Ancora Montersino: Dacquoise alle noci e gorgonzola

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Sopportatemi! Quando prendo le cantonate, le prendo di brutto! E ora ho questa fissa tremenda per Montersino, mica cotiche? Se qualcuno mi vedesse mentre a bocca aperta lo guardo in tv preparare le sue torte direbbe che non sono normale… Guardandolo chiunque direbbe che tutto è possibile, eppure i passaggi sono molti e gli ingredienti quasi non si contano…

Pur avendo il suo libro “Peccati di gola”, quello che più mi intriga è il salato e “Piccola pasticceria salata” è sicuramente fonte di molta ispirazione per me! Prima però di addentrarmi in qualcosa di più personale preferisco appunto sperimentare le ricette del Maestro alla lettera, tanto da essermi anche dotata di inulina e maltitolo, ingredienti quasi introvabili se non in qualche sito internet specializzato o in qualche farmacia ben fornita…. E qui devo confessare una cosa, sperando che mio marito non legga mai questo post: in farmacia (dietro ordinazione) ho comprato 500 g di inulina e 500 g di maltitolo e ho speso la bellezza di 29 euro!!! Ora devo assolutamente rendere fruttuosa cotanta spesa o rischio il divorzio!!!

Per farmi perdonare ho pensato di scegliere una ricetta che sono sicura alla mia dolce metà piacerà molto perchè so quanto apprezzi i formaggi erborinati e se poi si pensa che l’abbinamento gorgonzola e noci è sempre vincente, dovrei riuscire nel mio intento!

Purtroppo il risultato finale non è stato molto soddisfacente: basta confrontare la mia foto con quella del libro! L’errore forse è stato quello di non aspettare che la crema al gorgonzola si raffreddasse sufficientemente, ma secondo me sarebbe stato ancora più buono se al composto avessimo unito qualcosa che gli desse un po’ più consistenza, come la panna montata o della ricotta o del mascarpone. Il risultato alla prova palato è stato comunque ottimo e quindi la prossima volta lo rifaremo con le opportune modifiche. Tutto sommato poi è anche veloce da preparare!

Dacquoise_04Ingredienti per 24 mini-dacquoise:

Per la dacquoise:

  • 80 g di albumi
  • 30 g di maltitolo
  • 50 g di inulina
  • 40 g di farina di mandorle
  • 40 g di farina di noci
  • 20 g di farina 00
  • 3 g di sale

Per la crema al gorgonzola:

  • 100 g di gorgonzola
  • 20 g di porri
  • 100 g di panna fresca
  • 50 g di burro
  • 3 g di colla di pesce in fogli
  • sale e pepe

Per la decorazione:

  • gherigli di noce
  • sedano
  • miele di castagno

Preparazione:

Per la dacquoise, cominciare a montare l’albume e non appena comincia a fare le bollicine unire anche il maltitolo e l’inulina continuando a sbattere fino ad ottenere una massa soffice e ferma. Miscelare le farine dopo averle setacciate e il sale e unire delicatamente all’albume mescolando dal basso verso l’alto. Stendere l’impasto su un foglio di carta forno facendo uno spessore di circa 1 cm. Considerate che poi dovrete ottenere tre quadrati dalla dacquoise. Montersino cosparge quindi con la granella di noci, io ho tralasciato questo passaggio (ho dimenticato di comprare le noci!!!). Infornare a 180° per 10 minuti. A fine cottura raffreddare velocemente.

Per la crema al gorgonzola, far soffriggere il porro tritato con un po’ di burro, quindi portare a cottura con mezzo bicchiere di acqua fintanto che quest’ultima non sarà evaporata. Aggiungere la panna, il resto del burro e il gorgonzola. Continuare a cuocere fino ad arrivare a cottura. Montersino parla di pastorizzare il tutto portandolo a 85°: io non avendo il termometro (che ho appena ordinato su Amazon) ho semplicemente spento il fuoco prima che la crema arrivasse a bollore. Frullare la crema con un frullatore ad immersione e unire la colla di pesce strizzata che precedentemente era stata ammollata in acqua fredda. Aggiustare di sale e pepe.

Ricavate tre quadrati grandi come il vostro quadro (attrezzo che Montersino usa spesso nel suo lavoro e che serve a montare i dolci: è una specie di tortiera senza la base per intenderci). Inserire sul fondo del quadro uno strato di dacquoise, distribuirvi sopra la crema al gorgonzola raffreddata sufficientemente perchè sia meno liquida, appoggiare un altro strato di dacquoise, ancora il gorgonzola e terminare con la dacquoise. Mettere in congelatore per qualche ora per facilitare il taglio, quindi togliere il quadro e ottenere 24 mini-dacquoise. Lasciare a temperatura ambiente per 30 minuti quindi decorare con fettine di sedano e gherigli di noce. Montersino rende le dacquoise più lucide distribuendo della gelatina kappa sulla superficie, io non sono riuscita a reperirla e ho deciso di sostituirla con del miele di castagno che trovo si sposi perfettamente con gli altri ingredienti.

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Lunedì senza carne: il marito in cucina crea un piatto estemporaneo

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Quest’oggi per il lunedì senza carne ho dato libero accesso in cucina al mio creativissimo marito per fare scempio di quelle che io reputo le fave sacre! Detto così, sembra un po’ una cosa truce, anche perchè in realtà da queste parti le fave sono chiamate baccelli ed io ne vado pazza sin da piccolissima! Dovete sapere infatti che mio padre ha sempre avuto un suo orto e questo era ovviamente uno dei periodi più ricchi: baccelli (appunto), ravanelli (altrimenti chiamati radici qua da noi), cipolline fresche, carciofi e pisellini. Ecco per me questo legume è strettamente legato al 25 aprile e al 1° maggio e fin’ora l’ho sempre mangiato crudo con pane e pecorino o pane e prosciutto. Cuocerlo per me è stato fin’ora un sacrilegio. Pure mio nonno, ricordo vagamente, la pensava come me!

Invece quest’oggi l’uomo in cucina non solo ha cotto le fave ma le ha utilizzate addirittura intere con tutta la loro buccia! Lui si difende dicendo che è un piatto prelibato che ha degustato la prima volta in Spagna! Mah!, sarà vero o è solo un modo per convincermi?

Fatto sta che vedo che comincia ad aprire il frigo e a tirar fuori ogni bendidio. Poco per la verità perchè non ho avuto nè voglia, nè tempo di andare a fare la spesa! E così, gli son bastate poche fave, una carota, mezzo limone e mezza cipolla per fare un antipastino davvero niente male! Ha tagliato tutti questi ortaggi sottilmente e li ha fritti in olio di semi di arachidi dentro al Wok per pochi secondi, cioè quel tanto che bastava per rendere le verdure croccanti.

Ovviamente poi ripulire è toccato a me, ma ne è valsa sicuramente la pena (non diciamolo troppo forte però!) anche perchè oggi è lunedì e ormai lo sappiamo, il lunedì è rigorosamente senza carne!

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Polpette di lenticchie e patate

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Ho resistito a lungo, credetemi! E non è stato affatto facile per una come me che adora i libri, sia che siano manuali di cucina, che saggi, che romanzi! Poi ogni lunedì vedevo pubblicare ricette vegetariane da sempre più gente e un giorno, da Eataly me lo son trovato tra le mani, l’ho sfogliato e mi sono detta che non potevo essere una foodblogger se non avevo quel libro… però ho continuato a resistere e a dirmi che potevo aspettare e che la libreria già strabordava di libri di cucina. E così sono andata avanti un’altra settimana, ma poi è arrivato un altro lunedì e allora non ce l’ho fatta più e l’ho ordinato ed ora è nelle mie mani! Di cosa parlo? Ma del tanto decantato libro “Lunedì Senza Carne” di Paul McCartney e delle sue figlie, non solo un libro ma una vera e propria corrente di pensiero, un movimento che ha coinvolto nel mondo moltissime persone, una scelta di vita.

Aderire a questa campagna non significa diventare vegetariani ma ci aiuta a migliorare il nostro stile di vita inducendoci a mangiare più frutta e verdure, contribuisce anche se in minima parte a ridurre l’emissione dei gas serra sprigionati dall’allevamento intensivo. Infine, fattore non trascurabile, ci aiuta a risparmiare, sempre che scegliamo prodotti di stagione e a km 0.

Non starò qui a parlarvi di quello che succede negli allevamenti intensivi perchè non sono la persona più adatta a farlo non essendo io stessa vegetariana, ma se provate a documentarvi un po’ (anche attraverso filmati su Youtube) prenderete coscienza (così come ho fatto io) di quello che succede a questi poveri animali, oltre a rendervi conto di quante medicine e antibiotici ingeriamo giornalmente cibandoci di carne. Sfamare tutti gli animali allevati in questo modo barbaro comporta tra l’altro l’aumento della fame in paesi come il terzo mondo. Tutti spunti su cui riflettere.

Evitare di mangiare carne almeno una volta a settimana è poca cosa, che a noi non comporta un grande sacrificio ma che può essere un piccolo mattone, che unito a quello di molte altre persone può creare le basi di un cambiamento.

Ecco dunque che con l’acquisto di questo libro ho deciso anche io di aderire a questa campagna pubblicando ogni lunedì una ricetta per il menù del “Lunedì senza carne” perchè come foodblogger (ed ora mi sento tale!) sento su di me la responsabilità di diffondere l’importanza di una cucina sana e consapevole.

Comincio dunque questo primo lunedì con una ricetta pubblicata pochi giorni fa da Una V nel piatto e che da tempo volevo provare. La versione di Camiria è vegana, io invece l’ho vegetaniarizzata sostituendo il lievito in scaglie con del parmigiano. Posso confermare che sono buonissime sia calde che fredde, ma soprattutto, se utilizzate delle lenticchie piccole, non hanno bisogno di ammollo per cui può essere anche una ricetta da preparare all’ultimo momento proprio come ho fatto io una sera che non avevo idea di cosa mettere nel piatto dei miei figli.

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Ingredienti:

  • 150 g di lenticchie
  • 2 patate medie
  • 1 cipolla piccola
  • 1 costa di sedano
  • 1 carota
  • 4-5 cucchiai di pangrattato
  • 60 g di parmigiano grattugiato
  • 1 spicchio di aglio
  • 2 pomodorini secchi sott’olio
  • 1 pezzetto di alga Wakame
  • olio EVO
  • sale

Procedimento:

Sciacquare le lenticchie e metterle in una pentola coprendole con il doppio di acqua. Aggiungere la cipolla, la carota e il sedano tagliati a cubetti, lo spicchio di aglio e i pomodorini tritati e l’alga. Portare a bollore e cuocere per circa 30 minuti, assaggiando. Consiglio di tenere un po’ di acqua bollente da parte, da aggiungere nell’eventualità che le lenticchie necessitino di prolungare la cottura. Salare solo a fine cottura.

Lessare nel frattempo anche le patate.

Frullare le lenticchie e unirle in una ciotola con le patate schiacciate. Per questa operazione io ho frullato tutto insieme nel Bimby. Unire anche il parmigiano e il pangrattato poco per volta fino ad ottenere un impasto che sia facilmente malleabile. Aggiustare di sale se necessario.

Con le mani bagnate formare le polpette schiacciandole leggermente.

Ungere leggermente una padella antiaderente con dell’olio EVO e metterla sul fuoco, quando è calda adagiarvi le polpettine facendole rosolare da entrambe le parti.

Queste polpette sono buone così, come dicevo anche fredde, oppure potete accompagnarle con della salsa di pomodoro.

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Zuppa di farro e fagioli

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Gli ultimi scandali sulla carne di cavallo trovata in vari alimenti preconfezionati dove non doveva essere presente (le ultime notizie dicono di averla trovata anche nelle famose polpette Ikea) non fanno che rafforzare la mia convinzione riguardo al ridurre il consumo di carne nell’alimentazione della mia famiglia, E’ comunque sempre meglio non comprare prodotti pronti in cui vengono inseriti elementi non proprio salutari come conservanti e coloranti: io ci tengo a sapere cosa ingerisco per cui se voglio mangiare tortellini e ravioli preferisco sempre produrli partendo da ingredienti di cui conosco la provenienza. Certo, so che non è facile per molti perchè gli impegni di tutti i giorni non ci consentono di passare molto tempo in cucina e spesso un bel piatto pronto è proprio quello che ci risolve tanti problemi di cena. In questi casi vi consiglio di acquistare comunque prodotti biologici o, se potete, quando avete un po’ di tempo a disposizione, prepararne un buon quantitativo e congelarlo!

A tal proposito, come annunciato nel post precedente, anche oggi niente carne, ma una bella zuppa di farro e legumi (in questo caso fagioli) che sono comunque una buona fonte di proteine, Una zuppa poi con questo freddo non può che riscaldarci l’anima e il corpo.

Ho utilizzato fagioli Diavoli della Ecor che non avevo mai assaggiato ma che per il loro colore e per la loro grossezza mi intrigavano molto! Alla fine credo che si adattino perfettamente per l’utilizzo che ne ho fatto.

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Ingredienti:

Procedimento:

Dopo aver tenuto per una notte i fagioli in ammollo, lessateli mettendoli in una pentola (meglio se utilizzate il coccio o il vetro) insieme ad uno spicchio di aglio. Cuoceteli per circa 45 minuti dal momento che cominceranno a bollire e salateli solo 10 minuti prima di spegnere il fuoco.

In una padella mettere due cucchiai di olio EVO, la carota, il sedano e la cipolla puliti, lavati e tritati con il coltello. Fate soffriggere leggermente quindi unite 2/3 di fagioli passati con il passaverdure e il restante interi. Aggiungere due cucchiai di concentrato di pomodoro. Fate insaporire bene, quindi aggiungete l’acqua di cottura dei fagioli e se non basta anche dell’acqua o, meglio ancora, del brodo vegetale. Quando comincerà a bollire, unite il farro, salate e portate a cottura. Alla fine dovrete ottenere una zuppa non troppo densa ma neanche liquida, perciò vi consiglio di tenervi un po’ di acqua o di brodo bollente da parte in modo da poterlo aggiungere in caso di necessità.

Versate nei cocci e condite con un filo di olio a crudo.

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Bordatino livornese

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Qualcuno dice che la neve è in arrivo anche a basse quote e, in effetti, uscendo fuori si sente quel freschino pungente che ti fa rabbrividire! Fortuna che è domenica e nessuno ci costringe ad uscire. In queste giornate fredde ci sono molti modi per scaldarci (ognuno usi la sua fantasia!!!), uno di questi è sicuramente quello di preparare dei bei piatti caldi e fumanti, come zuppe, minestre e sicuramente l’immancabile polenta. Il freddo, la stufa accesa fanno certamente venir voglia di tornare ai vecchi sapori, quelli della tradizione quando ci si riuniva a mangiare intorno ad un focolare.

Questo è un piatto appunto tipico della tradizione labronica, piatto da me (mi vergogno a dirlo) da poco scoperto. Risale addirittura al 1700 a bordo (da qui il nome) delle navi che alimentavano il traffico delle merci nel Mediterraneo. Sembra che in origine si cucinasse con la farina di grano saraceno. Era, ed è tutt’ora, una zuppa molto sostanziosa nonostante l’utilizzo di ingredienti poveri come i fagioli e il cavolo, quindi non è un piattino proprio di quelli che mi ero ripromessa di fare dopo le feste, ma francamente, come resistere?

Bordatino_02Ingredienti per 6 persone:

  • 150 g di fagioli borlotti secchi (messi in ammollo per 12 ore)
  • 1 mazzo di cavolo nero
  • 300 g di farina di mais precotta
  • 1 carota
  • 1 costa di sedano
  • mezza cipolla
  • 1 spicchio di aglio
  • 150 g di passata di pomodoro
  • 3 cucchiai di olio EVO

Preparazione:

Cuocere i fagioli in abbondante acqua per circa 1 ora (salare solo a fine cottura), quindi passarli al passaverdure d metterli da parte conservando l’acqua di cottura. Mettere per il momento da parte!

Lavare il cavolo e tagliarlo a striscioline eliminando la costa centrale troppo coriacea.

Lavare e sbucciare la carota, il sedano e la cipolla. Tritare grossolanamente.

In una pentola mettere l’olio con gli odori tritati e accendere il fuoco. Quando comincia a soffriggere, unire il passato di fagioli e quello di pomodori. Mescolare facendo ben insaporire, quindi aggiungere 1 litro e mezzo dell’acqua di cottura dei fagioli. Quando comincia a bollire, unire il cavolo. Far cuocere 5 minuti, quindi unire a pioggia la farina di mais, mescolando continuamente. Aggiustare di sale. Cuocere 8 minuti e servire nei cocci.

Se vi avanza, versatela in un recipiente quando è ancora bella calda e lasciatela raffreddare. Sarà buonissima riscaldata in forno o abbrustolita leggermente.

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Fagottini ai carciofi e gamberi

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Le vacanze sono agli sgoccioli! Sono state vacanze molto tranquille per noi e abbiamo potuto riposare mente, corpo e spirito! Sarà dura riprendere il tram tram quotidiano da lunedì, soprattutto per quanto riguarda la sveglia che suonerà implacabile alle 7 per tutta la famiglia! Era bello invece alzarsi con tutta calma (spesso alle 11… quasi me ne vergogno!), fare la colazione tranquilli, godersi un buon caffè e coccolarci!

E poi per molti sarà il momento di rimettersi a regime alimentare dietetico per smaltire tutti gli eccessi di questi giorni passati! Rimane però ancora l’ultima grande abbuffata, quella dell’Epifania che poi tutte le feste si porterà via, insieme a tutti i pasti luculliani! Disfaremo l’albero, il presepe e riporremo nelle scatole tutti i gingilli che fanno Natale fino al prossimo anno. Ma, come dicevo, possiamo ancora pensare ad un piatto che ci farà felice a tavola e per me le feste di Natale non son complete se non contemplano almeno una volta nel menù le crèpes o crespelle, come dir si voglia e in qualsiasi piegatura e ripieno. Io ho scelto di chiuderle a fagottino perchè mi dà l’idea di un regalo e di riempirle con una salsina a base di carciofi e gamberetti, condimento che uso spesso anche per la pasta.

La ricetta è in parte tratta dal numero di gennaio di “Alice”

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Ingredienti per 9-10 crèpes:

  • 3 uova
  • 250 g di farina 00
  • mezzo litro di latte
  • sale
  • 4 carciofi
  • 500 g di gamberi
  • 1 spicchio di aglio
  • olio EVO Dante
  • mezzo bicchiere di brandy
  • 1 costa di sedano
  • 1 scalogno
  • 1 manciata di prezzemolo
  • 1 carota
  • 25 g di farina
  • 25 g di burro
  • alcune foglie di porro

Procedimento:

Preparare le crèpes sbattendo le uova. In un’altra ciotola mescolando aggiungere poco per volta il latte alla farina per evitare che si formino grumi, quindi incorporare le uova e il pizzico di sale. Mescolare a lungo, quindi coprire e lasciar riposare per almeno un’ora.

Cuocere le crèpes in una padella antiaderente di circa 16 cm di diametro, imburrandola leggermente ad ogni nuova crèpes. Versarvi un mestolo di composto e girare la padella in modo che quest’ultimo riempa tutto il fondo della padella. Appena comincerà a staccarsi, rigirarla e cuocerla dall’altro lato. Mettere le crèpes in un piatto impilandole.

Preparare il ripieno pulendo i carciofi e mettendoli a bagno in acqua acidulata.

Togliere le teste e i carapaci ai gamberi e metterli da parte. Togliere ai gamberi anche il filamento nero.

Tagliare i carciofi a julienne e i gamberi grossolanamente.

In una padella mettere due cucchiai di olio EVO Dante e lo spicchio di aglio schiacciato. Appena quest’ultimo comincia a sfrigolare toglierlo e aggiungere i carciofi. Far cuocere 10 minuti, aggiungendo un po’ d’acqua se necessario. Salare. Un paio di minuti prima di spegnere il fuoco aggiungere anche i gamberi e mescolare bene.

Preparare una bisque con le teste e i carapaci dei gamberi. In una padella scaldare due cucchiai di olio EVO Dante, aggiungere le teste e i carapaci e farli rosolare. Aggiungere anche il sedano e la carota tagliati grossolanamente e lo scalogno tritato. Sfumate con il Brandy, quindi coprite con l’acqua e inserite anche il prezzemolo. Salare. Far cuocere per una mezz’ora abbondante quindi passare la bisque al colino e rimettere sul fuoco a far restringere.

Prelevare delle foglie dal porro e tagliarle in strisce longitudinali dopo averle lavate. Farle cuocere pochi minuti (giusto per ammorbidirle) in acqua bollente.

Riempite le crèpes con un cucchiaio di composto di carciofi e gamberi posizionato al centro. Chiudere a fagotto legandolo con una striscia di porro.

Posizionate i fagotti in una teglia da forno.

Preparare la besciamella. Sciogliere il burro in una pentola e aggiungere la farina. Far cuocere qualche minuto (roux) quindi aggiungere 250 ml di bisque calda e proseguire la cottura fintanto che la besciamella non si comincerà ad addensare. Distribuirla quindi sopra le crèpes.

Accendere il grill del forno e quando è pronto inserirvi le crèpes fintanto che non si saranno gratinate.

Servire calde.

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Vellutata di broccoli con lenticchie in coppa

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L’avevo detto io che la rivista “QB, in cucina quanto basta” mi era piaciuto subito, già solo dal titolo, poi sfogliandola mi sono innamorata dell’impaginazione e delle numerose idee da cui ho preso qualche spunto! Come per esempio questa deliziosa coppa di lenticchie e broccoli ideali per la cena della Vigilia di Natale che per il cenone di fine anno.

La presentazione nel bicchiere è sicuramente accattivante e molto elegante, ma ciò che colpisce di questa ricetta è la praticità. Potrete preparare tutto in anticipo e assemblare i bicchieri poco prima di servirli a tavola scaldando le lenticchie e la crema di broccoli (quest’ultima nel microonde o a bagno maria). Lo sapete che questi trucchetti a me piacciono molto quando ho amici a cena, perchè mi consente di stare di più con loro.

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Gli ingredienti che trovate qui sono gli stessi che trovate sulla rivista di dicembre, io ho cambiato solo le dosi per adattarla alle esigenze della mia famiglia e… a quello che avevo in frigo!!

Ingredienti:

  • 500 g di broccolo siciliano
  • 100 g di lenticchie piccole tenute a bagno 6 ore
  • 6-8 pomodorini secchi sott’olio
  • 1 patata
  • mezzo porro
  • mezza cipolla
  • mezza carota
  • mezza costa di sedano
  • 1 spicchio di aglio
  • rosmarino
  • peperoncino frantumato q.b.
  • olio EVO q.b.

Procedimento:

Tritare la carota col sedano e la cipolla e metterli in una pentola con due cucchiai di olio. Farli stufare, quindi unire le lenticchie scolate. Far insaporire e coprire con abbondante acqua. Cuocere 10 minuti dal momento dell’ebollizione, o comunque finchè non saranno cotte, ma al dente. Salare poco prima di spegnere il fuoco.

Dopo averli abbondantemente lavati, lessare i broccoli (sia le cime che i gambi) gettandoli nell’acqua bollente per pochi minuti. Scolare e mettere da parte.

Sbucciare una patata, lavarla, tagliarla a dadini e lessare anche questa.

In una padella mettere tre cucchiai di olio EVO con il rosmarino, l’aglio schiacciato. Appena comincia a soffriggere, aggiungere il porro tagliato a striscioline e 6 pomodorini secchi sott’olio sgocciolati e tritati col coltello. Far rosolare piano pianto, quindi aggiungere i broccoli (tenendo da parte qualche cimetta per la decorazione) e la patata lessata. Salare. Cuocere 10 minuti, aggiungendo se necessario un po’ di acqua di cottura dei broccoli, quindi mettere in un bicchiere alto e frullare con il mixer fino ad ottenere una crema omogenea e fluida.

Preparate i vostri bicchieri mettendo sul fondo le lenticchie scolate e ricoprire con la crema di broccoli.

Decorare con dei filetti di pomodori secchi e con le cimette di broccolo.

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Con questa ricetta SALATA partecipo al contest Felici e Curiosi di Ravanello Curioso e Le delizie di Feli:

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Petto di pollo al curry

Si fa presto a dire pollo al curry! Anni fa una mia amica me lo preparò per cena convinta di aver scoperto l’America. In verità, ricordo di aver fatto una gran fatica a mangiarlo: era del petto di pollo passato in padella e spolverizzato col curry! Niente più! Ora a prescindere che la mia amica ha tante belle qualità, compresa l’intraprendenza e la voglia di fare, in cucina credo che abbia ancora molto da imparare. Comunque sia, fu così che archiviai qualsiasi fantasia di volerlo rifare a casa mia e del pollo al curry non ho più sentito parlare fino a questa estate, quando al corso di cucina di Spazio QB, Paola ci ha insegnato come deve essere la vera ricetta di questo piatto indiano.

Solo oggi ho trovato il coraggio di proporlo in tavola ai miei figli, credendo che per loro il sapore del curry potesse essere troppo forte, e invece…. è stato apprezzato in pieno, vabbè non proprio da tutti, ma questa è un’altra storia!

Se poi volete veramente fare le cose come si deve, dovrete accompagnare il tutto con del riso pilaf che si prepara mettendo il riso basmati, dopo averlo sciacquato bene, in una pentola. Coprirlo di acqua bollente. Posizionare della carta forno bagnata e strizzata sopra la pentola. Cuocere 7 minuti e mezzo.

Questa è una di quelle ricette che stupisce gli ospiti pur essendo molto semplice da preparare.

Ingredienti per 4 persone:

  • 450 g di petto di pollo
  • 2 carote
  • 2 coste di sedano
  • 1 mela granny smith
  • 1 cipolla bianca media
  • 1 barattolo di latte di cocco
  • poca farina
  • 1 cucchiaio di curry
  • 1 cucchiaio di curcuma
  • olio EVO
  • sale

Procedimento:

Tagliare il pollo a cubetti, infarinarli. Mettere poco olio EVO in una padella antiaderente e quando sarà caldo mettere il pollo a rosolare appena. Appena si sarà chiusa la cottura, salare.

Pulire e lavare tutte le verdure. Tagliarle a piccoli bastoncini. Farle saltare in una padella con poco olio, lasciandole croccanti. Salare e aggiungere il latte di cocco, la curcuma e il curry. Far restringere il latte finchè non si forma una crema, quindi aggiungere il petto di pollo e mescolare bene.

Servire con il riso pilaf.

Testaroli trifolati in umido di baccalà

Foto di Stefano Paperini

Quest’oggi mentre preparavo il piatto che fra poco vi illustrerò una forte tromba d’aria si è abbattuta nel mio paese: sono stati divelti alberi, distrutti tetti di case, e rotte auto. Sono bastati davvero pochi minuti per creare un vero disastro. Ancora una volta la natura ci ha dimostrato la sua forza incontrollabile e possiamo solo ritenerci fortunati perchè non ci sono stati danni a persone: il bilancio sarebbe potuto essere davvero tragico.

Foto di Antonio Ficai

Foto di Antonio Ficai

Foto di Stefano Santini

A pochi metri in linea d’aria da dove si stava scatenando il pandemonio io ero ignara di tutto e stavo preparando il pranzo per la mia famiglia nella mia cucina, soddisfatta anche del buon lavoro che stava uscendo fuori. Solo dopo pranzo ho ricevuto la telefonata di un’amica che mi chiedeva se stavo bene e se mi ero accorta di niente! E’ in questi momenti che facebook è un grande alleato: ho acceso il pc e ho cominciato a realizzare cosa era successo vedendo le foto che venivano postate.

Un vero cataclisma che ha colpito anche le case di alcune mie amiche. Sono felice di dire però che il nostro Comune è sempre molto presente in queste situazioni e si è subito attivato per ripristinare il più possibile la situazione e aiutare le persone in difficoltà insieme ai Vigili del Fuoco, la Pubblica Assistenza, i Vigili urbani e i Carabinieri. A tutti loro va un sentito ringraziamento.

Speriamo solo che ora il tempo migliori e che si possa lavorare per far si che le persone possano rientrare al più presto nelle loro case, che penso sia la cosa più urgente.

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Ho attinto questa ricetta dal numero di novembre di “La Cucina Italiana”, una ricetta che mi ha colpito immediatamente perchè mio marito adora i testaroli, che è solito mangiare quando per lavoro si trova a Pontremoli. Si parla infatti di un primo piatto tipico della Lunigiana che viene in genere condito con il pesto.

Per la verità fin’oggi non mi erano piaciuti molto le poche volte che li ho assaggiati, ma… si sa, quando una cosa te la fai da sola ha tutto un altro sapore! E in effetti, il sapore è decisamente diverso se accompagnati da questo umido di baccalà. E poi devo dire che è davvero facile prepararli… non lo avrei mai immaginato. Per il baccalà invece occorre ovviamente organizzarsi giorni prima perchè va tenuto in ammollo per togliere il sale.

Ingredienti per 6 persone:

  • 650 g di baccalà ammollato
  • 400 g di farina integrale di grano tenero
  • 300 g di latte
  • mezza cipolla
  • 1 porro
  • 2 carote
  • 1 costa di sedano
  • prezzemolo
  • 2 spicchi di aglio
  • 3 foglie di alloro
  • burro
  • olio EVO Dante
  • sale

Procedimento:

Mescolare con una frusta la farina con un pizzico di sale e 700 g di acqua calda, ottenendo una pastella che dovrà riposare un’ora.

Mondare intanto le carote, il sedano, il porro e la cipolla. Tagliare il tutto grossolanamente lasciando da parte metà cipolla.

In un tegame mettere la cipolla rimasta con uno spicchio di aglio tritato, l’alloro, e 70 g di olio EVO Dante. Quando comincia a soffriggere, unire il baccalà appoggiandolo sul lato della pelle. Coprire e lasciar cuocere nel suo liquido per 18-20 minuti. Quindi spellarlo e sfilacciarlo e rimetterlo nel tegame col suo fondo di cottura.

Rosolare gli ortaggi tritati in una casseruola con una noce di burro e due cucchiai di olio EVO Dante. Cuocete in modo che tutte le verdure perdano la loro acqua che si dovrà asciugare. Le verdure così cominceranno a sfrigolare, fatele cuocere ancora due minuti e poi unite il baccalà con tutto il suo fondo. Aggiungere il latte e 150 g di acqua e portare a bollore. Salare, coprire e cuocere ancora 15-20 minuti.

Se non avete il testo apposito di ghisa o di terracotta, per fare i testaroli utilizzate come ho fatto io una padella antiaderente di 23 cm di diametro. Scaldarla molto bene, quindi versare un terzo di impasto (dovrete infatti ottenere tre dischi di 3-5 mm di spessore). Coprire e cuocere per 6 minuti, quindi scoprire, girare e cuocere scoperto per altri 4 minuti. Ripetete l’operazione altre due volte col restante impasto.

Tagliare i dischi a piccoli rombi.

Mettere una pentola di acqua sul fuoco.

Tritare l’altro spicchio di aglio con il prezzemolo e mettere entrambi in una padella con una noce di burro e 40 g di olio EVO Dante.

Quando l’acqua bolle, salarla e spegnere il fuoco. Versarvi i testaroli e lasciarli due minuti dentro a cuocere, quindi scolarli, metterli nella padella con il burro e l’olio e saltarli.

Mettere l’umido di baccalà preferibilmente dentro ad un coccio, oppure in una scodella e adagiarvi sopra i testaroli.

 

Con questa ricetta partecipo al contest del Blog di Max:

Spaghetti infilzawurstel

 

Con l’inizio delle scuole medie son finiti i tempi della mensa a scuola e ogni giorno è la mamma che si deve inventare qualcosa di nuovo e di diverso “dalla solita zuppa” (che per noi è la pasta al ragù), anche per giocare un po’ col cibo, ma soprattutto per invogliare le creature a mangiare in modo un po’ più variato.

E così, in giro per il web (mi perdonerà colui/colei a cui ho rubato l’idea se non ricordo più chi è) ho trovato questa fantastica idea, che ha in se qualcosa anche di macabro (quindi adattissima per la cena di Halloween)! Dal canto loro i bambini si son divertiti a infilzare i poveri wurstel con tutta la “cattiveria” di cui erano capaci, e con altrettanta “cattiverie” se li son pappati tutti!

 

Ingredienti:

  • 300 g di spaghetti
  • 3 grossi wurstel
  • passata di pomodoro
  • mezza cipolla
  • 1 costa di sedano
  • 1 carota
  • 1 spicchio di aglio
  • prezzemolo
  • olio EVO

Preparazione:

Per prima cosa preparare il sugo per gli spaghetti: tritare i vegetali, metterli in una padella con due cucchiai di olio e accendere il fuoco. Quando cominceranno a soffriggere, aggiungere la passata di pomodoro (attenzione a non bruciarsi perchè quando il pomodoro che è acquoso entra a contatto con l’olio bollente tende a schizzare: io faccio questa operazione lontana dal fuoco). Salare e far cuocere 10-15 minuti.

Tagliare i wurstel in modo da ottenere delle rondelle di circa due cm di diametro. Infilzare ogni wurstel con 4-5 spaghetti portandolo al centro degli spaghetti stessi.

Cuocere tutti gli spaghetti, anche quelli non infilzati, in acqua bollente salata e scolarli al dente.

Versare gli spaghetti nella padella con il sugo al pomodoro e saltarli.

Servire molto caldi!

 

Con questa ricetta partecipo al contest di Parole di Zucchero: