patè forever!

Vi ricordo che il ricavato della vendita di questo libro andrà devoluto interamente alla Fondazione “Aiutare i bambini” e nello specifico al progetto “Cuore di bimbi”

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Ingredienti per circa 4 persone:

Per la gelatina all’arancia e brandy:

  • 120 ml di acqua
  • 80 ml di succo di arancia
  • 1 cucchiaio di zucchero
  • 15 ml di brandy
  • 3 g di agar agar o 2 grammi di colla di pesce fatta ammollare precedentemente in acqua fredda

Procedimento:

In un pentolino, mescolare l’agar agar con l’acqua o il succo di arancia, aggiungere il brandy e lo zucchero e portare a bollore. Far sobbollire per un paio di minuti (se utilizzate la colla di pesce, è questo il momento di metterla nel liquido).

Foderare uno stampo da plumcake con della pellicola trasparente stendendola bene e versarvi la gelatina. Far raffreddare e riporre in frigo a rassodare.

Per il patè:

  • 300 g di acciughe pulite e disliscate
  • 1/2 carota
  • 1/3 di costa di sedano
  • 1 scalogno
  • 1 foglia di alloro
  • 1 cucchiaino di semi di finocchio
  • 3-4 pomodori secchi
  • 2-3 acciughe sotto sale
  • 30 ml di marsala secco
  • 1 cucchiaino di timo
  • 80 g di Philadelphia
  • 20 g di granella di pistacchi
  • olio EVO
  • sale
  • pepe

Procedimento:

Mettere i pomodorini secchi dentro un bicchiere di acqua calda per una decina di minuti per farli rinvenire.

Tritare lo scalogno, il sedano e la carota dopo averli puliti e lavati. Fare rosolare appena questo trito in padella con un filo di olio e l’alloro, unire quindi le acciughe sottosale (precedentemente lavate e pulite) e farle sciogliere in padella. Dopo averli sgocciolati e strizzati, tagliare i pomodorini a filetti sottili e aggiungerli in padella insieme al timo e ai semi di finocchio, far insaporire, infine unire le acciughe fresche. Sfumare col Marsala e proseguire la cottura fintanto che l’alcool non sarà evaporato e il fondo si sarà asciugato.

Far raffreddare, togliere l’alloro e frullare. Unire il Philadelphia e la granella di pistacchi. Amalgamare bene fino ad ottenere una crema.

Versare questo composto sopra la gelatina di arancia e brandy che nel frattempo avrà raggiunto la giusta consistenza. Livellare bene e battere lo stampo sul tavolo in modo da stabilizzare tl tutto e togliere le eventuali bolle d’aria.

Mettere in frigo per un paio di ore, quindi sformare e servire con del buon pane toscano.

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Pate_07Come vedete nelle foto, l’idea di servire il patè nei contenitori di sgombri sott’oli (come tra l’altro, questa ricetta viene presenta nel libro) è davvero simpatica e vincente!

P.S. Il marito ha apprezzato tantissimo!

Polpette di lenticchie e patate

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Ho resistito a lungo, credetemi! E non è stato affatto facile per una come me che adora i libri, sia che siano manuali di cucina, che saggi, che romanzi! Poi ogni lunedì vedevo pubblicare ricette vegetariane da sempre più gente e un giorno, da Eataly me lo son trovato tra le mani, l’ho sfogliato e mi sono detta che non potevo essere una foodblogger se non avevo quel libro… però ho continuato a resistere e a dirmi che potevo aspettare e che la libreria già strabordava di libri di cucina. E così sono andata avanti un’altra settimana, ma poi è arrivato un altro lunedì e allora non ce l’ho fatta più e l’ho ordinato ed ora è nelle mie mani! Di cosa parlo? Ma del tanto decantato libro “Lunedì Senza Carne” di Paul McCartney e delle sue figlie, non solo un libro ma una vera e propria corrente di pensiero, un movimento che ha coinvolto nel mondo moltissime persone, una scelta di vita.

Aderire a questa campagna non significa diventare vegetariani ma ci aiuta a migliorare il nostro stile di vita inducendoci a mangiare più frutta e verdure, contribuisce anche se in minima parte a ridurre l’emissione dei gas serra sprigionati dall’allevamento intensivo. Infine, fattore non trascurabile, ci aiuta a risparmiare, sempre che scegliamo prodotti di stagione e a km 0.

Non starò qui a parlarvi di quello che succede negli allevamenti intensivi perchè non sono la persona più adatta a farlo non essendo io stessa vegetariana, ma se provate a documentarvi un po’ (anche attraverso filmati su Youtube) prenderete coscienza (così come ho fatto io) di quello che succede a questi poveri animali, oltre a rendervi conto di quante medicine e antibiotici ingeriamo giornalmente cibandoci di carne. Sfamare tutti gli animali allevati in questo modo barbaro comporta tra l’altro l’aumento della fame in paesi come il terzo mondo. Tutti spunti su cui riflettere.

Evitare di mangiare carne almeno una volta a settimana è poca cosa, che a noi non comporta un grande sacrificio ma che può essere un piccolo mattone, che unito a quello di molte altre persone può creare le basi di un cambiamento.

Ecco dunque che con l’acquisto di questo libro ho deciso anche io di aderire a questa campagna pubblicando ogni lunedì una ricetta per il menù del “Lunedì senza carne” perchè come foodblogger (ed ora mi sento tale!) sento su di me la responsabilità di diffondere l’importanza di una cucina sana e consapevole.

Comincio dunque questo primo lunedì con una ricetta pubblicata pochi giorni fa da Una V nel piatto e che da tempo volevo provare. La versione di Camiria è vegana, io invece l’ho vegetaniarizzata sostituendo il lievito in scaglie con del parmigiano. Posso confermare che sono buonissime sia calde che fredde, ma soprattutto, se utilizzate delle lenticchie piccole, non hanno bisogno di ammollo per cui può essere anche una ricetta da preparare all’ultimo momento proprio come ho fatto io una sera che non avevo idea di cosa mettere nel piatto dei miei figli.

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Ingredienti:

  • 150 g di lenticchie
  • 2 patate medie
  • 1 cipolla piccola
  • 1 costa di sedano
  • 1 carota
  • 4-5 cucchiai di pangrattato
  • 60 g di parmigiano grattugiato
  • 1 spicchio di aglio
  • 2 pomodorini secchi sott’olio
  • 1 pezzetto di alga Wakame
  • olio EVO
  • sale

Procedimento:

Sciacquare le lenticchie e metterle in una pentola coprendole con il doppio di acqua. Aggiungere la cipolla, la carota e il sedano tagliati a cubetti, lo spicchio di aglio e i pomodorini tritati e l’alga. Portare a bollore e cuocere per circa 30 minuti, assaggiando. Consiglio di tenere un po’ di acqua bollente da parte, da aggiungere nell’eventualità che le lenticchie necessitino di prolungare la cottura. Salare solo a fine cottura.

Lessare nel frattempo anche le patate.

Frullare le lenticchie e unirle in una ciotola con le patate schiacciate. Per questa operazione io ho frullato tutto insieme nel Bimby. Unire anche il parmigiano e il pangrattato poco per volta fino ad ottenere un impasto che sia facilmente malleabile. Aggiustare di sale se necessario.

Con le mani bagnate formare le polpette schiacciandole leggermente.

Ungere leggermente una padella antiaderente con dell’olio EVO e metterla sul fuoco, quando è calda adagiarvi le polpettine facendole rosolare da entrambe le parti.

Queste polpette sono buone così, come dicevo anche fredde, oppure potete accompagnarle con della salsa di pomodoro.

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Zuppa di farro e fagioli

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Gli ultimi scandali sulla carne di cavallo trovata in vari alimenti preconfezionati dove non doveva essere presente (le ultime notizie dicono di averla trovata anche nelle famose polpette Ikea) non fanno che rafforzare la mia convinzione riguardo al ridurre il consumo di carne nell’alimentazione della mia famiglia, E’ comunque sempre meglio non comprare prodotti pronti in cui vengono inseriti elementi non proprio salutari come conservanti e coloranti: io ci tengo a sapere cosa ingerisco per cui se voglio mangiare tortellini e ravioli preferisco sempre produrli partendo da ingredienti di cui conosco la provenienza. Certo, so che non è facile per molti perchè gli impegni di tutti i giorni non ci consentono di passare molto tempo in cucina e spesso un bel piatto pronto è proprio quello che ci risolve tanti problemi di cena. In questi casi vi consiglio di acquistare comunque prodotti biologici o, se potete, quando avete un po’ di tempo a disposizione, prepararne un buon quantitativo e congelarlo!

A tal proposito, come annunciato nel post precedente, anche oggi niente carne, ma una bella zuppa di farro e legumi (in questo caso fagioli) che sono comunque una buona fonte di proteine, Una zuppa poi con questo freddo non può che riscaldarci l’anima e il corpo.

Ho utilizzato fagioli Diavoli della Ecor che non avevo mai assaggiato ma che per il loro colore e per la loro grossezza mi intrigavano molto! Alla fine credo che si adattino perfettamente per l’utilizzo che ne ho fatto.

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Ingredienti:

Procedimento:

Dopo aver tenuto per una notte i fagioli in ammollo, lessateli mettendoli in una pentola (meglio se utilizzate il coccio o il vetro) insieme ad uno spicchio di aglio. Cuoceteli per circa 45 minuti dal momento che cominceranno a bollire e salateli solo 10 minuti prima di spegnere il fuoco.

In una padella mettere due cucchiai di olio EVO, la carota, il sedano e la cipolla puliti, lavati e tritati con il coltello. Fate soffriggere leggermente quindi unite 2/3 di fagioli passati con il passaverdure e il restante interi. Aggiungere due cucchiai di concentrato di pomodoro. Fate insaporire bene, quindi aggiungete l’acqua di cottura dei fagioli e se non basta anche dell’acqua o, meglio ancora, del brodo vegetale. Quando comincerà a bollire, unite il farro, salate e portate a cottura. Alla fine dovrete ottenere una zuppa non troppo densa ma neanche liquida, perciò vi consiglio di tenervi un po’ di acqua o di brodo bollente da parte in modo da poterlo aggiungere in caso di necessità.

Versate nei cocci e condite con un filo di olio a crudo.

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Bordatino livornese

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Qualcuno dice che la neve è in arrivo anche a basse quote e, in effetti, uscendo fuori si sente quel freschino pungente che ti fa rabbrividire! Fortuna che è domenica e nessuno ci costringe ad uscire. In queste giornate fredde ci sono molti modi per scaldarci (ognuno usi la sua fantasia!!!), uno di questi è sicuramente quello di preparare dei bei piatti caldi e fumanti, come zuppe, minestre e sicuramente l’immancabile polenta. Il freddo, la stufa accesa fanno certamente venir voglia di tornare ai vecchi sapori, quelli della tradizione quando ci si riuniva a mangiare intorno ad un focolare.

Questo è un piatto appunto tipico della tradizione labronica, piatto da me (mi vergogno a dirlo) da poco scoperto. Risale addirittura al 1700 a bordo (da qui il nome) delle navi che alimentavano il traffico delle merci nel Mediterraneo. Sembra che in origine si cucinasse con la farina di grano saraceno. Era, ed è tutt’ora, una zuppa molto sostanziosa nonostante l’utilizzo di ingredienti poveri come i fagioli e il cavolo, quindi non è un piattino proprio di quelli che mi ero ripromessa di fare dopo le feste, ma francamente, come resistere?

Bordatino_02Ingredienti per 6 persone:

  • 150 g di fagioli borlotti secchi (messi in ammollo per 12 ore)
  • 1 mazzo di cavolo nero
  • 300 g di farina di mais precotta
  • 1 carota
  • 1 costa di sedano
  • mezza cipolla
  • 1 spicchio di aglio
  • 150 g di passata di pomodoro
  • 3 cucchiai di olio EVO

Preparazione:

Cuocere i fagioli in abbondante acqua per circa 1 ora (salare solo a fine cottura), quindi passarli al passaverdure d metterli da parte conservando l’acqua di cottura. Mettere per il momento da parte!

Lavare il cavolo e tagliarlo a striscioline eliminando la costa centrale troppo coriacea.

Lavare e sbucciare la carota, il sedano e la cipolla. Tritare grossolanamente.

In una pentola mettere l’olio con gli odori tritati e accendere il fuoco. Quando comincia a soffriggere, unire il passato di fagioli e quello di pomodori. Mescolare facendo ben insaporire, quindi aggiungere 1 litro e mezzo dell’acqua di cottura dei fagioli. Quando comincia a bollire, unire il cavolo. Far cuocere 5 minuti, quindi unire a pioggia la farina di mais, mescolando continuamente. Aggiustare di sale. Cuocere 8 minuti e servire nei cocci.

Se vi avanza, versatela in un recipiente quando è ancora bella calda e lasciatela raffreddare. Sarà buonissima riscaldata in forno o abbrustolita leggermente.

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Fagottini ai carciofi e gamberi

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Le vacanze sono agli sgoccioli! Sono state vacanze molto tranquille per noi e abbiamo potuto riposare mente, corpo e spirito! Sarà dura riprendere il tram tram quotidiano da lunedì, soprattutto per quanto riguarda la sveglia che suonerà implacabile alle 7 per tutta la famiglia! Era bello invece alzarsi con tutta calma (spesso alle 11… quasi me ne vergogno!), fare la colazione tranquilli, godersi un buon caffè e coccolarci!

E poi per molti sarà il momento di rimettersi a regime alimentare dietetico per smaltire tutti gli eccessi di questi giorni passati! Rimane però ancora l’ultima grande abbuffata, quella dell’Epifania che poi tutte le feste si porterà via, insieme a tutti i pasti luculliani! Disfaremo l’albero, il presepe e riporremo nelle scatole tutti i gingilli che fanno Natale fino al prossimo anno. Ma, come dicevo, possiamo ancora pensare ad un piatto che ci farà felice a tavola e per me le feste di Natale non son complete se non contemplano almeno una volta nel menù le crèpes o crespelle, come dir si voglia e in qualsiasi piegatura e ripieno. Io ho scelto di chiuderle a fagottino perchè mi dà l’idea di un regalo e di riempirle con una salsina a base di carciofi e gamberetti, condimento che uso spesso anche per la pasta.

La ricetta è in parte tratta dal numero di gennaio di “Alice”

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Ingredienti per 9-10 crèpes:

  • 3 uova
  • 250 g di farina 00
  • mezzo litro di latte
  • sale
  • 4 carciofi
  • 500 g di gamberi
  • 1 spicchio di aglio
  • olio EVO Dante
  • mezzo bicchiere di brandy
  • 1 costa di sedano
  • 1 scalogno
  • 1 manciata di prezzemolo
  • 1 carota
  • 25 g di farina
  • 25 g di burro
  • alcune foglie di porro

Procedimento:

Preparare le crèpes sbattendo le uova. In un’altra ciotola mescolando aggiungere poco per volta il latte alla farina per evitare che si formino grumi, quindi incorporare le uova e il pizzico di sale. Mescolare a lungo, quindi coprire e lasciar riposare per almeno un’ora.

Cuocere le crèpes in una padella antiaderente di circa 16 cm di diametro, imburrandola leggermente ad ogni nuova crèpes. Versarvi un mestolo di composto e girare la padella in modo che quest’ultimo riempa tutto il fondo della padella. Appena comincerà a staccarsi, rigirarla e cuocerla dall’altro lato. Mettere le crèpes in un piatto impilandole.

Preparare il ripieno pulendo i carciofi e mettendoli a bagno in acqua acidulata.

Togliere le teste e i carapaci ai gamberi e metterli da parte. Togliere ai gamberi anche il filamento nero.

Tagliare i carciofi a julienne e i gamberi grossolanamente.

In una padella mettere due cucchiai di olio EVO Dante e lo spicchio di aglio schiacciato. Appena quest’ultimo comincia a sfrigolare toglierlo e aggiungere i carciofi. Far cuocere 10 minuti, aggiungendo un po’ d’acqua se necessario. Salare. Un paio di minuti prima di spegnere il fuoco aggiungere anche i gamberi e mescolare bene.

Preparare una bisque con le teste e i carapaci dei gamberi. In una padella scaldare due cucchiai di olio EVO Dante, aggiungere le teste e i carapaci e farli rosolare. Aggiungere anche il sedano e la carota tagliati grossolanamente e lo scalogno tritato. Sfumate con il Brandy, quindi coprite con l’acqua e inserite anche il prezzemolo. Salare. Far cuocere per una mezz’ora abbondante quindi passare la bisque al colino e rimettere sul fuoco a far restringere.

Prelevare delle foglie dal porro e tagliarle in strisce longitudinali dopo averle lavate. Farle cuocere pochi minuti (giusto per ammorbidirle) in acqua bollente.

Riempite le crèpes con un cucchiaio di composto di carciofi e gamberi posizionato al centro. Chiudere a fagotto legandolo con una striscia di porro.

Posizionate i fagotti in una teglia da forno.

Preparare la besciamella. Sciogliere il burro in una pentola e aggiungere la farina. Far cuocere qualche minuto (roux) quindi aggiungere 250 ml di bisque calda e proseguire la cottura fintanto che la besciamella non si comincerà ad addensare. Distribuirla quindi sopra le crèpes.

Accendere il grill del forno e quando è pronto inserirvi le crèpes fintanto che non si saranno gratinate.

Servire calde.

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Petto di pollo al curry

Si fa presto a dire pollo al curry! Anni fa una mia amica me lo preparò per cena convinta di aver scoperto l’America. In verità, ricordo di aver fatto una gran fatica a mangiarlo: era del petto di pollo passato in padella e spolverizzato col curry! Niente più! Ora a prescindere che la mia amica ha tante belle qualità, compresa l’intraprendenza e la voglia di fare, in cucina credo che abbia ancora molto da imparare. Comunque sia, fu così che archiviai qualsiasi fantasia di volerlo rifare a casa mia e del pollo al curry non ho più sentito parlare fino a questa estate, quando al corso di cucina di Spazio QB, Paola ci ha insegnato come deve essere la vera ricetta di questo piatto indiano.

Solo oggi ho trovato il coraggio di proporlo in tavola ai miei figli, credendo che per loro il sapore del curry potesse essere troppo forte, e invece…. è stato apprezzato in pieno, vabbè non proprio da tutti, ma questa è un’altra storia!

Se poi volete veramente fare le cose come si deve, dovrete accompagnare il tutto con del riso pilaf che si prepara mettendo il riso basmati, dopo averlo sciacquato bene, in una pentola. Coprirlo di acqua bollente. Posizionare della carta forno bagnata e strizzata sopra la pentola. Cuocere 7 minuti e mezzo.

Questa è una di quelle ricette che stupisce gli ospiti pur essendo molto semplice da preparare.

Ingredienti per 4 persone:

  • 450 g di petto di pollo
  • 2 carote
  • 2 coste di sedano
  • 1 mela granny smith
  • 1 cipolla bianca media
  • 1 barattolo di latte di cocco
  • poca farina
  • 1 cucchiaio di curry
  • 1 cucchiaio di curcuma
  • olio EVO
  • sale

Procedimento:

Tagliare il pollo a cubetti, infarinarli. Mettere poco olio EVO in una padella antiaderente e quando sarà caldo mettere il pollo a rosolare appena. Appena si sarà chiusa la cottura, salare.

Pulire e lavare tutte le verdure. Tagliarle a piccoli bastoncini. Farle saltare in una padella con poco olio, lasciandole croccanti. Salare e aggiungere il latte di cocco, la curcuma e il curry. Far restringere il latte finchè non si forma una crema, quindi aggiungere il petto di pollo e mescolare bene.

Servire con il riso pilaf.

Spaghetti infilzawurstel

 

Con l’inizio delle scuole medie son finiti i tempi della mensa a scuola e ogni giorno è la mamma che si deve inventare qualcosa di nuovo e di diverso “dalla solita zuppa” (che per noi è la pasta al ragù), anche per giocare un po’ col cibo, ma soprattutto per invogliare le creature a mangiare in modo un po’ più variato.

E così, in giro per il web (mi perdonerà colui/colei a cui ho rubato l’idea se non ricordo più chi è) ho trovato questa fantastica idea, che ha in se qualcosa anche di macabro (quindi adattissima per la cena di Halloween)! Dal canto loro i bambini si son divertiti a infilzare i poveri wurstel con tutta la “cattiveria” di cui erano capaci, e con altrettanta “cattiverie” se li son pappati tutti!

 

Ingredienti:

  • 300 g di spaghetti
  • 3 grossi wurstel
  • passata di pomodoro
  • mezza cipolla
  • 1 costa di sedano
  • 1 carota
  • 1 spicchio di aglio
  • prezzemolo
  • olio EVO

Preparazione:

Per prima cosa preparare il sugo per gli spaghetti: tritare i vegetali, metterli in una padella con due cucchiai di olio e accendere il fuoco. Quando cominceranno a soffriggere, aggiungere la passata di pomodoro (attenzione a non bruciarsi perchè quando il pomodoro che è acquoso entra a contatto con l’olio bollente tende a schizzare: io faccio questa operazione lontana dal fuoco). Salare e far cuocere 10-15 minuti.

Tagliare i wurstel in modo da ottenere delle rondelle di circa due cm di diametro. Infilzare ogni wurstel con 4-5 spaghetti portandolo al centro degli spaghetti stessi.

Cuocere tutti gli spaghetti, anche quelli non infilzati, in acqua bollente salata e scolarli al dente.

Versare gli spaghetti nella padella con il sugo al pomodoro e saltarli.

Servire molto caldi!

 

Con questa ricetta partecipo al contest di Parole di Zucchero:

Žgvacet, ovvero stracotto di manzo istriano

Istria? Mai stata, ma un forte desiderio di andarci. Per la verità già da qualche anno cerco di organizzarvi le vacanze, ma accade sempre qualcosa per cui devo spostare le mie mete.

In particolar modo un anno era tutto deciso per Pula, quando il piccolo di casa (tanto per cambiare) si ammala! Quindi, tutto rimandato… a data da destinarsi.

Beh, per chi ama cucinare, c’è sempre una consolazione: viaggiare degustando i piatti caratteristici delle città e dei paesi che desideriamo visitare, magari producendoseli in casa.

E’ il caso di questo Žgvacet, che poi non è altro che il nostro spezzatino. Un piatto semplice che ho avuto modo di riscoprire grazie al blog di Verde Cardamomo e al suo contest “I love Istra“. Io ho utilizzato della carne di manzo, ma in realtà la carne che più di sovente viene usata per questo piatto è quella di pollo. Fatto sta che alla fine della cottura (ed io ho utilizzato la mia stupenda pentola in pietra per brasati) sembrava di mangiare il burro tanto era tenera questa carne.

 

Ingredienti:

  • 500 g di spezzatino di manzo
  • 2 carote
  • 1 costa di sedano
  • 1 cipolla
  • 300 cc di vino rosso (io ho utilizzato un buon Chianti)
  • 2 cucchiai di concentrato di pomodoro
  • olio EVO
  • 1 spicchio di aglio
  • 5 patate medie

Preparazione:

Tritare finemente la carota, il sedano e la cipolla dopo averle pulite.

In una pentola (meglio quelle adatte per lunghe cotture) mettere un filo di olio EVO e uno spicchio di aglio diviso a metà. Farlo rosolare leggermente, quindi toglierlo e sostituirlo con il trito.

Quando comincerà a soffriggere, unire la carne e farla rosolare da tutti i lati. Salare. Coprire adesso con il vino e lasciare che si ritiri di una buona metà, quindi aggiungere il concentrato di pomodoro.

Lasciar cuocere a fuoco lento per 3-5 ore e se necessario aggiungere del brodo caldo: alla fine dovrà rimanere un sugo piuttosto denso.

Potete accompagnare questo piatto con purè, polenta o patate: io ho optato per queste ultime e per praticità ho preferito lessarle nel microonde.

Ho servito in una cocotte coprendo il tutto con il saporitissimo sughetto.


 

Involtini di arista sfumati alla birra con pisellini profumati

Ogni giorno mettere a tavola qualcosa di diverso che soddisfi tutte e cinque le  bocche non è facile, ma questi involtini mi hanno davvero stupito, talmente tanto che a me ne è toccato solo mezzo!!!

Presumo quindi che siano piaciuti! E li metto tra le ricette da riproporre settimanalmente a casa mia!

Ingredienti: 

  • 10 fettine sottili di arista di maiale
  • rosmarino
  • aglio
  • sale
  • mezzo porro
  • 10 foglie di radicchio
  • 10 bastoncini di emmental
  • 50 g di pancetta a cubetti
  • 200 g di pisellini congelati
  • 1 carota
  • 1 noce di burro
  • mezzo bicchiere di birra rossa
  • 1 cucchiaino di fecola

Preparazione:

Mettere le fette di arista su di un piano di lavoro e condirla con sale e rosmarino e aglio tritati. Adagiare su ogni fetta una foglia di radicchio (o ritagliarla della grandezza della fetta di carne) e un bastoncino di emmental. Arrotolare e chiudere con uno stecchino.

Mettere in un pentolino il burro con uno spicchio di aglio tritato, la pancetta e la carota tagliata a piccoli cubetti. Far rosolare e aggiungere i pisellini. Salare e far cuocere coperti per circa un quarto d’ora o finchè i pisellini non saranno diventati teneri. Se necessario aggiungere un po’ d’acqua.

In una padella mettere l’olio con il porro tagliato finemente. Appena il porro si sarà ammorbidito adagiarvi sopra gli involtini e farli rosolare su tutti i lati. Salare e sfumare con la birra.

Dopo una decina di minuti di cottura, togliere gli involtini e far addensare la salsa con un cucchiaio di fecola fuori dal fuoco.

Impiattare gli involtini con i pisellini e la salsina aromatizzata alla birra.

 

 

 

Crema di lenticchie (come far mangiare un po’ di legumi a chi è reticente)

Io non sono una grande amante di legumi, soprattutto dei fagioli e, in generale, ciò che non amo mangiare non lo so neanche cucinare. Però sono cosciente dell’importanza di metterli a tavola almeno una volta a settimana e quindi mi sforzo e cerco di dare il meglio di me.

Ieri per esempio ho deciso di fare questa cremina e di servirla con dei crostini di pane. Ha avuto un successone e quindi mi ripropongo di provarla con i ceci.

Nel frattempo però…

Ingredienti:

  • 300 g di lenticchie rosse (sono più ricche di ferro rispetto alle altre)
  • mezza costa di sedano
  • una carota
  • mezza cipolla bianca
  • olio EVO
  • sale

Procedimento:

Lavare le lenticchie e metterle in una pentola con l’acqua. Portare a ebollizione e lasciar cuocere per altri 20-30 minuti (15 minuti in pentola a pressione). Salare a fine cottura.

Quando saranno cotte, scolarle.

In un’altra pentola mettere due cucchiai di olio insieme alla carota, al sedano e alla cipolla tagliati a dadini. Appena cominceranno a soffriggere unire le lenticchie e far insaporire mescolando. Coprire quindi con acqua bollente e cuocere ancora dieci minuti, aggiustando se necessario di sale.

Frullare con un frullatore ad immersione o col Bimby. La crema dovrà risultare non troppo densa ma neanche troppo liquida. Se necessario aggiungere un po’ d’acqua.

Servire con un filo d’olio e dei crostini a parte.