Panna cotta alla bagna caoda con peperoni

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Ultimamente ho preso una cotta per Luca Montersino! Lo vedo tutte le sere su Arturo TV e mi incanto a guardarlo lavorare e ad ascoltare le sue spiegazioni e poi quando impiatta la creazione finita vado in un brodo di giuggiole. Trovo che oltre ad essere un bravissimo pasticcere sia anche un insegnante eccellente perchè ogni passaggio per “fabbricare” i suoi dolci è spiegato da lui in maniera ineccepibile con tanto di motivazioni per cui agiamo in un certo modo piuttosto che in un altro. Del resto si sa, la pasticceria è precisione.

Ammetto però che finora non avevo avuto il coraggio di cimentarmi in qualche sua ricetta. Il fatto di cercare di stare a dieta era una buona scusante, però poi ho acquistato il suo libro “La pasticceria salata” e allora non mi son più potuta tirare indietro (non che queste ricette siano ideali per una dieta dimagrante!!!). Complice anche il fatto che ho trovato una ricettina con le acciughe da regalare alla mia amica Cristina per la sua raccolta “un’acciuga al giorno“, perchè ormai è già quasi trascorso un anno dalla fine della sua iniziativa, ma lei continua imperterrita a cercare ricette a base di questo delizioso pesciolino. Quindi, se anche voi avete qualche ricetta che preveda tra gli ingredienti le acciughe, non esitate ad inviargliela.

E poi, dovevo anche rendere merito al grembiulino che Cristina mi ha gentilmente donato in occasione della manifestazione sullo Zafferano tenutasi a Lastra a Signa nella Villa Caruso Bellosguardo lo scorso 19 ottobre, durante la quale le ho fatto da assistente!!!

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Bene, per tornare alla nostra panna cotta vi devo dire che è più semplice a farsi che a dirsi: un finger food di sicuro successo. Io ho seguito pedissequamente tutte le istruzioni e i dosaggi di Montersino, con qualche piccolissima modifica che però non ha modificato il risultato finale:

1. non sono riuscita a trovare il maltitolo (ma mi sono già attivata per la prossima ricetta!) per cui nella pasta frolla l’ho sostituito con la stessa quantità di zucchero;

2. ho fatto metà dose di impasto perchè 1 kg mi sembrava troppo;

3. ho aggiunto un piccolo tocco personale inserendo anche qualche cappero nella panna cotta;

4. i peperoni li ho grigliati nel forno, come sono solita fare (tra l’altro, negli ultimi tempi in casa mia i peperoni non mancano mai perchè mio figlio ne mangia in quantità!)

Se volete assemblare la ricetta come ho fatto io, vi occorreranno gli stampini in silicone per minisavarin e quelli a semisfera e la forma per biscotti a forma di fiore poco più grande del savarin, altrimenti potrete decidere di dare altre forme ai vostri finger food, consiglio comunque di non fare grosse porzioni.

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Ingredienti per la pasta frolla salata (per 24 biscottini circa):

  • 200 g di farina 00
  • 125 g di burro
  • 45 g di zucchero
  • 12 g di latte in polvere
  • 25 g di parmigiano reggiano
  • 45 g di uova intere
  • 30 g di tuorli
  • 25 g di fecola di patate
  • 5 g di sale

Procedimento:

(Io, non avendo una planetaria, ho utilizzato il Bimby, ma sicuramente potrete farla anche a mano come una qualsiasi altra pasta frolla).

Lasciar ammorbidire il burro (eventualmente aiutarsi col microonde) e metterlo nel boccale insieme al latte in polvere, lo zucchero, il sale e il parmigiano grattugiato. Amalgamare 20 sec. vel. 5. Aggiungere poco per volta le uova intere e i tuorli sempre con il Bimby a vel. 5. Una volta assorbiti aggiungere un terzo di farina inserendo la funzione Spiga per 30 sec. (Consiglio a questo punto di raccogliere l’impasto con la spatola lungo le pareti del boccale). Unire il resto della farina e la fecola e impastare a Vel. Spiga per 30 sec. Rovesciare l’impasto (che sarà bricioloso) su un piano di lavoro e compattarlo formando una palla che riporrete in frigo per almeno 2 ore coperta di pellicola.

Trascorso questo tempo riprendere l’impasto e stenderlo  a 2 mm su un tappetino in silicone o su della carta forno e copparlo con lo stampino a forma di fiore. Mettere questi biscottini su una teglia coperta di carta e porli in forno a 160° per 15 minuti. Farli raffreddare.

Ingredienti per 24 savarin di panna cotta:

  • 200 g di panna
  • 30 g di acciughe sott’olio
  • 60 g di burro
  • 5 g di gelatina in foglio (1 foglio di colla di pesce)
  • 20 g di olio EVO
  • 1 spicchio di aglio
  • latte q.b.

Procedimento:

Mettere la colla di pesce a bagno.

Sbucciare l’aglio, dividerlo a metà e togliere l’anima. Metterlo in un pentolino coprendolo con il latte e farlo cuocere finchè non si sarà disfatto. Questo procedimento serve a renderlo più digeribile. Scolare l’eventuale latte rimasto e aggiungere all’aglio la panna, le acciughe, il burro, l’olio EVO e portare il tutto quasi a bollore (se avete un termometro a sonda misurate 90°). Frullare il tutto con un frullatore ad immersione, strizzare la colla di pesce e unirla alla panna. Mescolare bene e versare la miscela negli stampini da minisavarin. Far raffreddare e riporre in frigo per circa 2 ore.

Ingredienti per le cupoline di peperoni:

  • 1 peperone rosso
  • 1 peperone giallo
  • timo
  • olio EVO
  • sale

Procedimento:

Lavare i peperoni e metterli nel forno a 200° con il grill acceso. Farli grigliare da tutti i lati, quindi toglierli e metterli in una busta. Lasciarli riposare cinque minuti, quindi togliere la buccia e pulirli internamente scolandoli bene. Tagliarli a filettini piccoli e sottili (ve ne basterà mezzo rosso e mezzo giallo) e condirli con l’olio, il sale e il timo. Riempire gli stampini a mezza sfera con questi peperoni pressandoli un po’ quindi coprirli con della pellicola e riporli nel congelatore per almeno un paio di ore.

Assemblaggio:

Su ogni biscottino di pasta frolla salata posizionare una panna cotta (fate attenzione a non romperla quando la togliete dallo stampo, aiutandovi magari con il manico di un cucchiaino) e sopra la panna cotta porre una mezza sfera di peperoni ancora congelata.

Lasciar riposare per 10-15 minuti (il tempo che si scongelino i peperoni), decorare con una fogliolina di prezzemolo e servire.

Panna Caoda_05Panna Caoda_01Con questa ricetta partecipo alla raccolta di Poverimabelliebuoni “Un’acciuga al giorno“:

BANNER UN'ACCIUGA AL GIORNO

Lunedì senza carne: Minestrone di orzo mondo con fagioli mung porri e peperoni

Orzo mondo e mung_01 Eccoci arrivati ad uno dei miei appuntamenti settimanali preferiti: quello con il “lunedì senza carne”, una campagna lanciata da McCartney & figlie nell’ormai giugno 2009 per incoraggiarci a non mangiare carne almeno un giorno a settimana in modo da contribuire in parte al rallentamento dei cambiamenti climatici.

Quest’oggi però volevo parlarvi anche di un’Associazione a cui sono molto legata, nata anch’essa nel 2009: Il Gruppo di Sostegno DBA, dove DBA sta per Diamond-Blackfan Anemy, un’anemia cronica classificata come “malattia genetica rara” che colpisce i bambini per lo più nel primo anno di vita; nel 40% dei pazienti si osservano malformazioni fisiche come palatoschisi, difetti staturali, pollice trifalangeo ecc. oltre ad una maggiore incidenza di neoplasie. In Italia vengono colpiti da questa malattia circa 6,5 bambini su un milione nati, quindi circa 2/3 casi ogni anno.

Ancora oggi non è stata trovata la causa principale di tale disturbo e due risultano le terapie attualmente attuabili: l’assunzione costante di cortisonici (con relativi effetti collaterali) o trasfusioni di sangue a cadenza mensile (con i rischi ad esse connessi oltre che a causare un accumulo di ferro che richiede di conseguenza una terapia ferrochelante), a cui si sottopongono coloro che non rispondono al trattamento coi cortisonici. In alcuni casi è necessario sottoporre il paziente a trapianto di cellule staminali emopoietiche.

La rarità di questa malattia ha richiesto la creazione di un Registro dove viene inserito e aggiornato ogni singolo caso. Questa banca dati porterà ad uno studio più approfondito e di conseguenza ad una diagnosi più tempestiva e ad una terapia più efficace.

Mi perdonerete se mi sono dilungata, ma essendo stata direttamente in contatto con persone affette da questa malattia ne sono direttamente coinvolta e ne conosco gli effetti devastanti ecco perchè quest’oggi approfitto di questo mezzo per chiedere a tutti coloro che ancora non hanno deciso di destinare il loro 5 per 1000 a questa giovane associazione indicando il seguente numero:

93185210239

Oppure potete sempre fare una donazione sul C/C n° 83730366 IBAN: IT 86 D 07601 13600 000083730366 Intestato a: Gruppo di sostegno DBA Italia Onlus

E adesso veniamo alla ricetta dedicata al nostro lunedì senza carne, ancora una ricetta tratta (e da me modificata) dal libro “La scelta vegetariana” di Veronesi, Pappagallo, Marchetti che mi ha permesso di conoscere un nuovo buonissimo ingrediente che è l’orzo mondo!

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Ingredienti:

  • 150 g di orzo mondo
  • 200 g di fagioli verdi mung
  • 2 spicchi di aglio
  • mezzo peperone rosso
  • 1 porro
  • 2 zucchine
  • 2 cucchiai di odori tritati (cipolla, carota, aglio, cipolla, prezzemolo, sedano)
  • salvia
  • olio EVO
  • sale

Procedimento:

Lavare l’orzo mondo e lasciarlo in ammollo per 24 ore, quindi metterlo sul fuoco con la stessa acqua di ammollo per 1 ora e mezza (per sicurezza tenere a portata di mano dell’acqua bollente da aggiungere in caso di necessità). Salare.

Lavare i fagioli mung e lasciarli a mollo per 12 ore, sciacquateli e metteteli a cuocere coprendoli con dell’acqua e aggiungendo 2 foglie di salvia e uno spicchio di aglio. Cuocere  per circa 50 minuti e salare solo verso la fine.

Tagliare il porro a rondelle dopo averlo lavato e metterlo a stufare in padella con due cucchiai di olio EVO e gli odori tritati. Nel frattempo tagliare il peperone a listarelle e le zucchine a rondelle. Unire le zucchine in padella e successivamente i peperoni. Quando il tutto sarà cotto (cercate di lasciare le verdure croccanti) aggiungere i fagioli mung con parte della loro acqua di cottura e l’orzo. Mescolare bene e far insaporire. Aggiustare di sale.

Servire in scodelle con un filo di olio EVO.

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Con questa ricetta partecipo alla raccolta de La Cucina della Capra:

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Cous cous invernale con ceci, verdure e curcuma

Il freddo sta sempre più inesorabilmente bussando alle nostre porte e ormai non ci resta che arrenderci al (per me) triste destino e affrontarlo come meglio si può! Invidio gli animali che possono andare in letargo, ma per noi umani ciò non è possibile e perciò tiriamo giù dall’armadio cappotti, sciarpe e guanti e, pieni di coraggio, affrontiamo anche le intemperie più impietose!

A proposito di cappotti, sciarpe e guanti mi sovviene un dolce ricordo della prima infanzia di mio figlio, quando pronunciava tutte le parole mettendogli come iniziale la “P” (escluso per il suo PaPà, perchè lo chiamava ‘a’à) e al momento di uscire di casa prendeva “le pappe, il pappello, e il pappotto”!

Ma tornando al nostro freddo novembre, noi cerchiamo di riscaldarci anche cucinando quelle pietanze che ci riscaldano anche internamente, come zuppe, minestre, polente… utilizzando gli ingredienti tipici di questa stagione molto generosa: castagne, funghi, cavoli, zucche…

Ripropongo perciò quest’oggi una ricetta che faccio spesso in questo periodo, aggiungendo a quella che già avevo pubblicato un po’ di curcuma che credo si sposi benissimo col cous cous. Un piatto molto prelibato che ho avuto la fortuna di assaggiare la prima volta in Tunisia, dove si sa che le spezie fanno da padrone e vengono vendute nei suk in un’esplosione di colori e di odori.

Ingredienti per 4 persone:

  • 250 g di cous cous bianco Ecor
  • mezzo peperone giallo
  • 100 g di verza
  • 1 grossa patata
  • 2 carote
  • 2 zucchine
  • 120 g di ceci lessati
  • 250 g di pomodori pelati e schiacciati
  • 1 scalogno
  • olio EVO Dante
  • 1 cucchiaio di curcuma
  • 1 peperoncino
  • sale

Preparazione:

Pulire e lavare le verdure. Tagliare le carote , le zucchine, le patate e il peperone in piccoli pezzi. Ridurre la verza a striscioline.

Tritare lo scalogno e metterlo in una pentola capace con tre cucchiai di olio EVO Dante e il peperoncino spezzetato.

Accendere la fiamma e appena lo scalogno comincia a soffriggere, unire le patate, le carote e i ceci. Far insaporire bene per 5-8 minuti, quindi unire la passata di pomodoro e mescolare bene. Cuocere ancora 10 minuti e aggiungere la verza e il peperone. Salare e mescolare ancora. Coprire le verdure con dell’acqua bollente, unire la curcuma e proseguire la cottura senza coperchio finchè le verdure saranno cotte e l’acqua si sarà assorbita.

Mettere il cous cous in un recipiente. Versarvi sopra due cucchiai di olio EVO Dante e mescolare bene. Mettere 250 g di acqua sul fuoco e appena bolle versarla nel cous cous. Mescolare appena. Chiudere con un coperichio e lasciar riposare 5 minuti. Al termine di questo tempo vedrete che il cous cous avrà “bevuto” tutta la vostra acqua. Ora con una forchetta sgranatelo bene.

Versare sopra il cous cous le verdure e servire ben caldo!

Trovate questa ricetta anche nel Circolo dei Blogustai:

testata blogustai ridotto

Con questa ricetta partecipo al contest Felici e Curiosi di Ravanello Curioso e Le delizie di Feli:

e al contest de La Cultura del Frumento

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Crema di melanzane con bronoise di verdure

 Che voi lo crediate o no, questa è la mia prima ricetta a base di melanzane: potete controllare sul blog e non ne troverete una che contenga questo ingrediente!

Un mio handicap, ma proprio non riesco neanche a toccarle oltre che mangiarle e cucinarle! Mi fa senso quella polpa asciutta!

Oggi però ho voluto vincere questa mia “fobia” perchè veramente di questo periodo sui giornali si vedono delle ricette strepitose a base di melanzane e quindi mi sono fatta forza e lottando contro la voglia di buttare tutto nella pattumiera (esagerata che sono!) ho fatto questo finger food, visto e rielaborato da una vecchia rivista de “La Cucina Italiana”. Alla fine devo dire che tutto sommato, una volta frullate hanno davvero un buon sapore e, se mi abituo, prima o poi riuscirò anche a mangiarle intere!

Ingredienti per due persone:

  • 1 melanzana
  • una falda di peperone giallo
  • una falda di peperone rosso
  • 1-2 zucchine
  • 1 rametto di timo
  • 1 spicchio di aglio
  • olio EVO Dante
  • sale
  • dei ciuffetti di erba cipollina

Procedimento:

Togliare la buccia alla melanzana e ridurre la polpa a dadini. Cuocerla a vapore o nel microonde. Io ho scelto questa seconda opzione utilizzando il MicroGourmet di Tupperware e cuocendo per 25 minuti a 800W, lasciando poi riposare dentro al forno per 5 minuti.

Ho messo quindi la polpa nel frullatore insieme a due cucchiai di acqua e a due cucchiai di olio Extra Vergine di Oliva Dante e un pizzico di sale. Ho frullato fino ad ottenere una crema che ho messo dentro a dei bicchieri da dessert, ma sono ancora meglio quelli ancora più piccoli da ponce.

Ho pulito i peperoni e gli zucchini e li ho lavati. Ho ottenuto una bronoise (la mia era un po’ più grande perchè proporzionata al bicchiere). Ho messo due cucchiai di olio Extra Vergine di Oliva Dante in una padella antiaderente insieme ad uno spicchio di aglio e il timo. Appena è diventato caldo, ho tolto l’aglio e ho aggiunto le verdure, facendole saltare leggermente e lasciando che rimanessero croccanti.

Ho messo un cucchiaio di verdure sopra alla crema di melanzane ed ho servito freddo.

Con questa ricetta partecipo al contest di Nella Cucina di Laura:

 

e al contest di Intolleranza Zero:

Quinoa con le verdure

 

Direte voi: “Hai scoperto l’acqua calda!”, ma io non l’avevo mai assaggiata la Quinoa, anzi, per la verità fino a qualche anno fa neanche l’avevo mai sentita nominare, fino a quando non è stata imposta a mio figlio una dieta senza glutine e allora, leggendo di qua, navigando di là ho cominciato ad incuriosirmi e ad apprezzarne tutte le qualità!

Cito Wikipedia:

La quinoa (in spagnolo quínoa o quínua) (Chenopodium quinoa Willd.) è una pianta erbacea annuale della famiglia delle Chenopodiaceae, come gli spinaci o la barbabietola. Per il suo buon apporto proteico costituisce l’alimento base per le popolazioni andine. Gli Inca chiamano la quinoa «chisiya mama» che in quechua vuol dire «madre di tutti i semi». 

La quinoa è un alimento particolarmente dotato di proprietà nutritive. Contiene fibre e minerali, come fosforo, magnesio, ferro e zinco. È anche un’ottima fonte di proteine vegetali. Contiene inoltre grassi in prevalenza insaturi. La quinoa, inoltre, è particolarmente adatta per i celiaci, in quanto è totalmente priva di glutine, adatta sia agli adulti sia ai bambini. 

Vi giuro, mi si è aperto un mondo e non sapevo che fosse così buona.

Quest’oggi l’ho preparata come se fosse un cous-cous, condendola con le verdure, ma si presta moltissimo nella preparazione di squisite polpette.

L’ho servita in dei cestini di pasta sfoglia, che ovviamente non sono adatti per i celiaci (a meno che non venga preparata una sfoglia con le apposite farine). E’ possibile comunque realizzare dei cestini con del parmigiano, che ben si sposa con queste verdure.

E’ comunque una ricetta leggera che farà bene alla nostra dieta!

Ingredienti: 

  • 300 g di quinoa
  • una falda di peperone rosso
  • 2 zucchine
  • 2 carote
  • una manciata di pisellini
  • 1 gambo di sedano
  • mezza cipolla
  • olio EVO

Procedimento: 

Pulire le verdure e lavarle. Tagliarle a cubetti.

In una padella (meglio ancora in un Wok – io ho usato quello bellissimo della Tupperware) mettere un filo d’olio e rosolarvi leggermente la cipolla tritata.

Unire tutte le verdure compresi i pisellini surgelati.

Farle cuocere per circa un quarto d’ora, salandole e rigirandole spesso.

Io ho preferito cuocere la Quinoa nel microonde utilizzando il Cuociriso della Tupperware. Ho messo il doppio quantitativo in peso di acqua e ho fatto cuocere alla massima potenza per 13 minuti senza salare.

Se cuocete sul fuoco, non cambia niente: si utilizza sempre il doppio quantitativo di acqua e il tempo di cottura è circa lo stesso, ma partendo dal momento dell’ebollizione.

Una volta cotta la quinoa, l’ho versata sulle verdure mescolando bene il tutto e servendo.

 

 

Il pulpo con le patate… da “Gli ingredienti dell’amore perfetto”

Io appartengo a quella categoria di persone che quando cominciano a leggere un libro, anche se non mi piace devo portarlo fino in fondo perchè penso che mi avrà lasciato sempre  e comunque qualcosa.

Questa volta stavo leggendo “Gli ingredienti dell’amore perfetto” di Kate Jacobs e l’effetto è stato proprio quello!

Da regina dei fornelli a star del piccolo schermo il passo è breve, soprattutto se la trasmissione più seguita dell’emittente tv Cooking Channel si registra nella cucina di casa tua. E così Augusta Simpson – più nota come Gus – da dodici anni è la signora indiscussa dei programmi culinari di maggior successo a New York. Sexy, trendy e famosa, Gus sembra non temere avversari. Fino a quando non arrivano – nell’ordine – il suo 50° compleanno a incrinarle l’autostima, problemi di budget a imporre un restyling del programma, volti nuovi e più giovani a farle concorrenza. La rivale numero uno è Carmen Vega: ex Miss Spagna e ora astro nascente di Cooking Channel, grazie a uno spot pubblicitario, un video su YouTube e – si vocifera – una relazione con il presidente del canale tv. Sostenuta da un gruppo strampalato di familiari e amici – le due figlie complici-nemiche, l’ex di una figlia che non si rassegna a essere stato mollato, un giovane produttore televisivo che le fa una corte spietata e una vicina di casa dal misterioso passato – Gus dovrà affilare i coltelli e trovare una nuova ricetta per il successo. E forse anche per la vita.

Certo è stato carino seguire le vicende di questa signora ormai cinquantenne con una bella carriera (un lavoro che ogni foodblogger vorrebbe fare) e due figlie da seguire e comprendere, però l’ho trovato molto banale.

Quindi pensavo a cosa mi poteva aver dato questo libro, quando mi sono ricordata che avrei sicuramente potuto riproporre qualche ricetta in esso nominata.

Allora perchè non riproporre proprio il polpo che è il protagonista di pag. 154, quando la nostra Gus presenta il piatto che preparerà durante la trasmissione e, convinta che sarebbe sta l’halibut, trova un bel polpo!

Ma attenzione: pUlpo e non pOlpo, perchè alla fine la protagonista spagnola aprirà un ristorante con questo nome!

Io lo preparo così!

Ingredienti:

  • 1 Kg di polpo fresco pulito (il mio era addirittura 1 Kg e 300 g)
  • 1 cipolla bianca
  • 2 coste di sedano
  • 1 carota
  • 2 cucchiai di aceto
  • sale
  • prezzemolo
  • aglio
  • 5 patate medi lessate
  • olive nere
  • 1 falda di peperone giallo
  • 1 falda di peperone rosso


Preparazione:

Cominciamo a preparare il polpo.

La cosa migliore, soprattutto se il polpo è molto fresco, è quella di tenerlo almeno una notte nel congelatore. In questo modo le carni risulteranno più tenere.

Quindi una volta scongelato, mettere in una pentola (possibilmente a pressione) dell’acqua (circa due litri) con mezza cipolla pulita, la carota sbucciata, 1 costa di sedano e l’aceto. Posizionare la pentola sul fuoco e quando bolle, salare l’acqua e, tenendo il polpo per la testa, immergerlo per 4-5 volte nell’acqua bollente in modo che i tentacoli si arriccino, infine lasciarlo andare nella pentola e coprire.

Cuocere il polpo per circa 30 minuti in pentola a pressione, 1 ora nel modo tradizionale.

Passato questo tempo lasciare il polpo nell’acqua finchè non si sarà raffreddato, quindi metterlo su un tagliere e tagliarlo a pezzi della grandezza che si desidera.

Metterlo quindi in una ciotola e condirlo con olio, sale, sedano tagliato a rondelle, peperoni tagliati a strisce, prezzemolo e aglio tritati.

Tagliare le patate lesse grossolanamente e condire anch’esse con olio, sale, prezzemolo e aglio tritati e olive. Posizionarle su un piatto da portata e al centro mettere il polpo.

Con questa ricetta partecipo al contest di Grembiule e Presine:

 

La mia prima giardiniera…

Ultimamente seguo spesso la trasmissione di Benedetta Parodi su La7: non è alta cucina, ma cucina di tutti i giorni, avventurandosi, attraverso scorciatoie, anche verso piatti più elaborati! E poi sono bellissime le mis en place, cosa per cui sono veramente incapace!

Proprio ieri ha preparato questa coloratissima giardiniera (ho sempre mangiato quella confezionata) e mi ha invogliato a cimentarmici perchè ho trovato che fosse davvero semplice e d’effetto!

Stavo giusto pensando a quale occasione sfruttare per poterla preparare, quando mi si è presentata sotto al naso: domani saremmo dovuti andare al ristorante con la mia famiglia per festeggiare il compleanno del mio primogenito e di mio marito, ma il piccoletto di casa si è di nuovo ammalato, per cui il pranzo si è spostato a casa nostra.

Forse avrei dovuto prepararla al momento perchè è molto buona anche tiepidina, ma ho in mente tante cose buone che cerco di organizzarmi in anticipo.

Ingredienti:

  • 750 g di verdure (carote, sedano, fagiolini, cipolline, cavolfiore)
  • 250 g di peperoni (giallo e rosso)
  • 110 g di zucchero
  • 60 g di sale
  • 1 dl di olio EVO
  • 5 dl di aceto bianco
  • 5 dl di vino bianco
  • 5 dl di acqua

Procedimento:

Pulire le verdure e lavarle. Ridurre il cavolfiore a cimette, tagliare le carote e il sedano a bastoncini, dividere i fagiolini in tre parti (io ho usato quelli congelati).

Le cipolline lasciatele intere (nelle mie foto non le troverete perchè ho dimenticato di comprarle!!, eppure mi piacciono tantissimo).

Tagliare i peperoni a piccole falde.

In una pentola mescolare l’aceto, il vino, l’olio e l’acqua (non prevista nella ricetta della Parodi, ma io trovo che altrimenti sia troppo forte e inoltre il liquido di cottura non è abbastanza per coprire tutte le verdure).

Aggiungere lo zucchero e il sale e portare a ebollizione.

Versare tutte le verdure. Io trovo sufficiente dieci minuti di cottura perchè mi piace che le verdure rimangano belle scrocchiarelle. Se le gradite più morbide, basta lasciarle qualche minuto in più. Dopodichè scolare e mettere in un piatto da portata.

Tartare di tonno agli agrumi

ATTENZIONE! ATTENZIONE! Ricetta altamente afrodisiaca: potrebbe dare degli effetti indesiderati…. o forse desiderati!

Io adoro il pesce, ma spesso evito di cucinarlo perchè mio marito ha un’avversione nei confronti di tutte le lische: se c’è una piccola spina dovete sapere che finisce nel suo piatto e immancabilmente nella sua gola! E allora che fare? L’unica soluzione è ripiegare su pesci senza lische come appunto il tonno o il pesce spada.

Questa è stata davvero indovinata: appaga solo a guardarla!

Ingredienti (rigorosamente per due persone):

  • 200 g di filetto di tonno fresco
  • 1 carota
  • 1 mazzetto di rucola o insalatina
  • mezzo finocchio
  • 1 pezzetto di peperone giallo
  • 1 arancia spremuta
  • mezzo limone
  • sale
  • pepe
  • zucchero
  • salsa di soia
  • olio EVO
  • 1 fragola
  • 1 pompelmo rosa

Procedimento:

Tagliare il tonno a dadini con un coltello affilatissimo. Metterlo in una ciotola e condirlo con salsa di soia, arancia spremuta, limone, fragola tagliata a piccolissimi pezzi, un pizzico di sale, di pepe e uno di zucchero e infine due cucchiai di olio. Mescolare bene.

Foderare due coppapasta con della pellicola trasparente e inserirvi il tonno pressandolo delicatamente. Lasciar riposare in frigo per qualche ora, ma toglierla in tempo perchè non sia fredda al momento di servirla.

Tagliare finemente l’insalata e ridurre il finocchio a julienne. Condire con olio e sale.

Tagliare due fette di pompelmo e adagiarne una su ogni piatto da portata. Rovesciarvi sopra la tartare e guarnire il piatto con l’insalata e con un filo di olio.

 

 

Polpettone (di tonno) all’uso zingaro di Pellegrino Artusi protagonista di “Odore di chiuso” di Marco Malvaldi

La mia seconda passione: la lettura, soprattutto di gialli, thriller, polizieschi ecc. Marco Malvaldi è un giovane autore che ha già pubblicato tre romanzi molto simpatici ambientati nella provincia pisana e con protagonisti dei vecchietti frequentatori del Bar Lume, il cui proprietario spesso deve tenere a freno.

Questa volta Malvaldi si è cimentato in un giallo ambientato alla fine dell’800 a Bolgheri con protagonista nientepopòdimenoche Pellegrino Artusi, colui che con il suo “La scienza in cucina e l’arte di mangiare bene” ha dato un ordine alla gastronomia italiana. Il nostro amico dunque si reca in un Castello invitato dal Barone Romualdo Bonaiuti. Durante il suo soggiorno avviene un omicidio e il Signor Artusi si troverà a sciogliere il bandolo della matassa e nel frattempo cercherà di carpire alla cuoca del Barone la ricetta del buonissimo polpettone al tonno assaggiato in quella stessa occasione!

Il polpettone all’uso zingaro lo ritroviamo dunque protagonista in vari momenti dello svolgimento della storia, ma Marco Malvaldi ce ne regala la ricetta proprio in fondo al libro!

Sarà per la simpatia che nutro per Marco Malvaldi, sarà per come viene descritto dall’autore Pellegrino Artusi, sarà per rendere omaggio a quest’ultimo o sarà semplicemente perchè mi è sembrato tutto sommato una ricetta fattibile, che mi è venuta una gran voglia di sperimentare la ricetta.

E, tra l’altro, ho appena scoperto che quest’anno ricorre il centenario dalla morte di questo personaggio, quindi potrà anche io dare il mio piccolo contributo!

Ingredienti (e mi attengo rigorosamente a quelli pubblicati nel romanzo):

    • 500 g di tonno sott’olio
    • 2 peperoni gialli
    • 300 g di pane del giorno avanti
    • 100 g di olive nere
    • 2 uova
    • 2 dl di latte
    • 3 cucchiaiate di olio
    • 20 g di burro
    • 40 g di pangrattato
    • 0,5 dl di panna della più fine
    • 3 costole di sedano lunghe un palmo
    • alcune foglioline di prezzemolo


Procedimento: (i miei commenti sono scritti in corsivo)

Avendo a disposizione olive taggiasche il piatto ne guadagnerebbe. Si, però vanno snocciolate e io invece in casa ho quelle nere già denocciolate!

Passare i peperoni sulla fiamma onde spellarli con facilità, soffregandoli nella carta gialla; mondarli, privarli dei semi e tagliarli a pezzetti. E qua il mio primo errore: ero sovrappensiero e ho tagliato i peperoni prima di arrostirli, ma ho rimediato mettendoli su una padella antiaderente infuocata.  Secondo me però, il metodo migliore per spellare i peperoni è quello di metterli in forno.

In una ampia padella, fare soffriggere il sedano a sottili fettine, e quando avrà preso il colore aggiungere il peperone e far cuocere il tempo di un saluto ad una bella dama.


Mettere nel frattempo il pane ad ammollare nel latte dopo avergli fatto alzare il bollore.

Aggiungere indi il tonno, dopo averlo sbriciolato con una forchetta, e lasciare che si ritiri. In successione, sempre girando, aggiungere olive snocciolate, il pane ammollato e strizzato, prezzemolo, sale e pepe. Lasciar quindi raffreddare.


In una ciotola riprendere il composto, intrìdendolo con le uova, e lavorandolo bene colle mani (un lavoraccio); poi legare con la detta panna.

Si unga quindi una teglia di rame stagnato e si spolverizzi con la metà del pangrattato e cuocerlo nel forno o nel forno da campagna. Ora, non saprei proprio dove trovarla una teglia di rame stagnato, per cui prendo una normalissima teglia da forno in ceramica.

Io l’ho cotto in forno a 200°C per 40 minuti.

mmmmm che profumino!

Questa dose potrà bastare per quattro persone; ed anche di più, se si accontentano.

Sicuramente Pellegrino Artusi si sarà rigirato nella tomba vedendo il mio secondogenito mangiare il suo polpettone intingendolo nel Ketchup!!!

E permettetemi un ringraziamento a Nicola per avermi montato un set fotografico dentro casa appena gli ho chiesto di fotografare il mio polpettone! Ma il risultato si vede!

Con questa ricetta partecipo al contest:

 

 

e al contest di Grembiule e Presine:

Cous-cous vegetariano


Sono già passati 14 anni dal mio viaggio in Tunisia, ma ancora ogni tanto mi vien la voglia di sentire sul palato quei sapori.

Certo il cous-cous che compriamo noi al supermercato non è lo stesso che preparano i berberi però è un tipo di cereale molto versatile che la maggior parte delle volte accompagna sughi a base di carne e anche di pesce.

Cito Wikipedia:

“I chicchi di cuscus vengono fatti con la semola (grano duro macinato grossolanamente) o, in alcune regioni, da orzo o miglio macinati grossolanamente. La semola viene aspersa d’acqua e lavorata con le mani per farne pallottoline, che vengono asperse di semola asciutta per tenerle separate, e poi passate al setaccio. Le pallottoline che sono troppo piccole per costituire i chicchi di cuscus passano attraverso il setaccio e vengono di nuovo asperse di semola asciutta e lavorate a mano. Questo processo continua fino a che tutta la semola è stata trasformata nei minuscoli chicchi del cuscus.

Questo procedimento richiede una lavorazione molto prolungata. Nella società tradizionale le donne solevano radunarsi a gruppi per vari giorni per preparare insieme una grande quantità di cuscus in grani. Questi ultimi, seccati al sole, potevano poi durare per parecchi mesi. Al giorno d’oggi, la produzione del cuscus è in gran parte meccanizzata, e questo prodotto viene venduto sui mercati di tutto il mondo.”

Ingredienti:

  • 200 g di carote
  • 200 g di zucchine
  • mezzo peperone giallo
  • 200 g di verza
  • 200 g di patate
  • 1 cipolla
  • 100 g di ceci lessati
  • 250 g di passata di pomodoro
  • 1 peperoncini
  • 400 g di cous cous
  • olio

Procedimento:

Mondare, lavare e tagliare in piccoli pezzi le verdure. Rosolare la cipolla in una pentola con due cucchiai di olio EVO e il peperoncino tritato, quindi unire i ceci e le carote. Far insaporire e versarvi la passata di pomodoro. Proseguire la cottura per qualche altro minuto e unire anche tutte le altre verdure. Coprire il tutto con acqua bollente e cuocere per altri 20 minuti.

Cuocere il cous-cous come indicato sulla confezione e versarvi sopra il condimento che abbiamo preparato.

Servire molto caldo!